Questa sezione sull'argomento centri abitati d'Italia è ancora vuota. Aiutaci a scriverla!
Origini del nome
Questa sezione sull'argomento centri abitati d'Italia è ancora vuota. Aiutaci a scriverla!
Storia
Sede di pretura fino alla prima metà del Novecento, il paese è oggi quasi disabitato ma ha rivestito nei secoli un'importanza rilevante nel comprensorio.
San Lorenzo ha avuto un ruolo importante per lo sbarco di Garibaldi a Melito Porto Salvo. Alberto Mario, uno dei 250 garibaldini che, sbarcati a Scilla, dopo il fallito tentativo di conquistare il vicino forte di Altafiumara, sono stati inseguiti dai borbonici per l'Aspromonte, era uno dei cronisti dell'impresa dei Mille. Egli ha scritto le sue memorie nel libro La Camicia Rossa, edito prima in edizione inglese nel 1865 e successivamente in italiano nel 1870. In questa opera, con dovizia di particolari, descrive come il popolo di San Lorenzo abbia accolto i fuggiaschi garibaldini, braccati sull'Aspromonte, disperati e affamati.
Riporta Alberto Mario: «Il momento era grave. Il nemico dieci volte più poderoso, c'inseguiva come un limiero. Qualche giorno ancora ed avrebbeci presi o gettati in mare. Capitò il signor Rossi, Sindaco di San Lorenzo, e ci ha invitati colassù, in quell'eccelso apice, per la vita e per la morte».
Era il 18 agosto del 1860. Garibaldi doveva ancora sbarcare a Melito. E l'intendente di Reggio aveva immediatamente scritto al Ministero dell'Interno di Napoli: «il Giudice di Melito mi avvisa che nel Comune di San Lorenzo si è veduta una banda di circa dugento armati ed io subito ho dato preghiera al Comandante delle Armi che spedisse colà un distaccamento di truppa».
Garibaldi, da Giardini di Taormina, ove era in attesa con i piroscafiTorino e Franklin, aveva avuto segnalazione che quella zona aspromontana era presidiata dai garibaldini e dal popolo di San Lorenzo e decise di sbarcare nella notte tra il 18 e 19 agosto nell'antistante spiaggia di Melito. Appena sbarcato, Garibaldi inviò verso San Lorenzo un corriere al galoppo, recante al maggiore comandante il messaggio: "Sbarcai a Melito. Venite. G. GARIBALDI".
Bruno Rossi e i laurentini insieme coi garibaldini raggiunsero Garibaldi e si avviarono con lui alla conquista di Reggio. Il popolo di Melito si era defilato, non aveva dato alcun appoggio a Garibaldi, forse per paura che venisse rigettato a mare nel qual caso gli abitanti sarebbero restati inermi alla mercé della repressione borbonica. Dice il giudice di Melito di Porto Salvo Marco Centola: «Tutte le persone notabili, compresi i liberali ed i funzionari ed impiegati pubblici erano scomparsi […] Il signor Antonino Amato, Sindaco di Melito, di scarsa istruzione e ricco di meriti politici, si trovava a Reggio e non poté tornare che dopo la resa di quella città».
«D'azzurro, al San Lorenzo ignudo, di carnagione, barbuto e capelluto di nero, aureolato con aureola d'oro raggiata, rivoltato, seduto sulla graticola rettangolare, di nero, vista in prospettiva, con quattro sostegni, con sei ferri nel lato corto, con undici ferri nel lato lungo, la graticola ardente di molte fiamme e braci di rosso, il Santo con il braccio sinistro alzato e con quello destro posato sulla gamba destra flessa, e mirante l'ombra di soleorizzontale sinistra[4], d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.»
(D.P.R. 25.06.1998)
Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di rosso.
Monumenti e luoghi d'interesse
Chiesa di San Lorenzo, che conserva all'interno una statua marmorea della Madonna della Neve del XVI secolo e la statua lignea di San Lorenzo del Settecento. Nella stessa piazza Regina Margherita, si trova un olmo antico che costituisce con la sua base in pietra locale un vero e proprio monumento naturale.
Nei dintorni:
chiesa di San Fantino, costruita nel 1953 sulla parte rimasta in piedi dell'antico monastero costruito dai monaci basiliani;
chiesa di San Pasquale Baylon, in frazione Chorio, del XIX secolo;
chiesa della SS. Trinità, in frazione Marina;
chiesa di San Pantaleone, nell'omonima frazione;
chiesa di San Francesco in località Lanzina;
Castello dei Baroni, la cui edificazione risale alla fine del Settecento;
santuario della Maria SS. Assunta della Cappella, ubicato nell'omonima località, costruito nel XVII secolo e che conserva una suggestiva icona della Madonna Nera risalente con molta probabilità al XII secolo.
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 228 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: