In seguito alle modifiche regolamentari della Formula Grand Prix entrate in vigore al termine del 1926, la Tipo 26 primigenia venne rivista per quanto riguarda la cilindrata del motore, aumentata da 1,5 a 2 l, pur mantenendone inalterata l'architettura.
La linea della Tipo 26 B fu rivista rispetto all'antenata, la Tipo 26. Ora aveva una radiatore inclinato e delle prese d'aria sul cofano opera di artigiani, tra cui Medardo Fantuzzi[1].
Dalla Tipo 26 B derivarono anche la Tipo 26 R del 1928, con cilindrata ridotta a 1,7 l e la Maserati V4 che utilizzava due propulsori della 26 B affiancati tra loro.
Come nel caso della Tipo 26, esistono discrepanze sul numero totale di esemplari costruiti, variabili tra 6 e 7[3], presumibilmente in base al fatto se venga conteggiato il solo propulsore, registrato al numero 40, fornito in sostituzione di quello montato sull'esemplare n. 36[4]
La Tipo 26 B MM
Questo modello fu sottoposto alle stesse modifiche applicate alla Tipo 26 quando la Casa automobilistica per essere utilizzata nelle corse su strada di lunga distanza, nacque così la Tipo 26 B MM[5].
La Tipo 26 B MM partecipò a due edizioni della Mille Miglia, nel 1928 e nel 1929; il primo anno, al suo debutto (31 marzo 1928), i due piloti erano Aymo Maggi ed Ernesto Maserati, e la gara si concluse con un ritiro della vettura. Anche nel secondo anno il modello si ritirò, questa volta a 700 Km dalla partenza e con alla guida Baconin Borzacchini ed Ernesto Maserati[5].