Luciano Beretta (Milano, 1º gennaio 1928 – Caprino Veronese, 11 gennaio 1994) è stato un paroliere, cantante, ballerino e scrittore italiano.
Luciano Beretta nacque a Milano il 1º gennaio 1928. Ha lavorato spesso con Adriano Celentano e gli altri interpreti appartenenti al Clan, senza farne parte, anche se qualche volta ha scritto canzoni per artisti esterni[1].
Figlio di un autista, Angelo, e di una sarta, Maria, trascorre l'infanzia nella casa di via Guglielmo Pepe 8, per trasferirsi poi con la famiglia in via Garigliano 3; consegue il diploma di ragioniere nel 1948.
Si sente però portato per l'arte ed inizia quindi a dedicarsi a varie attività: attore in spettacoli teatrali, scenografo, ballerino e cantante, diventando anche primo ballerino del Teatro della Scala di Milano.
Inizia intanto a scrivere canzoni (nel 1956 parteciperà anche al Festival di Sanremo con La colpa fu): una di queste, su musica di Ezio Leoni, si intitola Teddy girl e viene proposta da Leoni a Celentano, che la incide riscuotendo molto successo; da quel momento i due diventano amici, e da quel momento Beretta scriverà molti testi per Celentano, spesso in coppia con Miki Del Prete.
Teddy girl viene ripresa nello stesso anno anche da Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci, che la incidono usando lo pseudonimo di I Due Corsari.
Quando Celentano decide di fondare una propria etichetta discografica, il Clan Celentano, Beretta inizia a collaborare con molti degli artisti legati a quest'ultima.
Profondamente cattolico, è lui l'artefice dei testi più misticheggianti di Celentano (come La coppia più bella del mondo o Il grande sarto).
Il 1966 è forse l'anno più importante della sua carriera: scrive per Celentano Il ragazzo della via Gluck, oltre a quello che è il più grande successo scritto da Beretta al di fuori del Clan, Nessuno mi può giudicare, incisa da Caterina Caselli e da lei presentata al Festival di Sanremo 1966; ha scritto comunque molte canzoni per artisti di altre case discografiche, come Milva, Al Bano, Nicola Di Bari, I Ribelli (Pugni chiusi) ed I Camaleonti (Applausi).
Luciano Beretta è stato un personaggio eclettico e dai molti interessi; come scrittore ha pubblicato poesie in dialetto milanese[2], riunite nell'album C'era tutta Milano, e libri di fiabe per bambini, tra cui una Vita di Gesù. Ha inoltre scritto testi per una serie di "fiabe musicali" pubblicate su dischi, come Haensel e Gretel e L'arca di Noè patriarca.
Ha inciso anche alcuni dischi come cantante e nel 1971 ha partecipato a Un disco per l'estate con il brano La Tiziana, inciso per la Joker.
Nel 2004, nel decennale della sua scomparsa, il comune di Milano ha posto una lapide sulla parete dell'edificio di via Garigliano 3, dove lo stesso abitò per molto tempo, con la citazione di alcuni suoi versi; il drappo rosso che la copriva, durante la cerimonia, è stato rimosso dalla compositrice Elide Suligoj, collaboratrice abituale del paroliere.
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