La storia si svolge in tre "tempi narrativi" che ruotano intorno al protagonista, Ettore Corvaja seguendone prima la formazione dall'adolescenza in una Sicilia e una famiglia sospese tra la realtà e l'immaginario (che avviene lungo l'arco del 1955, dalla fine del V Festival della canzone italiana fino all'autunno dello stesso anno), a cura di un colto aristocratico del paese che gli fece da guida. Nella seconda parte il protagonista cresciuto si trova studente nel pieno boom economico degli anni sessanta. Nell'ultima parte si è trasferito a Milano, città frenetica e piena di fermenti. Qui Ettore, aspirante scrittore, entra con sospetto nel mondo della musica. Ma conosce anche un mondo altro grazie ad un gruppo esoterico che frequenta, apprezzando la scoperta del sé.
Produzione
«Partiti da un soggetto assolutamente pretestuoso, con Manlio Sgalambro, abbiamo scritto una sceneggiatura per un film-balletto. Il protagonista, un “cavaliere inesistente”, condivide con gli altri caratteri (stereotipi di comodo) l'incontro con lo “straordinario”… Così la lezione di cucito, di tantra, l'esoterismo, la filosofia. Il mio intento era quello di comporre e plausibilizzare questi sprazzi di veglia. La macchina da presa è il vero protagonista.[3]»
(Franco Battiato)
Il film prende il titolo dalla canzone degli anni sessanta Perduto amore del cantautore italo-belgaSalvatore Adamo, reincisa poi anche da Battiato nel suo album del 2002 Fleurs 3.
Tra le partecipazioni, il film vede il cantautore Francesco De Gregori impegnato come attore in una scena nel ruolo di un critico musicale.
Questa voce o sezione sull'argomento film è ritenuta da controllare.
Motivo: Ricerca originale. La colonna sonora deve riportare la tracklist esatta del supporto fonografico pubblicato come tale, non una lista della spesa delle canzoni presenti nel film.
Oltre alla regia e alla sceneggiatura del film, Franco Battiato ne ha curato anche la colonna sonora «originale e affascinante»,[4] creando attraverso un «raffinatissimo gioco di selezione e combinazione [...] un suggestivo arazzo melodico reso particolare dagli inconsueti abbinamenti»[4] tra brani degli anni sessanta-settanta e pezzi del repertorio classico.
Villanelle - Quand viendra la saison nouvelle da Nuits d'été di Hector Berlioz, eseguita da Mireille Delunsch (soprano) e dall'Orchestre des Champs-Elysées, diretta da Philippe Herreweghe.