Essa trae le sue radici nelle forze navali delle isole egee che combatterono contro l'Impero ottomano per l'indipendenza greca. La precedente denominazione, durante il periodo in cui la Grecia è stata una monarchia (1833-1924 e 1936–1973), era Marina Reale (Βασιλικό Ναυτικό, Vasilikó Nautikó, abbreviato ΒΝ).
Il motto della Marina greca è «Μέγα το της Θαλάσσης Κράτος» (leggi: Méga to tis thalássis krátos), traducibile come "Grande [è] il potere del mare" (ossia il potere che il mare conferisce a chi lo controlla), adattata da una frase di un'orazione di Pericle durante la Guerra del Peloponneso (μέγα γὰρ τὸ τῆς θαλάσσης κράτος), riportata da Tucidide nell'omonima opera storica (I, 143.5).[1]
Dopo che la Grecia perse l'indipendenza, non vi fu più una marina da guerra greca fino alla riconquista della stessa iniziata con la Guerra d'indipendenza greca, scoppiata il 25 marzo 1821. In quella circostanza, Laskarina Bouboulina innalzò sul pennone dell'Agamennone, la nave da guerra più grande degli indipendentisti terminata nel 1820, la bandiera greca, ricalcata sul modello di quella della dinastia imperiale bizantina dei Comneni, assumendone il comando; il 15 aprile il popolo dell'isola si ribellò, scacciando gli ottomani e costituendo una forza navale con imbarcazioni provenienti da altre isole]. La comandante greca, raccolta una squadra navale di otto navi, navigò fino a Nauplia, operando intorno alla città un blocco navale che condusse la fortezza alla resa il 28 ottobre 1822[2]. Successivamente, Bouboulina prese parte al blocco navale e alla caduta delle piazzeforti di Monemvasia e Pilo; l'Agamennone venne donato al governo rivoluzionario greco, che la ribattezzò Spetsai, per continuare la lotta, divenendo il vascello di punta della Marina greca;u incendiato nel corso della guerra civile combattuta tra il 1831 e il 1833, dal patriota Andreas Miaoulis, nel porto di Poros, insieme alla fregata Hellas e la corvetta Hydras. A Bouboulina è dedicata la fregata Bouboulina della classe Kortenaer.
Il 16 dicembre 1912, la flotta ottomana uscì dai Dardanelli nel tentativo di forzare il blocco nemico, scontrandosi con una squadra navale greca comandata dal contrammiraglio Kountouriotis che attaccò e mise in fuga la flotta ottomana; in particolare la Georgios Averof attaccò da sola lasciando indietro le tre vecchie corazzate Hydra, Spetsai e Psara dopo aver segnalato l'ordine di azione indipendente, attaccando prima l'ammiraglia turca Hayreddin Barbarossa e poi la sua gemella Turgut Reis ed obbligando i turchi a ritirarsi[5], visto anche il sopraggiungere del resto della flotta greca. Le sue torri principali montavano cannoni da 234 mm (9,2")[6] che danneggiarono pesantemente la ammiraglia turca e colpirono anche l'altra corazzata presente. Nel mentre le tre Hydra raggiungevano la scena della battaglia ma la ritirata turca non permetteva loro di mettere a segno alcun colpo[4]. In seguito tre dei quattro cacciatorpediniere greci inseguirono la flotta turca in disordinata ritirata, ma senza esito. Da quel momento la squadra greca prese come base il porto di Mudros nell'isola di Lemno[4].
Un effetto della battaglia, alla quale seguì un mese dopo la battaglia di Lemno, fu quello di far ritirare la flotta turca all'interno dei Dardanelli, sotto la protezione dei forti, ma impossibilitata a scortare convogli di truppe di rinforzo alle armate che combattevano in Europa, contribuendo così alla sconfitta terrestre dell'Impero Ottomano.
Prima guerra mondiale
Nei primi mesi del 1914 per la Marina greca vennero ordinati in Gran Bretagna due incrociatori della classe Town di tipo Birkenhead, con i nomi Antinavarchos Kontouriotis (Αντιναύαρχος Κουντουριωτης, il viceammiraglioPavlos Kountouriotis vincitore della battaglia di Elli) e Lambros Katsonis. Nei primi mesi del 1915, in seguito allo scoppio della prima guerra mondiale, l'Ammiragliato britannico acquisì le navi, che entrarono in servizio per la fine dello stesso anno. Dopo la guerra le due navi vennero offerte alla marina greca che però ne rifiutò l'acquisto.
La Averof rimase invece in servizio, attraversando le guerre balcaniche, la prima guerra mondiale, la guerra con la Turchia, la seconda guerra mondiale, fino al 1952, poi fino al 1983 fu usata come base per l'addestramento delle reclute. Infine si decise di trasformarla in nave museo, avendo vissuto praticamente quasi tutta la storia della marineria greca nel XX secolo, essendo ormai parte dell'immaginario della nazione, infatti con la sua azione si riuscì a conquistare all'impero ottomano molte isole dell'Egeo prossime alla costa Turca. La sua entrata nel porto di Costantinopoli è stata immortalata anche in alcuni famosi quadri. Durante la seconda guerra mondiale fu protagonista di una rocambolesca fuga contravvenendo agli ordini di autoaffondamento, prima dirigendosi verso Creta e poi verso l'Egitto, dove divenne un importante punto d'incontro per il governo in esilio. Fece anche da scorta ai convogli alleati nell'oceano indiano. La nave è ancora iscritta nel registro delle unità attive come nave museo[7].
Dal 1950 al 2000
Dopo la fine della seconda guerra mondiale la Grecia nel 1952 divenne parte della NATO[8] iniziando anche a cooperare con il suo nemico storico, la Turchia, con la quale arrivò comunque sull'orlo del confronto armato diretto, come durante le varie fasi che portarono alla divisione dell'isola di Cipro, nelle quali unità aeree e navali dei due paesi arrivarono in alcuni casi a contatto e con scontri armati. La marina greca ha comunque sempre perseguito una politica di espansione e rinnovamento, con un consistente aiuto da parte degli Stati Uniti, anche per poter onorare i suoi impegni nell'ambito NATO, e partecipa con sue unità alle forze congiunte come la Standing NATO Maritime Group 2[9] e la Standing NATO Response Force Mine Countermeasures Group 2[10]. Alcune unità come il cacciatorpediniere HS Kriezis (DD-217) hanno partecipato durante la prima guerra del Golfo a formazioni navali NATO come la Naval On-call Forces Mediterranean (il vecchio nome della SNMG2), Task Force 432, in occasione della esercitazione Deterrent Force 2/90[11], parte della Operazione Desert Shield.
classe 520 tipo LDT. Il 22 ottobre 2001 è iniziata la conversione della nave PMP, al fine di operare trasporti di personale (capacità di carico di 450 persone). Completata il 12 marzo 2002
dismessi 2 su 2 Classe U nel 1952 (Υ-10 Xifias ex-HMS Untiring P59,Y-11 Amfitriti ex-HMS Upstart P65)
dismessi 4 su 4 Classe V tra il 1958 e il 1959 (Υ8 Pipinos, Υ-9 ex HMS Vengeful P86, Υ14 Triaina, Υ-15 Argonaftis)
dismessi 5 su 5 precedenti la prima gueraguera mondiale tra il 1901 e il 1920 (Delfin primo sottomarino della marina greca, Gryparis, Nordenfelt I, Vuteas e Xifias)
dismesse 4 su 4 classe Kimon ex classe Charles F. Adams tra il 2002 e il 2004 (D-218 HS Kimon,D-219 HS Nearchos,D-220 HS Formion,D-221 HS Themistocles)
dismesae 3 su 3 Classe Hydra tra il 1918 e il 1920 (Hydra, Psara, Spetsai)
dismesse 2 su 2 1867 e il 1869 (Vasilefs Georgios, Vasilissa Olga)
Mezzi aerei
Sezione aggiornata annualmente in base al World Air Force di Flightglobal del corrente anno. Tale dossier non contempla UAV, aerei da trasporto VIP ed eventuali incidenti accorsi durante l'anno della sua pubblicazione. Modifiche giornaliere o mensili che potrebbero portare a discordanze nel tipo di modelli in servizio e nel loro numero rispetto a WAF, vengono apportate in base a siti specializzati, periodici mensili e bimestrali. Tali modifiche vengono apportate onde rendere quanto più aggiornata la tabella.
Nel 1997 furono acquistati 6 P-3B ex U.S.Navy che furono immessi in servizio senza nessun programma di aggiornamento, e 4 P-3A utilizzati come fonti di parti di ricambio.[15][16] Per 5 di essi, nel 2016 è iniziato un programma di manutenzione che dovrebbe riportarli in condizioni operative, mentre il sesto esemplare sarà utilizzato come fonte per pezzi di ricambio.[13][15]
3 tra S-70B e 8 S-70B-6 ricevuti a partire dal 1994.[17] Dopo l'approvazione del Dipartimento di Stato americano del luglio 2018 per la vendita di 7 nuovi MH-60R alla Grecia, questa, il 26 ottobre 2020, ne ordina 4 (più 3 in opzione) che dovrebbero essere consegnati entro il 2025.[22][23] A fine novembre 2020 è stata esercitata l'opzione per 3 esemplari che porta a 7 il numero degli MH-60R ordinati.[24] Primi tre MH-60R consegnati il 20 marzo 2024.[20][21]
^Copia archiviata, su afsouth.nato.int. URL consultato il 18 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2009). Standing NATO Maritime Group 2 official web page.
^Copia archiviata, su afsouth.nato.int. URL consultato il 18 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2008). Standing NATO Response Force Mine Countermeasures Group 2 official web page.
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Andrew Toppan, World Navies Today: Greece, su hazegray.org, 2002. URL consultato il 4 luglio 2008.: fonte per notizie sulle unità navali della Marina greca