Sulla sinistra del Tammaro e tra i suoi tributari Tamaricchio a nord e Drago a sud, San Giorgio sorge in cima a un'altura, dalla quale si possono ammirare i paesi e i monti circostanti. Il territorio comunale, piuttosto ampio, si estende nell'entroterra fino al torrente Ginestra, nell'alta valle del Miscano.
Il comune dispone di una superficie agricola utilizzata di ettari 4748,05 (aggiornato all'anno 2000)[5].
Storia
In epoca preromana il territorio era abitato da popolazioni sannitiche, benché si ignori quale tribù (Pentri o Hirpini) controllasse l'agro sangiorgese. Gli studiosi contemporanei ritengono comunque che il più probabile confine storico tra Sanniti Pentri e Hirpini fosse costituito dal fiume Tammaro[6], per cui appare più verosimile che l'area dell'attuale San Giorgio, essendo situata a oriente del fiume, fosse occupata dagli Hirpini.
Lo stemma è stato riconosciuto con DPCM del 16 settembre 1954 e raffigura, in campo di cielo, San Giorgio a cavallo, nell'atto di uccidere un drago. Il gonfalone, concesso con DPR del 1º marzo 1955, è un drappo di azzurro.[10]
Pietramaggiore fu un luogo fortificato di cui si hanno notizie a partire dal 1137. Più dati documentati suggeriscono che le sue dimensioni dovevano essere cospicue. Il terremoto del 1456 lo danneggiò gravemente, al punto che si ridusse a un casale e poi un feudo disabitato gravitante sul vicino centro di San Giorgio. Del castello rimangono ruderi molto scarsi, ma la roccia sulla cima della quale esso sorgeva è ben distinguibile nel paesaggio collinare della zona.
Il territorio è noto per la produzione di carne IGP proveniente dai bovini di razza Marchigiana allevati sui suoi pascoli.[12]
Altri prodotti tipici sono le olive, l'uva e i cereali.
Nella contrada "Piano delle Terre" vi era una sorgente di acqua sulfurea potabile.