Joseph Legros

Joseph Legros

Joseph Legros (o Le Gros) (Monampteuil, 7 o 8 settembre 1739La Rochelle, 27 dicembre 1793) è stato un tenore francese (haute-contre), occasionalmente anche compositore. Egli è ricordato soprattutto per la sua collaborazione con Christoph Willibald Gluck ed è di regola considerato come la[1] più eminente haute-contre della sua generazione,[2] seppure, almeno fino all'incontro con il compositore tedesco, alquanto mediocre come interprete e attore.[3].

Biografia

Legros era nato a Monampteuil, nel circondario di Laon. Dopo aver ricevuto da ragazzo un'iniziale formazione musicale da corista, una volta intervenuta la muta, sviluppò una bella ed estesa voce da haute-contre, tipologia di tenore acuto impiegata, nell'opera francese del periodo barocco e del Settecento, per i ruoli di giovane eroe e amante (e non solo per quelli).[2] Legros debuttò all'Opéra di Parigi (Académie Royale de Musique) nel 1764 in una ripresa del Titon et l'Aurore di Jean-Joseph de Mondonville e fu rapidamente promosso a primo tenore dell'Opéra. Egli conservò tale posizione fino al sospirato ritiro nel 1783; ritiro che egli motivò con la sua sempre più ingombrante grassezza che lo metteva a disagio in palcoscenico, soprattutto nelle parti da "attor giovane" per le quali temeva ormai di apparire ridicolo.[3]

La prima parte della carriera operistica di Legros fu dedicata alla riproposizione in palcoscenico dei ruoli principali delle opere di Jean-Baptiste Lully e di Jean-Philippe Rameau, che facevano ancora parte del repertorio ordinario dell'Opéra, e alla creazione di nuovi personaggi in quelle che venivano proposte dai loro stanchi epigoni. Ad una di queste, la pastorale La Cinquantaine di Jean-Benjamin de La Borde, messa in scena nel 1771, risale un episodio della carriera artistica di Legros che è stato spesso riferito dall'aneddotica sull'Académie Royale de Musique. Ritenendo sommamente insulso e di cattivo gusto il personaggio di Lubin a lui destinato nella pastorale, all'inizio rifiutò categoricamente di vestirne i panni, così contravvenendo ai suoi doveri di pensionnaire du Roi, ma, come raccontò un indignato Pidansat de Mairobert, dovette alla fine piegarsi di fronte alla concreta minaccia da parte di La Borde di fargli passare una cinquantina di giorni al fresco presso la prigione di For-l'Évêque.[4]

Quando per la prima volta, nel 1774, un compositore straniero, Christoph Willibald Gluck, fu chiamato a lavorare nel teatro parigino, Legros si dovette confrontare con lo stile interpretativo introdotto dal nuovo maestro, che aveva caratteri fortemente innovativi per gli standard dell'Académie Royale de Musique del tempo. Malgrado il cantante "possedesse un registro superiore inusualmente brillante e flessibile, soprattutto tra il fa e il si bemolle acuti",[5] Gluck non apprezzava affatto né le sue capacità espressive né quelle sceniche,[6] ma non gli era concesso di sottrarsi alla regola che imponeva di attribuire al primo tenore della compagnia i ruoli protagonistici di giovane amante ed eroe. Conseguentemente, nel 1774, Legros si vide affidare i personaggi di Achille in Ifigenia in Aulide e, ancor di più, quello di Orfeo nella nuova versione francese dell'Orfeo ed Euridice. Nel quadro della revisione di quest'ultima opera, Gluck rielaborò per tenore acuto il ruolo protagonistico maschile, che era stato originariamente scritto per il contralto castrato Gaetano Guadagni, e poi già una volta trasposto per il soprano Giuseppe Millico.

«Gluck sfruttò il registro acuto [di Legros] lungo tutto il corso dell'opera, al punto che la parte si mantiene costantemente di circa una terza al di sopra della tessitura tenorile convenzionale. Traspose il duetto del terzo atto dal sol al fa con l'unico scopo di poter sfoggiare gli squillanti do sovracuti di Legros; e re sovracuti figurano nel secondo atto per esprimere 'L'excès de mes malheurs' [il mio barbaro dolor].»

Durante le lunghe prove lo scorbutico Gluck si dimostrò talvolta molto brusco nei confronti del cantante, che non riusciva a conformarsi alle sue indicazioni. Un osservatore tedesco così riportò le parole che egli rivolse a Legros mentre questi si stava arrabattando invano nel coro di apertura:

«È inconcepibile! Signore, lei urla sempre quando deve cantare, e quella sola volta che è questione di urlare, lei non riesce a venirne a capo. Non pensi in questo momento né alla musica, né al coro che canta, ma urli, al momento giusto, con dolore, come se le stessero tagliando una gamba; e, se le riesce, renda questo dolore interiore, morale, come se le partisse dal cuore.»

Joseph Le Gros (ca 1777)
Disegno di Charles-Nicolas Cochin
La didascalia recita:
«Artista alla dipendenze del Re
Direttore del Concert Spirituel»

Tuttavia, di solito erano invece proprio le tendenze urlatrici di Legros a far scattare l'indignazione di Gluck. Secondo un altro aneddoto raccontato da Berlioz, mentre il tenore stava provando la prima aria del secondo atto, ambientata davanti alle porte dell'Ade, Gluck lo investì con queste parole: «Signore! Signore! Faccia il piacere di moderare i suoi clamori. Per il diavolaccio, non urlano così neanche all'inferno!»[8] In ogni caso, Legros si sottomise evidentemente di buon grado al rude tirocinio gluckiano e, con somma meraviglia degli appassionati parigini, ne uscì come un interprete completamente rinnovato. «Nel considerare ciò che il ruolo di Orfeo ha fatto per il signor Le Gros, – commentò l'Abbé François Arnaud (1721–1784), grande estimatore del musicista tedesco, – sono tentato di credere che la musica del cavalier Gluck sia più emozionante e drammatica di quella di qualsiasi altro compositore». Per parte sua, Friedrich Melchior von Grimm, che non era così fanatico di Gluck come l'Abbé Arnaud, scrisse che era difficile non considerare la metamorfosi di Legros se non «come uno dei più eminenti tra i miracoli prodotti da quel mago di Gluck».[9] Legros se la sbrigò con onore perfino nello stile virtuosistico all'italiana della arietta "L'espoir renaît dans mon âme", interpolata per lui alla fine del primo atto.[10]

Nel corso dei successivi nove anni egli apparve in tutte le maggiori opere francesi composte da Gluck, interpretando i personaggi di Admeto nella versione francese dell'Alceste, di Renaud nell'Armide, di Pilade nell'Iphigénie en Tauride e di Cynire in Echo et Narcisse. Prese anche parte a quattro prime rappresentazioni di opere di Niccolò Piccinni, creando il personaggio di Médor nel Roland, il ruolo del titolo nell'Atys, di nuovo Pilade nella versione dell'Iphigénie en Tauride composta da questo autore, e infine Raimond de Mayenne nella sua versione dell'Adèle de Ponthieu. La sua ultima creazione fu il ruolo eponimo nel Renaud di Antonio Sacchini, ruolo che peraltro lasciò al suo successore dopo soltanto pochi spettacoli.[11]

Quando finalmente, nel 1783, Legros riuscì a ottenere il permesso di andare in pensione con un assegno di 2.000 lire,[11] egli faceva parte del comitato di artisti cui era stata affidata la gestione dell'Opéra dopo le dimissioni del precedente direttore Antoine Dauvergne (1713-1797), nel 1782.[12] Denis-Pierre-Jean Papillon de la Ferté (1727-1794), da gran tempo intendente unico dei Menus-Plaisirs du Roi, il dipartimento della corte dal quale dipendeva in ultima istanza il teatro, si espresse nei suoi confronti, in termini estremamente lusinghieri: egli era «il primo cantante dell'Opéra» e la sua partenza «avrebbe costituito una vera perdita per l'amministrazione». Manifestò anche l'opinione che Legros fosse l'unico ad essere realmente qualificato per ricoprire l'incarico vacante di direttore del teatro,[11] ma il suo suggerimento cadde nel vuoto per l'opposizione degli altri componenti del comitato degli artisti.[12]

Dal 1777 al 1790, anno di interruzione dell'attività, Legros diresse brillantemente il Concert Spirituel, facendosi promotore dell'esecuzione della musica di Haydn e Mozart, e commissionando anzi a quest'ultimo, durante il suo soggiorno parigino del 1778, la Sinfonia n. 31 in re maggiore (K 297), rimasta poi nota anche come Pariser Sinfonie. Collaborò con Léopold-Bastien Desormery (1740-1810) nella riscrittura della seconda entrée dell'opéra-ballet di François Lupien Grenet (1700?–1753), Le triomphe de l'harmonie. Il loro lavoro fu rappresentato all'Opéra il 16 febbraio 1775 sotto il titolo di Hylas et Eglé, come seconda entrée di uno degli spectacles coupés allora in gran voga, che comprendeva altresì l'Atto Turco da L'Europe galante di André Campra e l'acte de ballet La Provençale di Jean-Joseph Mouret.[13] Durante questo periodo egli compose anche un'altra opera, Anacréon, mai rappresentata, e alcune canzoni.[3] Morì a La Rochelle.

Repertorio originale

L'elenco dei ruoli creati originariamente da Joseph Legros è tratto principalmente dalla voce sul cantante contenuta nel libro di Spire Pitou citato in bibliografia. Eventuali scostamenti sono dettagliati in nota a piè di pagina.

personaggio opera autore anno
Usbek Aline, reine de Golconde Pierre-Alexandre Monsigny 1766
Batyle Anacreon[14] Jean-Philippe Rameau 1766
Amintas Sylvie N. de Lagarde 1766
Amphion Amphion[15] Jean-Benjamin de La Borde 1767
Sandomir[16] Ernelinde, princesse de Norvège François-André Danican Philidor 1767
Octave La Vénitienne Antoine Dauvergne (1713–1797) 1768
Iphis Omphale Philibert Cardonne 1769
Isménias Ismène et Isménias Jean-Benjamin de La Borde 1770
Hylas La Fête de Flore Jean-Claude Trial (1732-1771) 1771
Lubin[17] La Cinquantaine Jean-Benjamin de La Borde 1771
Amintor[18] Le Prix de la valeur Jean-Claude Trial 1771
Amadis[19] Amadis de Gaule) Jean-Benjamin de La Borde & Pierre-Montan Berton (1727-1780[20] 1771
Raimond de Mayenne Adèle de Ponthieu Jean-Benjamin de La Borde & Pierre Montan Berton 1772
Ovide Ovide et Julie Philibert Cardonne 1773
Bathile, Floridan L'Union de l'amour et des arts Étienne-Joseph Floquet (1748-1785) 1773
Mucien[21] Sabinus François-Joseph Gossec 1773.
Achilles Iphigénie en Aulide Christoph Willibald Gluck 1774
Orphée Orphée et Euridice Christoph Willibald Gluck 1774
Azolan Azolan Étienne-Joseph Floquet 1774
Hylas[22] Hylas et Eglé Joseph Legros & Léopold-Bastien Desormery (1740-1810) 1775
Alexis Alexis et Daphnée François-Joseph Gossec 1775
Admète Alceste Christoph Willibald Gluck 1776
Démogorgon[23] Les romans Jean-Baptiste Niel (1690?-1775?)/Giuseppe Cambini 1776
Renaud Armide Christoph Willibald Gluck 1777
Médor Roland Niccolò Piccinni 1778
Neptune Hellé Étienne-Joseph Floquet 1779
Pylades Iphigénie in Tauride Christoph Willibald Gluck 1779
Cynire Echo et Narcisse Christoph Willibald Gluck 1779
Amadis[24] Amadis de Gaule Johann Christian Bach 1779
Atys Atys Niccolò Piccinni 1780
Pyrrhus Andromaque André Grétry 1780
Persée Persée François-André Danican Philidor 1780
Monsieur de Mersans Le Seignieur bienfaisant Étienne-Joseph Floquet 1780
Pylades Iphigénie in Tauride Niccolò Piccinni 1781
Raimond de Mayenne Adèle de Ponthieu Niccolò Piccinni 1781
Apollon[25] Apollon et Coronis Jean-Baptiste Rey (1734-1810) & Louis-Charles-Joseph Rey (1738-1811). 1781
Thésée Thésée François-Joseph Gossec 1782
Renaud Renaud Antonio Sacchini 1783

Note

  1. ^ Nell'uso francese dell'epoca barocca, mentre i termini usati per designare le tipologie vocali femminili erano di genere grammaticale maschile, così come i loro equivalenti italiani (dessus/soprano, bas-dessus/contralto), quelli impiegati per gli uomini, tra cui haute-contre, erano invece di genere femminile; ancor oggi del resto, il termine in uso per la voce di basso, basse, è rimasto di genere femminile.
  2. ^ a b Sawkins
  3. ^ a b c Rushton
  4. ^ Louis Petit de Bachaumont et al., Mémoires secrets..., Londra, Adamson, 1784, tomo quinto, .p. 296, accessibile on-line come llibre elecrònic gratuït). La galera, del resto, era una minaccia spesso utilizzata per ricondurre a più miti consigli gli artisti dell'Académie. E non solo una minaccia! Il successore di Legros, Étienne Lainez (1753–1822), detestava profondamente il personaggio di Tarare nell'opera omonima di Salieri andata in scena l'8 giugno 1787, e, solo con il mandato di arresto in tasca, il direttore musicale dell'Opéra, Louis Joseph Francœur (1738-1804), riuscì a indurlo a prendere parte alla sesta rappresentazione; cosa che comunque non lo salvò dall'imprigionamento il 25 novembre, dopo che si era ulteriormente rifiutato in ripetute occasioni di vestire i panni dell'odiato Tarare (Théodore de Lajarte, Bibliothèque Musicale du Théatre de l'Opéra. Catalogue Historique, Chronologique, Anecdotique, Parigi, Librairie des bibliophiles, 1878, Tome I, p. 358).
  5. ^ Howard, p. 74.
  6. ^ In effetti Gluck rigettava gran parte delle convenzioni in uso all'Opéra ed entrò quindi in conflitto con tutto l'entourage (direzione, cantanti, coro, corpo di ballo, orchestra): solo la superiore protezione di Maria Antonietta valse a rendergli possibile di portare fino in fondo il suo lavoro di insediamento all'interno del teatro.
  7. ^ Howard, p. 72.
  8. ^ À travers chants, Paris, Lévy, 1862, p. 124.
  9. ^ Howard, pp. 71-72.
  10. ^ Recensione sul "Mercure de France", 15 settembre 1774, citata in traduzione inglese da Patricia Howard, pp. 72–73. Legros mostrò la sua notevole padronanza della coloratura virtuosistica di stampo italiano anche quattro anni dopo, quando fu sottoposto alla prova di un'altra grande aria di bravura, "En butte aux fureurs de l'orage", in occasione del dubutto parigino di Niccolò Piccinni con il Roland.
  11. ^ a b c Pitou, pp. 337–339
  12. ^ a b Benoît Dratwicki, Antoine Dauvergne (1713-1797). Une carrière tourmentée dans la France musicale des Lumières, Wavre, Mardaga, 2011, pp. 358 ff, ISBN 978-2-8047-0082-9.
  13. ^ Recensione degli spettacoli dell'Opéra sul «Mercure de France», 3, marzo 1775, Parigi, Lacombe, pp. 149-152 (accessibile online come ebook-gratis Google). Deve quindi considerarsi destituita di fondamento la notizia spesso riportata dalle fonti ottecentesche che il lavoro di Legros e Desormery fosse stato dato come terza entrée dei Fragments nouveaux di Gossec andati in scena il 26 settembre 1775 (si veda ad esempio: Gustave Chouquet, Histoire de la musique drammatique en France depuis ses origines jusqu'à nos jours, Parigi, Didot, 1832, p. 357),
  14. ^ Non si trattava in questo caso di una prima assoluta, ma semplicemente della prima esecuzione all'Opéra dell'acte de ballett andato in scena a Fontainebleau nel 1754, che veniva ora presentato come terza entrée dello spectacle coupé intitolato Les Festes lyriques. Il ruolo di Batyle era stato interpretato originariamente da Pierre Jélyotte (libretto originario a stampa, Parigi, Ballard, 1754, accessibile gratuitamente online presso Gallica - B.N.F.).
  15. ^ Terza entrée dello spectacle coupé intitolato Les Fragments nouveaux.
  16. ^ Legros interpretò la parte di Sandomir in tutte e quattro le versioni dell'opera (la seconda con il titolo di Sandomir, prince de Dannemarck) elaborate da Philidor tra il 1767 e il 1777.
  17. ^ In quest'opera il ruolo protagonistico di giovane amatore adolescente, una sorta di Cherubino in brama di matrimonio, è attribuito ad un soprano in travesti, mentre la haute-contre è destinata al ruolo non protagonistico di Lubin. Secondo Spire Pitou, però, a Legros questo ruolo «dispiaceva a tal punto che in un primo momento rifiutò di interpretarlo. Quando però si trovò di fronte alla prospettiva della prigione per disobbedienza, cambiò idea e salì sulle scene come balivo», e cioè in un'altra delle parti secondarie (Pitou, voce: La Cinquantaine, p. 118). Tuttavia, la recensione della première pubblicata all'epoca sulla rivista «L'Avantcoureur, Feuille Hebdomadaire, Où sont annoncés les objets particuliers des Sciences...», fa il resoconto della regolare apparizione di Legros nel personaggio che gli era stato destinato fin dall'inizio (n. 33, 14 agosto 1771, Parigi, Lacombe, pp. 522-524, accessibile online come ebook-gratis Google). Secondo quanto riportato da un successivo numero dello stesso settimanale, Legros assunse di nuovo i panni di Lubin anche nella ripresa dell'anno successivo (n. 36, 7 settembre 1772, pp. 569-570, accessibile online come ebook-gratis Google).
  18. ^ Ruolo non censito da Pitou. Cfr. L'Académie Royale de Musique au XVIIIe siècle. Documente inédits découverts aux Archives nationales, Parigi, Berger-Levrault, 1884, p. 101.
  19. ^ Ruolo non censito da Pitou. Cfr. recensione degli spettacoli dell'Opéra sul «Mercure de France», dicembre 1771, Parigi, Lacombe, p. 141 (accessibile onlice come ebook - gratis Google).
  20. ^ I recitativi erano quelli originari di Jean-Baptiste Lully.
  21. ^ Ruolo non censito da Pitou. Cfr. libretto originale a stampa: Sabinus: Tragédie-lyrique, en 5 actes, Parigi, Ballard, 1773 (accessibile gratuitamente online come ebook-gratis Google).
  22. ^ Ruolo non censito da Pitou. Cfr. recensione degli spettacoli dell'Opéra sul «Mercure de France», 3, marzo 1775, Parigi, Lacombe, pp. 149-152 (accessibile online come ebook-gratis Google).
  23. ^ L'apparizione di Legros in questo ballet héroïque è regolarmente censita da Pitou, ma il nome del personaggio non è indicato. Esso è oggi reperibile online sul libretto originale (terza entrée: La Féérie), digitalizzato dalla Bibliotheque Nationale de France - Gallica .
  24. ^ Ruolo non censito da Pitou. Cfr. libretto originale a stampa: Amadis de Gaule , Tragedie-opera, En trois Actes . Representée pour la première Fois, Par l'Academie-royale de Musique, Le Vendredi 10 Décembre 1779, Parigi, de Lormel, 1779 (accessibile gratuitamente online presso Gallica - B.N.F.).
  25. ^ Ruolo non censito da Pitou. Cfr. libretto originale a stampa: Apollon et Coronis, Seconde entrée des Amours des Dieux, Remise en musique, Et représentée Pour la première fois par l'Académie Royale de Musique, Le Jeudi 3 Mai 1781, Parigi, de Lormel, 1781 (accessibile gratuitamente online presso Gallica - B.N.F.).

Bibliografia

La seguente bibliografia contiene soltanto lavori utilizzati come fonti per la redazione della presente voce.

  • Julian Rushton, Legros, Joseph, in Grove Music Online, a cura di L. Macy (consultata il 14 febbraio 2007), grovemusic.com Archiviato il 16 maggio 2008 in Internet Archive., accesso a pagamento
  • Jeremy Hayes, Orfeo ed Euridice, in Grove Music Online, a cura di L. Macy (consultata il 14 febbraio 2007), grovemusic.com Archiviato il 16 maggio 2008 in Internet Archive., accesso a pagamento
  • Patricia Howard (ed), C.W. von Gluck: Orfeo, Cambridge, Cambridge University Press, 1981, ISBN 0-521-29664-1
  • Spire Pitou, The Paris Opéra. An Encyclopedia of Operas, Ballets, Composers, and Performers – Rococo and Romantic, 1715-1815, Westport/London, Greenwood Press, 1985, ISBN 0-313-24394-8
  • Lionel Sawkins, Haute-contre, in Grove Music Online, a cura di L. Macy (consultata il 14 febbraio 2007), grovemusic.com Archiviato il 16 maggio 2008 in Internet Archive., accesso a pagamento

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