Dopo l'esordio, nel 1988, con L'infinito. Il vuoto. Dialettica delle configurazioni dell'infinito e del vuoto nel pensiero occidentale (Fasano, Schena Editore, 1988), ha approfondito l'indagine sull'infinito nell'ambito matematico: la cosiddetta crisi degli incommensurabili e dei numeri irrazionali, propria dell'antico pitagorismo e trattata in Il sublime e la forma (Manduria, Lacaita, 1990), troverebbe nell'analisi svolta in L'Enigma di Delo. Sul Teorema (Torino, Arktos, 1994) un punto focale nell'Ultimo Teorema di Fermat che, ricondotto al Teorema di Pitagora, rivelerebbe l'impossibile soluzione nei termini della geometria euclidea causa l'emergere dell'incommensurabilità e dei numeri irrazionali. L'analisi della matematica arcaica si è quindi dilatata in Sapienza e oblio. Ars Mathematica Regia (Padova, Sapere edizioni, 2004) in cui si sostiene che le differenze fra valori euclidei e non euclidei sarebbero dovute al comune problema dell'irrazionale matematico prima che alla tipologia di superficie.
Proseguendo le sue indagini in un continuo confronto fra antico e moderno, l'autore è pervenuto alla teoria della relatività, anzitutto analizzata nelle sue premesse sia nel mondo antico sia nella fisica classica: in Zenone di Elea e la fondazione della scienza occidentale (Carmagnola, Scolastica Editrice, 1998) sostiene che i paradossi di Zenone possono essere interpretati come una raffigurazione scenica non solo dell'irrazionale matematico ma anche dei problemi inerenti al moto successivamente focalizzati nella fisica classica, mentre in Theoria Motus. Principio di relatività e orbite dei pianeti (Milano, FrancoAngeli, 2004, 2010, 2013)[1] analizza la teoria del moto giungendo ad una delimitazione dell'ambito di applicazione del principio di relatività galileiana di cui verrebbe negato il valore universale. Invece un'analisi della moderna teoria della relatività e dei conseguenti modelli cosmologici a partire dalla teoria del Big Bang viene svolta, criticando anzitutto le errate interpretazioni della prima e negando validità alla seconda anche nelle sue diramazioni, in La relatività e la falsa cosmologia (Lecce, Manni Editori, 2004[2], 2008), tradotto in francese nel 2009 (La relativité et la fausse cosmologie, Parigi, Harmattan, 2009).
De Paoli ha aperto in seguito un nuovo filone di studi rivolgendosi alle scienze della vita, rivisitando criticamente le teorie (classiche e moderne) dell'evoluzione in La Tragica Armonia. Indagine filosofico-scientifica sulla genesi e l'origine del vivente (Milano, Mimesis, 2014). L'origine della vita non sarebbe in tutto riconducibile ad un avvenimento casuale: a partire dalle strutture rintracciabili nella fisica quantistica, esaminate in La simmetria nascosta. L'ordine soggiacente nella meccanica quantistica (Milano, Mimesis, 2011), la vita si formerebbe e svilupperebbe in una “tragica armonia” sulla base di un isomorfismo organismo-ambiente la cui ipotesi è delineata in Elettricità, vita, cervello. L'innervazione dell'organismo-mondo (Milano, Mimesis, 2018). Infine si è concentrato sulle neuroscienze, scorgendo nei disturbi associativi neurali una chiave interpretativa della patologia neurologica e psichica in La dis/integrazione del semiotico. Saggi sull'associazione e la dissociazione neurologica (Milano, Mimesis, 2019, 2021).[3]
Oltre le altre ricerche e interventi disseminati in numerose riviste e giornali culturali (fra cui Paradigmi, Filosofia, Giornale di Fisica, Emmeciquadro, Episteme, Vita pensata, LineaTempo, Il Protagora, InCircolo, Il Domenicale), va ricordata l'analisi critica del pensiero di Emanuele Severino in Furor logicus. L'eternità nel pensiero di Emanuele Severino (Milano, FrancoAngeli, 2009). Il suo interesse in campo scientifico, favorito dall'esperienza di vita in Etiopia, si è anche rivolto all'etnologia in Etiopia, lontano dall'Occidente. Un pezzo di vita e uno studio storico e antropologico (Milano, Mimesis, 2011).
Giudizi critici
Il testo La relatività e la falsa cosmologia ha suscitato polemiche: criticato da più voci all'interno di un forum[4], è stato positivamente recensito su riviste qualificate: Alberto Giovanni Biuso, Un recente dibattito su relatività e cosmologia[5] e, riguardo alla critica alla cosmologia del Big Bang, Vittorio Banfi[6] (Centro di Astrodinamica Giuseppe Colombo), Il Protagora, Lecce 2004, 3, Manni Editori, pp. 214-216.
Pubblicazioni
L'infinito. Il vuoto. Dialettica delle configurazioni dell'infinito e del vuoto nel pensiero occidentale, Brindisi, Schena, 1988, ISBN 9788875142421