I Salamon (talvolta anche Salomon o Salomoni) furono una famiglia patriziaveneziana compresa tra quelle più antiche, le cosiddette Case Vecchie.
Storia
Le origini dei Salamon sono incerte[2], così come l'etimologia del nome, che sembrerebbe derivare dalla radice semitica *s-l-m ("pace"), da cui l'ebraico Shalom e l'arabo Salām.
Le diverse tradizioni li fanno discendere dai Barbolano, detti altrimenti Centranici: provenienti da Salerno, o forse da Cesena[3], sarebbero giunti a Venezia nel 715 dopo un periodo passato a Torcello[4][5]. All'alba della storia di Venezia, sarebbero stati, secondo talune fonti[5], tra le famiglie elettrici del primo doge, benché essi non figurino tra le cosiddette famiglie apostoliche.
I Salamon risultarono ammessi al patriziato sin dalla Serrata del Maggior Consiglio del 1297. A partire dal XV secolo appaiono come una delle 24 Case Vecchie di Venezia (in sostituzione degli Ziani, estinti nel XIV secolo): a loro spettava perciò l'appellativo di "Longhi"[6].
Il primo ad assumere il cognome Salamon sarebbe stato il dogePietro Centranico, eletto nel 1026 e deposto pochi anni dopo[3][4][7]. È però attestato per la prima volta con un certo Vitale, che nel 1152 sottoscrisse alla costruzione del campanile di San Marco. Coinvolti nei commerci, un ramo si stabilì a Candia[2][8]. Numerosi membri della famiglia, in particolare nel XVI secolo, rivestirono per conto della Serenissima la carica di podestà in alcune città sotto il dominio veneziano, fra le quali Treviso, Vicenza, Bergamo, Crema, Pola, Parenzo e Capodistria.
La famiglia costruì il convento e la chiesa di Santa Marta e ne ebbe il giuspatronato: il più vecchio della casata aveva il diritto di dare l'investitura alla badessa appena eletta, la quale, il 28 luglio di ogni anno, vigilia della festività di santa Marta, donava ai Salamon una rosa quale simbolico tributo[3][4]. Due calli nella città di Venezia - una nel sestiere di Cannaregio, in prossimità del quattrocentesco Palazzo Salamon, e un'altra nel sestiere di Castello - portano il nome di questa casata. In uno stabile di proprietà dei Salamon inoltre, situato in Campo de la Bragora, nacque nel 1678 il compositore veneziano Antonio Vivaldi[9].
La linea principale della famiglia si estinse nel 1788[4], ma ne sopravvissero i rami cadetti.[10]
Le varianti "Salomon" e "Salomoni", riscontrabili talvolta nei documenti, sono con ogni probabilità adattamenti o normalizzazioni della forma originaria "Salamon", come accade spesso con i nomi delle famiglie venete (si vedano, ad esempio, il cognome Corner italianizzato in Cornaro, Dolfin pluralizzato in Delfini, Morosini latinizzato in Mauroceni), anche per somiglianza con il nome del re biblico Salomone.
^ Stanley Chojnacki, La formazione della nobiltà dopo la Serrata, collana Storia di Venezia, Enciclopedia Treccani, 1997.
^Casimiro Freschot, La nobiltà veneta, o' sia tutte le famiglie patrizie con le figure de suoi scudi et arme, Venezia, 1707, s.v. "Salamon".
^Il villaggio medievale di Voila, nell'Isola di Creta, era un feudo della famiglia Salamon, che vi fece costruire una fortezza e una chiesa. Dal ramo cretese dei Salamon discenderebbe la famiglia del poeta greco Dionisio Solomos, i cui avi erano fuggiti da Creta a Zante dopo la conquista ottomana dell'isola (cfr. N. B. Tomadakis, Οικογένειαι Salamon-Σολωμού εν Κρήτη, «Epeteris Hetaireias Byzantinon Spoudon», 1938, pp. 163-181).
^ Margherita Gianola, Riflessioni attorno alla presunta casa natale di Antonio Vivaldi in Campo Grando alla Bragora e sull'attività di barbiere di Giovanni Battista, in Studi Vivaldiani, vol. 18, Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 2018, pp. 41-67.
^Un ramo della famiglia veneziana, i Salamon di Parenzo, che risiedevano nella città istriana dal XVII secolo, fu confermato nobile dall'imperatore Francesco I d'Austria il 25 giugno 1830 (P. Grio - C. Bernich, Blasonario giuliano, p. 1034).
^Lia De Luca, Venezia e le immigrazioni in Istria nel Cinque e Seicento, Venezia 2012, pp. 106-112.