Nella primavera del 2014, Zinke annunciato la sua intenzione di candidarsi per la Camera dei rappresentanti dal distretto at-large, seggio ricoperto dal repubblicano Steve Daines, il quale voleva candidarsi per il Senato degli Stati Uniti.[4] Zinke ha vinto le primarie del partito con 43.766 voti (33,25%), confrontandosi poi con il democratico John Lewis. Zinke è stato eletto il 4 novembre 2014, con oltre 200.000 voti, pari al 56%.
Segretario degli Interni (2017-2019)
Il 13 dicembre 2016 venne indicato dal presidente elettoDonald Trump come nuovo segretario degli interni. Il 1° marzo 2017 il Senato approvò la sua nomina con 68 voti a favore e si insediò il giorno stesso. Durante il suo mandato fece aprire alcuni terreni federali per l'esplorazione e l'estrazione di petrolio, gas e altri minerali, sollevando una serie di polemiche su questioni etiche, tanto da costringere l'ufficio dell'ispettore generale del dipartimento degli interni ad aprire un'inchiesta. Il 15 dicembre 2018 il presidente Trump annunciò che si sarebbe dimesso da segretario all'inizio dell'anno successivo, poiché, a detta sua, aveva ripetutamente violato le regole etiche e aver mentito agli investigatori. Il suo mandato fu inoltre travolto da vari scandali, inclusa la sua insistenza affinché venissero eretti speciali pennoni in modo che le bandiere potessero essere alzate o abbassate quando era in residenza, spendendo oltre 200.000 dollari dei contribuenti per fare ciò. La sua carica di segretario cessò definitivamente il 2 gennaio 2019, venendo sostituito dal suo vice David Bernhardt.
Ritorno da deputato
Nel 2022 fu rieletto alla Camera dei rappresentanti per il neo-nato 1° distretto del Montana entrando poi in carica il 3 gennaio 2023.
Vita privata
Zynke è sposato con Lolita Zynke, nata Hand, e la coppia ha tre figli: Jennifer, Wolfgang e Konrad.
^ Congress.org, Sen. Ryan Zinke (R-MT 2nd District), su congress.org. URL consultato il 3 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2011).
^ GOPAC, Candidate Spotlight:Ryan Zinke, su gopac.org. URL consultato il 3 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2011).