Il paese è posto in prossimità del margine orientale del vasto tavolato basaltico del Guilcer e confina a nord con Aidomaggiore, a est con Ghilarza a sud con Abbasanta e a ovest con Santu Lussurgiu e Borore. La morfologia è generalmente piatta con alcune colline che raggiungono i 400 metri di altitudine.
Il territorio è ricco di sorgenti anche se alcune non hanno più acqua a causa del dissesto idrogeologico, è percorsa dal Rio siddo.
A nord, nella vallata di Chenale, è situata la frazione di Domusnovas Canales.
Clima
Il clima è mite per la non rilevante altitudine, i venti dominanti sono quelli settentrionali e occidentali.
Nel medioevo, con i nomi di Norgillo o Norghiddo, faceva parte della curatoria del Guilcier del Giudicato di Arborea.
Troviamo tracce della sua storia nelle schede del Condaghe di Santa Maria di Bonarcado.
Alla caduta del giudicato (1420) passò sotto il dominio aragonese, e fu incorporato nel marchesato di Sedilo, i cui ultimi signori furono i Delitala, ai quali il paese fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.
Con Decreto Regio del 21 dicembre 1862, pubblicato in data 8 febbraio 1863, il vecchio nome del paese, Norghiddo, assume quello attuale di Norbello.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone del Comune di Norbello sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 30 marzo 2004.[3]
«Semipartito troncato: il primo di argento, all'albero stilizzato, sradicato, con la parte legnosa al naturale, munito di sette ramoscelli, tre per parte in banda e in sbarra, uno in palo sulla punta, fogliato di settantatré, di verde, undici foglie in ciascuno dei ramoscelli laterali, sette foglie nel ramoscello in palo; il secondo di rosso, al medaglione ellittico di argento, caricato della croce latina anomala, di otto punte, con i bracci patenti e con il piede aguzzo, di rosso; il terzo di azzurro, al castello d'oro, murato di nero, merlato alla guelfa, le due torri di tre, il fastigio di tre, esso castello finestrato di due nelle torri, una e una, di nero, chiuso dello stesso, fondato in punta. Ornamenti esteriori da Comune.»
(D.P.R. 30.03.2004 concessione di stemma e gonfalone)
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di bianco.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Di notevole pregio la chiesa di Santa Maria, ora intitolata alla Madonna della Mercede, con iscrizioni murali e croci di consacrazione, risalenti alla fine del XII secolo.
A ovest dell'abitato, dopo aver attraversato la statale 131, a circa 8 km è presente un novenario, inaugurato nel 1952 attorno alla chiesa di Sant'Ignazio da Laconi, è la prima chiesa eretta e dedicata al santo cappuccino.
Architetture civili
Piazza del Popolo
Piazza delle Donne - Piazza Otto Marzo. Con la statua di Luigi Taras chiamata Emancipazione 90.
Altro
Il Monumento ai Caduti situato nel giardino pubblico di Via Vittorio Emanuele è stato realizzato nel 2002, ed è dedicato ai militi e alle vittime di tutte le guerre.[4]
La statua: Crisalide '88 - realizzata dall'artista Luigi Taras risale al 1988.
Siti archeologici
Nel territorio comunale sono accertati 38 siti archeologici[senza fonte], tra i quali:
Il M.I.D.I. Museo dell'Immagine e del Design Interattivo. Museo che vuole valorizzare Norbello grazie anche ai ritrovamenti archeologici e storici.
Geografia antropica
Frazioni
Domusnovas Canales, fino al 1927 un comune autonomo. Venne prima accorpato al comune di Ghilarza, successivamente ad Abbasanta fino al 1946. Quando Norbello divenne Comune indipendente, Domusnovas Canales, in seguito ad una petizione popolare ne divenne una frazione dal 1º luglio 1950. Nel territorio di Domusnovas Canales v'era l'abitato medioevale di Sella. Abitato di notevole importanza nel territorio e nella storia dell'Arborea, sono ancora presenti i resti del castello del X secolo.
Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato il 7 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2012).