Era soprannominata "Birdcage" per via della peculiare struttura del telaio[1]. Questo era particolarmente rigido e ultraleggero, ed era composto da 200 tubi di piccolo diametro con conformazione a traliccio[1]. Richiamava dunque una gabbia di un uccellino ("Birdcage")[1]. La carrozzeria era in alluminio ed era forgiata a mano da Gentilini e Allegretti[1].
Il suo motore era basato su quello installato sulla 200S, con due carburatoriWeber orizzontali a doppio corpo e lubrificazione forzata a carter secco con serbatoio laterale e pompe di mandata e recupero[1]. La testata fu modificata, e l'alesaggio fu aumentato a 93,8 mm, mentre la corsa, ridotta a 72 mm, era più corta per erogare più potenza ai regimi più elevati, più precisamente di 200 CV a 7800 giri al minuto[1]. La cilindara risultante era di 1989 cm³. Questo propulsore era installato a 45° al di sotto del cofano ribassato[1]. La frizione era a dischi multipli e il cambio era transaxle a cinque rapporti, in blocco col differenziale autobloccante ed era installato trasversalmente sul retrotreno[1]. Le sospensioni derivavano dalla 250F e dalla 300S[1]. Quelle anteriori erano formate da doppi triangoli e molle elicoidali, mentre su quelle posteriori da un ponte de Dion installato su montanti, e balestre trasversali[1]. Erano una novità per la Maserati i freni a disco con pinze Girling[1].
Le competizioni
Progettata da Giulio Alfieri, la Tipo 60 era un modello sportivo destinato alle competizioni e ad estimatori privati[1].
Con un'ottima manovrabilità ed un buon rapporto peso/potenza la Birdcage vinse nettamente sui costruttori inglesi e la Porsche[1]. Con alla guida Stirling Moss colse la prima vittoria al suo debutto a Rouen, in Francia, il 12 luglio 1959 sconfiggendo facilmente due Lotus 15[1]. La Tipo 60 fu costruita per il seguito che aveva il campionato italiano, considerando anche le vendite del modello da strada 3500 GT[1]. Odoardo Govoni conquistò dal 1960 al 1962 tre campionati della montagna, mentre Mennato Boffa vinse il campionato italiano di velocità nel 1960 e Nino Todaro si aggiudicò i due titoli nel 1963[1].
Il primo modello della Tipo 60 costruito nel marzo del 1959 fu trasformato a novembre dello stesso anno in una Tipo 61 con motore da 2900 cm³ di cilindrata[1].