Secondo lo storicocatalano, Pròsper de Bofarull i Mascaró, nel suo Los condes de Barcelona vindicados, Tome I, conferma che Mirò era il quartogenito e, per tale motivo fu avviato a una carriera ecclesiastica[11].
Ancora secondo il Gesta Comitum Barchinonensium, suo padre Mirò II, morì nel 929[3] e, nella Cerdanya gli succedette suo fratello primogenito, Sunifredo come Sunifredo II[3]. Mirò fu sepolto nel monastero di Ripoll[3]. Secondo il Chronicon alterum Rivipullense, invece morì nel 928[12], data confermata anche dal Bofarull[13], che riporta che Mirò aveva redatto un testamento nel 926[14].
La contea di Besalù fu governata dal fratello, il secondogenito, Goffredo II, sino alla sua morte avvenuta nel 957
Mirò, da giovane, era stato avviato alla vita ecclesiastica, e già nel 941 viene menzionato come diacono[15]; infatti in quella data viene citato come levita[16][17], quando fece una donazione assieme alla madre, Ava e ai tre fratelli maschi, Sunifredo, Goffredo e Oliva (Ava comitissa et filiis meis Seniofredus comes et Wifredus comes et Oliba comes et Miro levita), come da documento n° LXXVI, della Marca Hispanica sive Limes Hispanicus[18].
Mirò, nel 959, fece una donazione di un bene che aveva ricevuto in eredità dal fratello, Goffredo, come da documento n° MMCXXXIII del Colección diplomática del Condado de Besalú, datato 960, inerente ad una donazione[19].
Nel 966, suo fratello, Sunifredo II fece un'ultima donazione all'abbazia di Arles-sur-Tech, come da documento n° CV dell'Appendix della Marca Hispanica sive Limes Hispanicus[20], dove si era ritirato e dove, ancora secondo il documento n° CIV dell'Appendix della Marca Hispanica sive Limes Hispanicus, nel mese di ottobre, aveva fatto testamento, indicando come suoi eredi i fratelli Oliba Cabreta (fratre meo Olibane) e Miró (fratri meo Mironi)[21].
Suo fratello, Sunifredo II, morì verso il 968, come riporta il Bofarull[22], e, nei suoi titoli gli succedettero entrambi i fratelli.
Mirò, dopo aver ereditato dal fratello, Sunifredo II, in quello stesso anno, 968, fece a sua volta una donazione alla chiesa di Gerona, come da documento n° CV dell'Appendix della Marca Hispanica sive Limes Hispanicus[23].
Due anni dopo, nel 970, fu nominato vescovo di Gerona[3], per cui si dedicò soprattutto all'opera episcopale e delegò gran parte dei suoi poteri di contea a suo fratello, Oliva[15].
Il 2 febbraio 970, aveva ceduto a "Dio e a Santa Maria" le terre ereditate dal fratello Sunifredo I, che erano appartenute ai ribelli che avevano causato la morte di Goffredo II[15].
Miró, vescovo e conte (Miro nutu Dei Gerundensis ecclesiæ humilis episcopus ac comes Bisuldunensis) fu tra i fondatori del Monastero di San Pietro di Besalú (Fundatio Monasterii sancti Petri Bisuldunensis), assieme ai fratelli Oliba Cabreta e Sunifredo II (cum fratribus nostro domno Olibano ac Seniofredo comitibus), come riporta il documento n° XXIV della Espana Sagrada XLIII, datato 24 novembre 977, giorno dell'inaugurazione[24].
In quello stesso anno, 977, Mirò fece una donazione alla chiesa di Besalù[25].
Nel 978 si riaccese la rivalità tra le contee di Barcellona-Girona e Cerdayna-Besalú, quando il conte Borrell II di Barcellona rivendicò nuovamente la contea di Besalú, sostenendo, senza poterlo provare, che era appartenuta a suo padre; Borrell II preparò un esercito a Banyoles per invadere Besalú con l'aiuto di truppe musulmane[16][17]; l'intervento di Almanzor impedì l'alleanza tra Borrell II e il Califfato di Cordova, quindi il conte di Barcellona ritirò il suo esercito per poter difendere la tua contea[15].
Il ritiro di Borrell II per Miró Bonfill fu una grazia divina[15].
Mirò morì nel 984, come riporta il Chronicon alterum Rivipullense (984. obitum Mironis episcopi, filii Mironis comitis)[26]; il Bofarull riporta che morì il 22 gennaio[11]; fu tumulato nel Monastero di Ripoll[3].
Mirò, conte-vescovo di Besalú, era un uomo gentile di grande cultura, che scriveva sia in prosa che in versi e in un latino molto elaborato e metaforico ed anche in greco, sebbene solo una dozzina dei suoi scritti siano conservati. La sua politica di contea consisteva nel risolvere i problemi senza violenza, ma con energia; sotto il suo governo ci fu un tempo di pace solo offuscato dalle ambizioni del conte di Barcellona, Borrell II[15].
Era in contatto con Gerberto, il futuro papa Silvestro II, che lo teneva in grande considerazione, e contribuì senza dubbio alla formazione morale e intellettuale del nipote, che sarebbe diventato il grande abate vescovo Oliva[16][17].
A Mirò succedette suo fratello Oliba Cabreta, come unico conte di Cerdaña e di Besalù[15].
Discendenza
Di Sunifredo non si conosce il nome di un'eventuale moglie né si conosce alcuna discendenza legittima[27][28].
^Goffredo il Villoso fu il primo conte indipendente di Barcellona (l'indipendenza formale si ebbe solo circa 100 anni dopo, nel 988, col conte Borrell II) ed è considerato il fondatore della Catalogna