Se le prime opere di Stroppa (tra cui Metabolai e Traiettorie, anni ottanta) privilegiano, anche nei titoli, una dimensione tecnica e astratta, dovuta alla ricerca di un linguaggio personale, in anni più recenti Upon a blade of grass (1996), Hommage à Gy. K. (2004), Opus nainileven (2004), I will not kiss your f.ing flag (2005), per citarne alcune, mostrano un atteggiamento umanistico che rivaluta forme di impegno poetico e sociale.
Musicalmente "bilingue" per formazione, all'utilizzo degli strumenti acustici Stroppa affianca, nelle sue opere, l'esplorazione delle possibilità offerte dall'elettronica, spesso intesa come spazializzazione del suono. In tal senso, si rivelano particolarmente significativi lavori quali Spirali (1988) per quartetto d'archi "prioiettato" nello spazio, con il quale Stroppa si propone di "dinamizzare l'ascolto frontale tradizionale", e Miniature estrose (1991- ), ciclo di pezzi pianistici di vario carattere e durata, costruiti intorno a piccoli nuclei sonori e strutturali ricorrenti, che conferiscono alla raccolta una struttura reticolare.
L'attività di ricerca
Dopo aver collaborato con il Centro di Sonologia Computazionale dell'Università di Padova (1980-1983), Marco Stroppa è stato invitato da Pierre Boulez a collaborare con lo staff di ricercatori dell'IRCAM di Parigi, nell'ambito del quale ha ricoperto, tra il 1987 e il 1990, l'incarico di Direttore del Dipartimento di Ricerca Musicale.
Inoltre, ha istituito (1987) e diretto per tredici anni il Corso di composizione e il Laboratorio di musica informatica presso l'International Bartók Festival di Szombathély, in Ungheria.
Estetica
Il percorso compositivo di Marco Stroppa, come egli stesso afferma, può essere considerato un viaggio nella percezione e nella cognizione sonora - lungo la via indicata da Stockhausen negli anni cinquanta - e, d'altra parte, un viaggio nella forma. Secondo Stroppa, infatti,
«il compositore è un mini-informatico in nuce: ha un mondo immaginario che cerca di tradurre mediante modelli, consci o inconsci, noti o inediti. Il risultato di questa operazione è una partitura che riporta la trascrizione del concetto, e l’esserne consapevole consente di immaginare forme musicali che, diversamente, non sarebbero accessibili.»
Proprio il costante lavoro di ricerca in ambito informatico, peraltro, induce il musicista veronese a cogliere i limiti - non strumentali - della macchina, in virtù dei quali egli ritiene necessario
«ritrovare l’umanità del compositore, che deve interrogarsi sul senso dello scrivere per degli umani e non per delle macchine.»
Alla luce di questa ricerca di senso, la musica di Stroppa intende presentare una struttura ramificata non soltanto nella proposta formale, ma anche nel rapporto di fruizione con il pubblico, così da offrire chiavi molteplici di accesso all'opera.
Hidinefte, ou l'autre face de Traiettoria (1989), computer-generated sounds
Proemio (1990), opera per la radio su testo di Adolfo Moriconi
Leggere il Decamerone - Computer music for 160 radio broadcasts devoted to the integral reading of G. Boccaccio's Decameron (1990)
Träume vom Fliegen (1990), computer music per balletto di acrobati e funamboli
in cielo in terra in mare (1992), opera per la radio su testo di Adolfo Moriconi
...1995...2995...3695… (1995) ‘'comoedia harmonica'’ per un'attrice, contrabbasso, tam-tam, computer music, live electronics e sound projection su testo di Adolfo Moriconi