«Monterubbiano, Castello del Piceno difficile ad espugnarsi, posto su di un elevato colle vicino a Fermo, è luogo ben noto sia nel movimento commerciale, sia per l'acume dell'ingegno degli abitanti, rinomato per l'aria salubre, le acque freschissime e l'abbondanza di olio e di frumento»
La fondazione di Monterubbiano si data intorno al VI-V secolo a.C. da parte dei Piceni, anche se si presuppone che il territorio sia abitato fin dal Paleolitico. Con l'espansione di Roma in queste zone, avvenuta presumibilmente intorno al 269 a.C., la cittadina prende il titolo di "Urbs Urbana" o "Urbs Civitas". L'urbs è la città latina per antonomasia dove è presente, oltre agli edifici civici, anche il pomerium, un luogo consacrato agli dei, che la distingue dall'oppidum, che è una semplice città fortificata.[8] Con la caduta dell'Impero romano d'occidente nel V secolo d.C. per mano di Odoacre, passa sotto il regno degli Ostrogoti, e ne rimarrà sotto fino all'arrivo del Longobardi nel 570, tranne per una piccola parentesi che va dal 535 al 553 dove ci saranno i Bizantini. Dal 570 al 1198 il conglomerato è sotto il ducato di Spoleto, dentro la Marca Fermana, fondato dai Longobardi ma che ne rimarrà anche sotto questo ducato, dopo la conquista dei Franchi nel 774, in questo periodo iniziano le influenze del papato in questa regione, nominando sovrani di origine franca per amministrare il territorio.
Intorno al XII secolo, pur rimanendo nello Stato Pontificio, ottiene l'autonomia come libero comune sotto il nome di Urbiano e per un breve periodo appoggiò lo schieramento ghibellino, riconoscendo Federico II come signore del paese. Il contrasto con il comune di Fermo coprì un arco temporale di 200 anni circa: Fermo, interessato dalla posizione strategica del paese, provò a conquistarlo fin dal XII secolo, senza mai riuscirci. Persino Ladislao di Napoli, Carlo Malatesta e Lodovico Migliorati sin interessarono al paese, i quali se lo contesero dal 1400 al 1433, fino all'arrivo del capitano di venturaFrancesco Sforza, che approfittò della crisi momentanea che stava colpendo Papa Eugenio IV per conquistare le città del maceratese e del fermano, tra cui Monterubbiano. Durante questo periodo il Comune divenne sempre più grande fino ad essere suddiviso in rioni o quartieri fino a raggiungere una popolazione di 5 000 cittadini solo all'interno delle mura. Con la paura di perdere il potere in queste zone il Papa nomina lo Sforza “marchese perpetuo di Fermo, vicario per cinque anni di Todi, Toscanella, Gualdo Rispampani, nonché gonfaloniere della Chiesa”, con ciò le marche del sud ritornano sotto l'influenza del Papato.
Proprio nel XV secolo nel paese, come molti altri delle Marche, si diffuse l'antisemitismo. Nel tratto conosciuto dagli abitanti locali come "Le Spiagge", anticamente sorgeva il ghetto degli ebrei, arricchito da numerose costruzioni, tra cui una sinagoga e vari collegamenti sotterranei. La situazione peggiorò nella prima metà del XVI secolo, quando il paese entrò in crisi economica a causa dell'indebitamento della popolazione ebraica. Per far fronte a questo problema, il governo cittadino fu costretto a vendere una porzione di territorio al Comune di Montefiore dell'Aso e decretare, il 6 settembre 1547, l'intenzione comunale di non cadere sotto il comportamento della minoranza ebraica, con la frase "Le ossa del Comune non verranno divorate dagli Ebrei" (in latinoNe ossa Communis devorentur ad Hebreis).
Chiesa dei Santi Stefano e Vincenzo: costruita nel XI secolo è la più antica chiesa che si ha nel territorio comunale. Chiesa parrocchiale attiva fino al 16 febbraio 1728, è costruita in stile romanico, che si può vedere bene in alcuni elementi architettonici, come l'abside, il campanile e nella divisione in tre navate diverse tra loro e composte da colonne in laterizio con capitelli realizzati in pietra arenaria. Durante il corso della storia la costruzione venne modificata numerose volte a partire dal XVI secolo, modifiche che si concluderanno solamente nel 1855, quando la struttura perde la sua forma originale a causa dell'innalzamento della navata centrare e dell'aggiunta degli altari.
Chiesa di Santa Maria dell'Olmo: costruita nel XI secolo in pietra arenaria, il nome deriva da un Olmo secolare che si ergeva nei pressi della chiesa. L'esterno in romanico presenta numerosi elementi artistici, come un rosone, una finestra bifora e una feritoia, che fanno completamente stacco con l'interno, costruito in stile neogotico dopo che il Priore Luigi De Angelis decise di trasformarlo, eliminando anche le due navate. Sotto la struttura si può ammirare una cripta costruita con colonne che sorreggono una volta a crociera.
Chiesa del Santissimo Crocifisso di Piano Nuovo: la chiesa fu costruita nel 1590 per volere di Paolo Pagani, a testimonianza della sua devozione, che la finanziò insieme alla comunità locale. L'edificio in laterizio è circondato all'esterno su tre lati da un portico e la porta centrale in travertino è decorata con l'arme del cardinaleOttavio Bandini, del vescovo Pagani e del Municipio. L'interno ha una pianta a croce latina, a navata unica che termina con un coro rettangolare affiancato da due cappelle che occupano il transetto. L'elaborato altare maggiore, di schietto gusto barocco, presenta un affresco con la Crocifissione, oggetto di devozione e precedente alla costruzione della chiesa. Ai lati sono due tele di fine Seicento, una con l'Ecce homo firmata dal fermano Giovanni Giuseppe Fantini, l'altra, anonima con la Salita al Calvario. La volta a botte è invece decorata da affreschi raffiguranti Storie della Passione entro cornici in stucco, attribuiti a Martino Bonfini e databili ai primi anni del Seicento.[10]
Chiesa della Madonna dei Monti: conosciuta anche come Santa Maria del Soccorso, la chiesa si trova nei pressi del cimitero monumentale. Quando nei primi anni del XIX secolo crollò, la comunità per salvare l'affresco raffigurante la Madonna del Soccorso di Giovanni Pagani, decise di effettuare alcune modifiche alla struttura e di rimaneggiare l'opera, oramai differente dall'originale a causa del lavoro errato.
Ex chiesa di San Michele Arcangelo: struttura di origine romanica, ospita un arco ogivale di origine gotica, varie monofore e bassorilievi del XI secolo.
Architetture civili e militari
Mura castellane: fatte erigere da Francesco Sforza tra il 1433 e il 1446, sono composte avamposti e torrioni interamente costruiti in laterizio. Nella lunghezza complessiva di 2 km, sono distribuite tre porte d'accesso: Porta San Basso o Porta Vecchia che si affaccia verso l'Aso, Porta del Pero o Porta della Valle verso Fermo e Porta Sant'Andrea. Onofrio III nel XIII secolo diede ordine di fornire il paese di baluardi per completare il suo piano strategico contro le incursioni dei Saraceni.
Palazzo comunale: opera del XIV secolo, risalente al periodo romanico-gotico, prima della costruzione del palazzo comunale, le riunioni si svolgevano nei periodi freddi nella chiesa romanica di Santa Maria dei Letterati (comunemente chiamata Collegiata), mentre in quelli caldi direttamente in piazza. La struttura è sormontata dalla torre civica decorata con vetri alla veneziana. L'interno, decorato con opere che vanno dal XVI al XX secolo, ospita il Museo delle Bambole, una raccolta di bambole provenienti da tutto il mondo.
Polo culturale San Francesco: sede del nuovo museo civico archeologico, della biblioteca, del laboratorio didattico, della sala congressi, dell'auditorium e dell'orto botanico, sorge all'interno dell'ex Chiesa di San Francesco, fondata nel 1247 da Matteo, un seguace di Francesco d'Assisi. L'esterno non è più l'originale a causa dei numerosi interventi, mentre l'interno ospita un ciclo di affreschi quattrocenteschi e numerosi altari barocchi settecenteschi.
Focarò in piazza della Madonna, centro storico 8 dicembre
Cucina
Le tagliatelle fritte sono un piatto tipico di Monterubbiano.[12][7]
Geografia antropica
Frazioni
Chiesanuova. La frazione più piccola nasce intorno alla chiesa di Sant'Isidoro e dista circa 4 km da Monterubbiano.[13] Il piccolo edificio religioso si deve al nobile fermano Nicolò Morici, per devozione del quale fu eretto nel 1688.
Montotto. Ha circa cento abitanti[14] e si trova a 4,5 km dal capoluogo in direzione sud ovest,[13] da dove offre la veduta del lato meridionale del paese. Nasce nel V-VI secolo, fondata dai cittadini di Monterubbiano dietro la spinta delle invasioni barbariche. L'agglomerato, popolato crescentemente anche da personaggi autorevoli, si espande fino all'anno 1000, si costituisce in castello e acquista una chiesa e un cimitero propri. Nel XIV secolo tuttavia la rinascita di Monterubbiano condanna Montotto alla decadenza.
Monterubbiano nel corso del XX secolo ha sviluppato numerose industrie. Nel territorio comunale operano la FAAM, azienda che si occupa dal 1974 di batterie, pile e accumulatori al piombo, divenuta negli anni 1990 la quinta azienda a livello nazionale ad occuparsi del settore, con espansione nei paesi dell'est Europa, la Ecocar, sottodivisione della FAAM produttrice di veicoli elettrici e il Tomaificio Romanelli Lorenzo che si occupa di tomaie per calzature sportive, lavorando per Adidas, Cofra, Imac e Simod.[6] Importante anche la presenza della sede centrale di Sigma, azienda del settore meccatronico.
La squadra di calcio paesana è la Monterubbianese che gioca attualmente nel campionato regionale di Promozione e i colori sociali sono il rosso e il bianco; nel campo A. Mariotti disputa le partite casalinghe anche la ASD La Robbia militante in Terza Categoria
Calcio A5
Nel calcio a 5 invece esistono due società: il Circolo Don Bosco Rubbianello e La Robbia, entrambe disputano il campionato CSI della provincia di Fermo e giocano le partite casalinghe presso il palazzetto dello sport di Montefiore dell'Aso.
^Matteo Josè Togni, Monterubbiano, oratorio del Crocifisso, in Capriccio e Natura. Arte nelle Marche del secondo Cinquecento. Percorsi di rinascita., catalogo di Mostra, Macerata, 2017, pag. 242.
L. Centanni. Guida Storico - Artistica di Monterubbiano. Milano, 1927.
F. Fabi, R. Folicardi, L. Marchionni. Il tempo, i riti, le immagini del cristo morto a Monterubbiano. Acquaviva picena, Andrea Livi Editore, 2004.
AA.VV, Monterubbiano: architettura, arte, tradizioni, economia, Colonnella, 1996.
G. Nepi, E. Febi. Sciò la Pica: la venuta dei Piceni. Capodarco di Fermo, 2002.
F. Fabi. Le feste di Pentecoste a Monterubbiano. Capodarco di Fermo, Andrea Livi Editore, 2005.
Vincenzo Pagani, a cura di W. Scotucci e P. Pierangelini, Cinisello Balsamo 1994.
La *Chiesa di S. Maria dell'Olmo detta di S. Lucia in Monterubbiano / Luigi Centanni. - Monterubbiano : Tipografia Fabiani, 1946
Notizie storiche della Famiglia Onesti / Luigi Centanni. - Monterubbiano : Tipografia G. Fabiani, 1932. - 8 p. ; 20 cm. ((Omaggio alla memoria del compianto prof. Temistocle Calzecchi Onesti nel 10. anniversario della morte a cura del fascio di combattimento, Monterubbiano 4 dicembre 1932
La Parrocchia dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista a Monterubbiano : memorie storiche ed artistiche / Luigi Centanni. - Monterubbiano : [s.n.], 1947 (Roma : Tipografia de "Il Giornale d'Italia").
Piccola storia di Montotto / Dott. Luigi Centanni. - Monterubbiano : [s.n.], [19..]
Sonetti autunnali / Luigi Centanni. - Milano : [s.n.], 1942.
Tutti li sonetti de lu Mattu de Cignale : (dialetto Monterubbianese) / Luigi Centanni. - Monterubbiano : G. Fabiani, 1950.
Cento canti e qualche stornellata de lu Mattu de Susè (dialetto Monterubbianese) / Attilio Basili (autore), a cura di F. Fabi, Livi Editore.
Petali di Robbia (dialetto Monterubbianese), Il Corriere Piceno / Attilio Basili (autore), Ennio Speranza (disegni), Prefazione di F. Fabi, Ed. La Rapida.
V. Cognigni. Monterubbiano com'era. Andrea Livi Editore, 2016
Comune di Monterubbiano, Monterubbiano, Monterubbiano.