Il ritorno di Poussin a Parigi nel 1640 sarebbe stato certo fallimentare, se egli non si fosse legato ad una prestigiosa clientela di amatori parigini, tra i quali Chantelou fu uno dei più influenti.
I due intrattennero una lunga corrispondenza che costituisce ancor oggi una fonte ricca di dettagli sulla vita dell'artista e sulle sue concezioni di allora.
Tra le commesse che Chantelou fece a Poussin dal suo ritorno a Parigi sono di particolare rilievo la serie dei Sette sacramenti (1644-1648), appartenente alla collezione del duca di Sutherland e attualmente in deposito alla National Gallery di Edimburgo, e il celebre Autoritratto del pittore (1650) conservato al museo del Louvre.
Chantelou e Bernini
Nel 1665Luigi XIV fece chiamare Bernini a Parigi, tramite il suo ministro Colbert, nel quadro del progetto di ristrutturazione del Louvre. Il re indicò Chantelou per accogliere e accompagnare l'artista italiano durante il suo soggiorno parigino. Da questo incontro nacque un diario molto preciso, che Chantelou redasse quasi giornalmente, dall'arrivo di Bernini a Parigi all'inizio di giugno, fino alla sua partenza cinque mesi dopo.
Inizialmente destinato al fratello di Chantelou, che abitava in provincia e non aveva potuto assistere a questo incontro, questo diario è divenuto un documento di primo piano, dal punto di vista sia artistico che storico. Ci fornisce infatti informazioni non solo sulla personalità dell'artista e sulla sua idea di arte, ma anche sulla vita quotidiana della corte; questo confronto tra il re di Francia e l'artista italiano più famoso del suo tempo rivela così anche un aspetto politico.
Bibliografia
Philippe Arnaud, "Le Concetto Bernini", in "L'Architecte, bâtisseur de la ville?", Mango, 2002
C. Jouanny, Correspondance de Nicolas Poussin, Archives de l'art français, Paris, 1911.