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Motivo: 1) Voce confusa fin dai wikilink: si confonde l'essere pretendente con l'essere in linea di successione. 2)La pretesa al trono viene trattata come se fosse un titolo nobiliare da detenere.
Dopo l'abolizione della prima legge d'esilio nel 1871, il giovane "Duca d'Orléans" si stabilì con la famiglia nel castello d'Eu. Iniziò in questo periodo a interessarsi di botanica e di zoologia.
Il padre era, sin dalla morte di Enrico V, il principale pretendente al trono di Francia e s'impegnò ad una restaurazione monarchica nel rispetto del diritto. Ma, nel 1886, la famiglia reale fu nuovamente colpita dall'esilio, votato a seguito di una campagna di stampa che ebbe per causa il matrimonio della figlia maggiore di Filippo VII, la principessa Amelia, con l'erede al trono portoghese, matrimonio al quale assistettero gli ambasciatori di molti Stati europei. La famiglia reale si trasferì nuovamente in Inghilterra.
Filippo VIII (dal 1894) fu riconosciuto dalle Corti d'Europa come il legittimo pretendente al trono di Francia e di Navarra. Tra tutti ricordiamo il riconoscimento di Francesco Giuseppe, di cui è noto il rispetto per le regole di protocollo: quest'ultimo accolse alla stazione di Vienna Filippo col titolo di capo della Casa Reale di Francia, in occasione del matrimonio del pretendente francese con un'arciduchessa d'Austria; sempre in questa evenienza, l'imperatore conferì a Filippo l'Ordine del Toson d'Oro.
Carriera militare
Essendogli preclusa la carriera militare in Francia, il Duca d'Orléans si iscrisse alla Reale accademia militare di Sandhurst, alla quale accedette senza concorso per ordine della regina Vittoria, come figlio primogenito del Capo di una Casa Reale.
Arruolatosi nell'esercito britannico, partecipò a missioni nell'Himalaya, in India, nel Sikkim e nel Nepal, dove venne raggiunto dal cugino Enrico d'Orléans, figlio del duca di Chartres.
Ritornato in Europa nel 1889, il duca d'Orléans si iscrisse all'accademia militare svizzera.
Principe Gamella
Nel 1890, ventunenne e ancora colpito dalla legge d'esilio, sbarcò clandestinamente a Parigi per esigere, come ogni giovane francese, il diritto di compiere il servizio militare, ma ciò gli venne negato: il governo lo condusse in giudizio e fu condannato a due anni di reclusione. Il duca d'Orléans venne rimesso in libertà dopo quattro mesi di carcere, essendo il governo repubblicano evidentemente imbarazzato per aver incarcerato un francese desideroso di servire il proprio Paese e di manger à la gamelle du soldat (mangiare il rancio del soldato). Dopo questo episodio, il principe si guadagnò il soprannome popolare di Prince Gamelle.
Il matrimonio non produsse figli. Dopo che la lunga storia d'amore tra il marito e la cantante lirica australiana Nellie Melba divenne di dominio pubblico, nel 1914 Maria Dorotea decise di chiedere il divorzio; il 19 agosto 1914 il matrimonio venne annullato anche da papa Pio X.
Esplorazioni e viaggi
Dopo questo infruttuoso tentativo di rendersi utile alla patria, tentativo preso senza metterne al corrente il padre e che mise fortemente in imbarazzo lo zio Duca d'Aumale, il quale temette di essere costretto pure lui all'esilio, il giovane Duca d'Orléans riprese a viaggiare e si dedicò alla caccia nel Caucaso, in America Settentrionale, in Somalia e in Etiopia. Raccolse una quantità notevole di trofei animali, che collezionò con l'intento di fondare un museo. Nel frattempo fece anche alcune scoperte scientifiche: in Etiopia visitò regioni ancora sconosciute agli europei e identificò una nuova varietà di elefante, che in suo onore venne chiamata Loxondonta africana Orleansi. Nel 1894 andò in Egitto ed in Palestina con la sorella Duchessa d'Aosta.
Il matrimonio del "Duca d'Orléans" con la cugina Maria-Dorotea nel 1896 comportò la conclusione del periodo delle grandi spedizioni del principe, ma non pose fine ai suoi viaggi. A partire dal 1897, a bordo del panfilo Maroussia, la coppia visitò i lidi del Mediterraneo e soggiornò spesso a Palermo nel superbo Palazzo Orléans, dove ricevette numerose visite reali, come quella di Guglielmo II di Germania.
Ciononostante le relazioni della coppia si degradarono e il Duca decise di ricominciare le sue spedizioni.
Dal 1912 Filippo riprese le spedizioni terrestri, ma questa volta più per motivi venatori che per interesse scientifico. Partì di conseguenza per l'Asia centrale, la Russia e il Caucaso e l'anno successivo fu in Argentina e in Cile.
Attività politica e ultimi anni di vita
Questi viaggi non gli impedirono tuttavia di adempiere ai suoi doveri di pretendente (dal 1894), anche se mostrò scarso interesse personale. Il movimento monarchico era allora, come del resto gran parte dei francesi, antidreyfusardo e Filippo si schierò tra gli antidreyfusardi più convinti (1898). Da Principe cattolico, si oppose alla legge sulle congregazioni del 1901.
Fu comunque l'incontro nel 1908 tra Filippo e Charles Maurras che costituì l'avvenimento politico più importante per la sua vita: egli abbandonò alla Action Française la direzione politica del movimento monarchico francese.
Durante la prima guerra mondiale, Filippo cercò di partecipare al conflitto dalla parte dell'Intesa, ma né la Francia, né il Regno Unito, né la Russia, né gli Stati Uniti glielo permisero; non gli restò dunque che attendere la fine del conflitto in Inghilterra. Il 19 febbraio 1921 Filippo inviò la medaglia dell'Ordine dello Spirito Santo a Lyautey in occasione della sua nomina a Maresciallo di Francia.
Nel corso dei suoi viaggi, Filippo VIII ha collezionato una grande quantità di trofei di caccia che ha fatto esporre nei suoi castelli in Gran Bretagna ed in Belgio, essendo però suo profondo desiderio quello di fondare un museo di storia naturale in Francia aperto al pubblico.
Alla sua morte, sua sorella la regina Amelia del Portogallo, si assume l'impegno di realizzare questa sua volontà ottenendo che il Museo di storia naturale di Parigi accolga la preziosa collezione in una sala costruita dall'architetto Weber e decorata da Maxime Real del Sarte: la sala risulta mal progettata e i trofei sono esposti ad una rapida degradazione. Nel 1960, le autorità si vedono costrette a demolire il monumento e i pochi trofei ancora indenni sono trasferiti nella Grande galerie de l'Evolution, dove possono essere visti tutt'oggi.