Professore di diritto costituzionale all'Università di Bologna, fu prima libero docente (dal 1890), dall'anno seguente
docente per incarico, indi divenne ordinario nel 1899.
Fu eletto deputato per il collegio di Verona nella XXII, XXIII, XXIV, XXV e XXVI legislatura del Regno d'Italia; politicamente, si collocava tra i liberali moderati[1]. Dopo aver insegnato anche all'Università di Roma, fu Sottosegretario al Ministero della Pubblica Istruzione.
Come Ministro delle colonie nel governo Giolitti, stipulò una convenzione secondo cui le forze arabe insorte riconoscevano la sovranità italiana sulla Tripolitania e sulla Cirenaica, in cambio di una larga autonomia nella zona direttamente controllata dal loro capo Ahmed El Senussi. Tale accordo realizzò una temporanea pacificazione della colonia, sino a quando Mussolini non provvide a denunciarlo e a riaprire il conflitto con le forze indigene[2].
Abbandonata la politica
attiva, nel 1925 tornò a insegnare
e fu tra i fondatori della facoltà di
Scienze politiche dell'Università
di Roma, ove tenne la cattedra di
Diritto pubblico comparato[3].
La teoria giuridica
Elaborò la concezione dell’elasticità dello Statuto albertino: “per elasticità intendo la caratteristica conformazione di una Carta costituzionale, la quale agevolmente si adatti alle variabili necessità dei tempi e delle circostanze, perché le sue formule, sintetiche e generiche lasciano largo margine al loro sviluppo e alla loro integrazione, mediante leggi costituzionali particolari, consuetudini e interpretazioni varie”[4]. In epoca di Costituzione flessibile, "tuttavia egli va oltre la tradizione. Siamo nel 1939, un periodo cruciale
per il diritto pubblico italiano. Due anni dopo Mortati darà alle stampe La Costituzione in senso materiale. In realtà Rossi anticipa un tema che sarà ampiamente sviluppato dopo l’entrata in vigore della Costituzione del 1948"[5].
^Voce "Rossi, Luigi" del Dizionario biografico dei giuristi italiani (XII-XX secolo) (a cura di Birocchi, Cortese, Mattone, Miletti), Il Mulino, 2013, volume II, p. 1738, ove si adducono a riprova anche i suoi "saggi sullo stato d'assedio e sul tema dell'immunità parlamentare".
^Carlo Sforza, L'Italia dal 1914 al 1944 quale io la vidi, Mondadori, Roma, 1945, pag. 54.
^Trifone, Gian Paolo, Il dovere elettorale in uno scritto di Luigi Rossi del 1907, Giornale di storia costituzionale. I semestre, 2009 (Macerata : EUM-Edizioni Università di Macerata, 2009).
^L. Rossi (1939), “L’‘elasticità’ dello Statuto italiano”, in Scritti vari di diritto pubblico, vol. VI, Milano, 1941, p. 2.
^Luciano Patruno, L'elasticità della Costituzione, Democrazia e diritto : XLIX, 1 2, 2012, p. 118 (Milano : Franco Angeli, 2012), ove si prosegue così: "la verità è che l’elemento politico si riflette sull’elemento giuridico e lo condiziona. Non solo. Il diritto costituzionale, afferma Rossi, muta più rapidamente delle altre branche del diritto, proprio in ragione dell’influenza dell’elemento politico su quello giuridico".
^Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.94 del 26 aprile 1926, pag.1702.