Il kettling, conosciuto anche come tecnica di contenimento o corralling[1], è una tattica utilizzata dalla polizia per contenere la folla di protestanti durante una manifestazione.
Spesso i poliziotti pressano i manifestanti spingendoli verso un'area predisposta e ben delimitata, talvolta lasciandogli una sola via d'uscita, decisa dalla polizia stessa, talvolta accerchiando la folla per spegnere gli animi ribelli, lasciandoli senza cibo, acqua e servizi igienici.[2]
Etimologia
Il termine inglesekettle indica la caldaia nella quale si fa bollire il tè e tale metafora rimanda proprio alla pressione utilizzata dalla polizia nell'accerchiare i manifestanti. Il termine inglese corral significa "recinzione per bestiame" e l'interpretazione è analoga.
La tattica
Una volta che il cordone di poliziotti è ben saldo, il kettling può procedere. Il cordone viene mantenuto per un certo numero di ore: l'obiettivo è quello di lasciare gli aspiranti manifestanti troppo stanchi per fare qualsiasi cosa e spingerli a tornare a casa.[3] Il kettling è stato criticato in quanto utilizzato indiscriminatamente, conducendo anche alla detenzione di cittadini rispettosi della legge e di passanti innocenti[4], nonché negando agli imprigionati l'accesso a cibo, acqua e servizi igienici.[2] In alcuni paesi l'utilizzo di tale metodo ha portato a problemi legali a causa della violazione dei diritti umani.
In relazione al G20 di Londra
Durante la protesta al G20 di Londra del 2009, molti giornali discussero riguardo al kettling della polizia.[1][2][3][4]
Nonostante la maggior parte dei manifestanti avessero intenzioni pacifiche, per prevenire eventuali episodi di violenza i poliziotti furono infatti autorizzati a contenere e reprimere la protesta. Tale manovra fu chiamata Operation Glencoe[5], nome che rimanda allo storico massacro di Glencoe[6].