Il nome generico (Linaria) deriva da un nome latino per il lino (linone) e si riferisce alla somiglianza delle foglie di alcune specie di questo genere a quelle della specie Linum usitatissimum.[2][3] L'epiteto specifico (alpina) indica che la pianta è di origine alpina o in tutti i casi delle regioni montane o montuose con habitat simili alle quote alpine.[4][5]
Il nome scientifico della specie è stato definito inizialmente da Linneo (1707 – 1778), con la denominazione basionomicaAntirrhinum alpinum, perfezionato successivamente nella denominazione attuale dal botanico scozzese Philip Miller (Chelsea, 1691 – Chelsea, 18 dicembre 1771) nella pubblicazione "Gardeners Dictionary, Edition 8. London ed. 8. n. 4." del 1768.[6]
Descrizione
Queste piante arrivano ad una altezza di 2 – 8 cm (massimo 15 cm). La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Per queste piante sono state individuate anche altre forme biologiche: terofita scaposa (T scap), ossia sono piante che superano la stagione avversa sotto forma di seme; oppure geofita rizomatosa (G rhiz), piante con gemme che si trovano in organi sotterranei come bulbi, tuberi e rizomi, fusti sotterranei dai quali, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei. Tutta la pianta è glabra e grigio-cerulea.[7][8][9][10][11][12]
La parte aerea del fusto è sdraiata (strisciante) o ascendente. La consistenza è gracile e fragile. A volte è presente un fusto ipogeo (tipo rizoma).
Foglie
Le foglie, subsessili, lungo il fusto sono disposte in modo opposto in forme verticillate e densamente embricate (formano delle pseudo rosette all'apice dei rami sterili). Quelle superiori spesso sono disposte in modo alterno. La lamina, intera, ha delle forme lineari-subspatolate. Le foglie sono grigio-cerulee. Dimensione delle foglie: larghezza 2 – 3 mm; lunghezza 5 – 7 mm.
Infiorescenza
Le infiorescenze sono formate da fiori raccolti in brevi (1 cm) ma densi racemi. I fiori sono peduncolati e sono accrescenti (alla fruttificazione i peduncoli sono diritti). Lunghezza del peduncolo: 2 – 4 mm. Lunghezza del peduncolo alla fruttificazione: 6 – 12 mm.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[8]
Il calice, tuboloso-campanulato, più o meno attinomorfo e gamosepalo, è formato da cinque profonde lacinie (o lobi) subuguali. Dimensione del calice: 3 – 5 mm.
La corolla, gamopetala e tubolare è del tipo bilabiato, ed è completamente chiusa da un rigonfiamento del labbro superiore (corolla personata). Inoltre uno sperone (o un sacco) è presente all'altezza delle fauci della gola della corolla in posizione abassiale. In particolare il labbro posteriore (superiore) è formato da due petali ed è eretto, l'anteriore da tre petali riflessi. Il colore della corolla è violetto cupo con due chiazze arancione sul labbro inferiore (raramente può essere biancastra). Dimensione della corolla: 15 – 20 mm. Lunghezza dello sperone: 6 – 7 mm.
L'androceo è formato da 4 stamididinami tutti fertili. I filamenti sono adnati alla base della corolla e sono inclusi o poco sporgenti. Le antere sono formate da due teche distinte e divaricate e formano una struttura simile ad un anello. La deiscenza è longitudinale attraverso due fessure. I granuli pollinici sono tricolpoporati. Il nettare si trova nello sperone e può essere raggiunto solamente dagli insetti che riescono a entrare nelle fauci chiuse dal rigonfiamento del labbro superiore.
Il frutto è una capsula lunga quasi il doppio del calice. I semi, numerosi, hanno delle forme discoidi con un'ala membranosa (semi alati). Al momento della maturazione i semi fuoriescono da due fori (opercoli) che si aprono nella parte superiore del frutto (capsula porocida). Dimensione della capsula: 3 – 5 mm.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione: in Italia è una specie comune ma localizzata solamente sulle Alpi (dove è presente in tutte le aree) e nell'Appennino centrale. È presente anche sui versanti settentrionali delle Alpi, mentre sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nei Pirenei e nei Carpazi.[12]
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono i ghiaioni, i macereti, le pietraie e i ruderi. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH basico-neutro, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.[12]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 2.000 fino a 2.800 ms.l.m. (massimo 3.500 ms.l.m.; mentre nei Friuli, presso Sagrado lungo l'Isonzo, queste piante possono vegetare fino al piano); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: alpino e nivale e, parzialmente quello subalpino, montano e collinare.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino Linaria alpina appartiene alla seguente comunità vegetale:[12]
Formazione: delle comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni
Classe: Thlaspietea rotundifolii
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questa specie (Plantaginaceae) comprende 113 generi con 1800 specie[8] (oppure secondo altri Autori 114 generi e 2400 specie[9], o anche 117 generi e 1904 specie[16] o 90 generi e 1900 specie[17]) ed è suddivisa in tre sottofamiglie e oltre una dozzina di tribù. Il genere della specie di questa voce appartiene alla sottofamiglia Antirrhinoideae (tribù Antirrhineae) e si compone di oltre 150 specie distribuite dal Nord America, Europa e Asia.[7]
Tradizionalmente le due dozzine di specie della flora spontanea italiana vengono suddivise in quattro sezioni (Cymbalaria, Elatinoides, Linariastrum e Chaenarrhinum). La specie di questa voce è inclusa nella sezione Linarisatrum caratterizzata da foglie sessili e con lamine penninervie, da fiori raccolti in nudi racemi terminali e da corolle con fauci completamente ostruite da un palato prominente.[11]
Classificazioni più recenti[19][20] assegnano la specie di questa voce alla sect. Supinae. Attualmente in base alle ultime ricerche di tipo filogenetico le specie del genere Linaria sono distribuite in 6 cladi. La specie L. alpina si trova all'interno del sesto clade insieme al quinto clade. Insieme questi due cladi formano un "gruppo fratello" e rappresentano il "core" del genere. Inoltre L. alpina insieme alla specie Linaria arenaria DC. formano un "gruppo fratello" anche se in quest'ultima specie i semi non sono alati ma solamente crestati.[21]
Sottospecie
Per questa specie sono riconosciute le seguenti sottospecie:
D. C. Albach, H. M. Meudt and B. Oxelman, Piecing together the “new” Plantaginaceae, in American Journal of Botany, vol. 92, n. 2, 2005, pp. 297-315 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.