PIGS è stato usato fin dagli anni novanta per indicare quattro paesi dell'Europa meridionale: Portogallo, Italia, Grecia e Spagna.[1] L'Irlanda è stata aggiunta, dal 2010, come I addizionale: PIIGS, a causa del suo pesante coinvolgimento nella crisi, raggiungendo un deficit di bilancio del 32%.[2][3]
Nel 2010 in alcuni articoli l'Italia è stata sostituita dall'Irlanda nell'acronimo originale a quattro lettere[9][10], ma alcuni economisti continuano a considerare solo i Paesi mediterranei.[11][12] Meno di frequente la I è stata usata per riferirsi all'Islanda[13].
Nello stesso anno è stata aggiunta una G per Gran Bretagna (PIIGGS[14][15][16][17][18] o PIGGS[19]); si trova anche il termine PIIGSUK[14][15][16][19][20][21], composto da PIIGS e UK, iniziali di United Kingdom (Regno Unito in inglese). GIPSI[22][23] è stato introdotto per risolvere in qualche maniera il problema dell'accezione dispregiativa di PIIGS: l'acronimo richiama infatti il termine inglesegipsy, cioè zingaro.
Caratteristiche
Si tratta di acronimi dispregiativi[24][25][26][27][28][29][30], ma usati anche come termini tecnici[31][32], con cui si accomunano nazioni contraddistinte da situazioni finanziarie non virtuose.
La connotazione spregiativa è evidente dal fatto che pigs in inglese significa maiali, a suggerire il cattivo stato delle economie di tali paesi; l'espressione si presta, inoltre, a giochi di parole riferiti allo stereotipo del flying pig, ossia "maiale che vola", che indica una situazione impossibile a realizzarsi. Viene usata anche la locuzione porcine economy ("economia suina")[33].
Fondamenti economici
L'acronimo vorrebbe raggruppare i Paesi europei che presentano una precaria condizione dei conti pubblici che, unita ad una scarsa competitività dell'economia nazionale, rende incerta la capacità di ripagare il debito pubblico accumulato. Gli indicatori a cui si può fare riferimento sono diversi. Tra questi:
Da questo punto di vista, la Spagna presentava un debito pubblico ancora relativamente basso rispetto agli altri PIGS e inferiore alla media dell'Eurozona (73%), ma in rapida crescita dal 36,2% del 2007. D'altra parte, il Belgio presenta un debito pubblico pari al 97% del PIL ma non è incluso nei PIGS[34].
In questo caso l'eccezione è costituita dall'Italia, il cui debito pubblico era cresciuto nel biennio di appena 4 punti rispetto a una crescita di 20 punti o più di tutti gli altri paesi considerati.
Da notare l'esplosione del debito spagnolo, ormai prossimo alla soglia psicologica del 100%.
Nello stesso anno, il rapporto debito pubblico/PIL era di 106,7% in Belgio e di 95,6% in Francia.[36]
Da notare il dimezzamento in appena cinque anni del debito irlandese, lo sfondamento della soglia psicologia del 200% per quello greco, il continuo aumento di quello spagnolo (passato dal 35,8% del PIL nel 2008 al 120% nel 2020, più che triplicato in appena dodici anni); nello stesso anno, il rapporto debito pubblico/PIL era del 155,6% in Croazia, 115% in Francia e del 112,8% in Belgio, contro una media del 97,3% della zona euro.[37]
Deficit pubblico
A partire dal 2008, i PIGS hanno generalmente registrato deficit molto elevati. In particolare, nel 2010 essi erano, in rapporto al PIL:
In questo caso l'eccezione è costituita dall'Italia, mentre, tra i Paesi della zona euro la Francia ha un deficit più elevato di quello del Portogallo (7,7%)[34].
Conti con l'estero
In particolare, i PIGS presentano ampi deficit commerciali, sintomo di una scarsa competitività della produzione nazionale e di una insufficienza dei risparmi rispetto agli investimenti, e un certo grado di indebitamento con l'estero, conseguenza della persistenza nel tempo dei primi due fenomeni.
In particolare, negli anni dal 2005 al 2010 Grecia, Portogallo e Spagna hanno registrato in media un deficit delle partite correnti pari rispettivamente all'11,5%, 10,8% e 7,7% del PIL. Meno grave lo squilibrio dei conti con l'estero di Irlanda ed Italia con un deficit annuo medio pari rispettivamente al 3,6% ed al 2,5% del Prodotto Interno Lordo[38].
Crescita
Nel 2010 il FMI ha evidenziato che i PIGS avevano dei tassi di crescita negativi delle loro economie, tra i più bassi al mondo. In base a questo calcolo, Portogallo, Spagna, Irlanda e Grecia rientravano tutti nelle ultime 10 posizioni al mondo, tra il 173º e 183º posto della classifica mondiale. Nel 2018 la situazione è notevolmente cambiata in senso positivo, soprattutto per l’Irlanda, con l’eccezione della Grecia, benché in ripresa.
Elenco del 2010 del FMI degli ultimi posti nella classifica mondiale per la crescita[39]
^Chorafas, Dimitris (2010). The business of Europe is politics. Ashgate Publishing, p. 213. ISBN 978-0-566-09151-3.
^Aslund, Anders (2010). The last shall be the first: East European financial crisis. Peterson Institute for International Economics, p. 93. ISBN 978-0-88132-521-8.
^(EN) Will the Peso Rise or Fall?, su bworldonline.com, Business World. URL consultato il 6 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
^(EN) Shipbuilding going strong in Balamban, su sunstar.com.ph, Sun Star. URL consultato il 6 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2010).
^(EN) Shipbuilding going strong in Balamban, su sunstar.com.ph, Sun Star. URL consultato il 6 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2010).
^(EN) Greece and Ireland show best returns, su highbeam.com, Investment Adviser. URL consultato il 6 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2012).