Ucciso durante gli scontri all'Università di Bologna. Tramontani viene prosciolto in istruttoria dall'accusa di omicidio per mancanza di elementi di prova per passare alla fase dell'istruzione formale. Successivamente si trasferì in Belgio per paura di vendette[2].
Ucciso vicino alla sua abitazione. Tre individui si avvicinarono alla sua auto, e uno di loro sfondò il finestrino con un calcio sparando tre colpi[3][4].
Dopo averla riconosciuta in un autobus, l'agente tenta di arrestare Maria Pia Vianale, militante dei NAP evasa dal carcere, ma viene ucciso da un altro militante dell'organizzazione[5]. Nello scambio di colpi d'arma da fuoco tra polizia e nappisti fu colpita a morte anche una guardia zoofila, Angelo Cerrai[6].
Fulvio Croce (presidente dell'Ordine degli avvocati di Torino)
In qualità di presidente dell'Ordine degli avvocati assunse la difesa d'ufficio dei brigatisti durante il processo di Torino, avendo loro ricusato i difensori di fiducia e d'ufficio nominati dal presidente della Corte d'assise per invalidare il processo[8]. Rimase ucciso con cinque colpi di pistola nell'androne dello stabile in cui aveva lo studio, da un commando composto da due uomini e una donna[9].
Nonostante il divieto imposto dal Ministro dell'Interno Francesco Cossiga, il Partito Radicale ne organizzò una per celebrare i tre anni dalla vittoria del referendum sul divorzio. La polizia fece fuoco (fu costretta a far fuoco, dissero i responsabili dell'ordine pubblico) uccidendo Giorgiana Masi con un colpo di pistola[6]. I radicali accusarono dell'omicidio la polizia e Marco Pannella, durante Tribuna politica, descrisse i poliziotti di quel giorno come «lupi scesi dalle montagne per farci paura»[8].
Ucciso durante un corteo di protesta contro l'arresto di due avvocati di Soccorso Rosso Militante. Gli extraparlamentari si erano trasferiti dalla zona del carcere di San Vittore a via De Amicis, e lì un fotografo riprese la scena di un dimostrante che a mani giunte punta la pistola contro la polizia e spara. Le pagine di cronaca del Corriere della Sera rifiutarono di pubblicare quella foto, a differenza degli altri quotidiani. Più tardi risultò che lo sparatore, identificato, non era l'assassino di Custra, e ciò bastò a farne, per alcuni, una sorta di innocente perseguitato[6].
Lo Muscio era stato fermato dai carabinieri sulla scalinata della basilica di San Pietro in Vincoli, insieme a Francesca Salerno e Maria Pia Vianale, e cominciò a sparare dandosi alla fuga. I carabinieri risposero sparando, uccidendo il terrorista, mentre le due donne furono arrestate[8].
Uccisi dallo scoppio di un ordigno che stavano installando[12]. Un volantino dei NAP afferma che sarebbero stati giustiziati perché in contatto con i carabinieri[13].
Elena Pacinelli, neanche vent'anni, la sera del 29 settembre 1977 a piazza Igea fu ferita gravemente da colpi di pistola esplosi da una mini minor bianca. L'inchiesta sull'omicidio è stata archiviata, i mandanti e gli esecutori sono rimasti sconosciuti[14].
Durante un volantinaggio di protesta[14] nel quartiere della Balduina, storica roccaforte missina della capitale, il gruppo si trovò in viale delle Medaglie d'Oro, nei pressi di una sezione del MSI da cui uscirono alcuni militanti che, seguendo un sopraggiunto blindato della polizia che si trovava nelle vicinanze, avanzarono verso i manifestanti. Cominciò una sassaiola, si abbassarono le saracinesche di molti negozi, con gente che scappava da tutte le parti. Dal gruppo dei neofascisti furono sparati alcuni colpi di pistola all'indirizzo dei giovani di sinistra, e uno di questi colpì Walter Rossi alla nuca che morì prima dell'arrivo in ospedale. Nell'aggressione un'altra persona fu accidentalmente colpita: un benzinaio, che rimase leggermente ferito.
Vicedirettore del quotidiano La Stampa, fu gravemente ferito il 16 novembre e morì tredici giorni dopo[6][18]. Raffaele Fiore fu riconosciuto l'esecutore materiale e condannato all'ergastolo, insieme a Vincenzo Acella, mentre Prospero Gallinari fu condannato per concorso morale in omicidio per aver ordinato l'uccisione del giornalista[19].
^Giuseppe Ciotta, su vittimeterrorismo.it, vittimeterrorismo.it. URL consultato il 10 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2010).
^Giuseppe Ciotta, su cadutipolizia.it, cadutipolizia.it. URL consultato il 10 ottobre 2007.
^Claudio Graziosi, su vittimeterrorismo.it, vittimeterrorismo.it. URL consultato il 10 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2007).
^abcd Indro Montanelli e Mario Cervi, L'Italia degli anni di piombo, Milano, Rizzoli, 1991.
^Settimio Passamonti, su cadutipolizia.it, cadutipolizia.it. URL consultato il 26 dicembre 2006.
^abc Sergio Zavoli, La notte della Repubblica, Roma, Nuova Eri, 1992.
^Fulvio Croce, su vittimeterrorismo.it, vittimeterrorismo.it. URL consultato il 10 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2008).
^Roberto Crescenzio, su vittimeterrorismo.it, vittimeterrorismo.it. URL consultato il 10 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2009).