Dopo la firma della pace di Aix-la-Chapelle la sua compagnia fu sciolta,[4] ed egli, promosso capitano, prestò servizio per qualche tempo presso il comando del Régiment du Bourbon-Cavallerie.[4] Il 1 febbraio 1749 ottenne una commissione per ottenere il grado di colonnello di fanteria, assumendolo il 20 dello stesso mese quando fu assegnato al Corpo dei Granatieri di Francia,[4] il cui reggimento si trovava a Dieppe.[2]
Comandò tale reggimento durante i numerosi anni di pace, e nel 1753 convolò[4] a nozze con la signorina Marie-Thérèse Billet, che però morì il 9 aprile 1754.[4] L’anno dopo si sposò in seconde nozze con Cécile Marguerite Séraphine de Guinot, figlia del Marchese de Monconseil,[4] che gli portò in dote terreni ad Ambleville.[N 1].[4]
Dopo lo scoppio della guerra dei sette anni,[5] fu nominato Cavaliere dell’Ordine di San Luigi[2] il 3 gennaio 1757, partecipando il 27 luglio dello stesso anno, alla testa del suo reggimento, alla battaglia di Hastenbeck[2] e poi alla presa di Minden e alla successiva capitolazione di Closterseven.[5]
Il 6 ottobre 1757 assunse il comando del Régiment de Guyenne,[5] venendo promosso brigadiere[5] il 20 febbraio 1761,[2] e assumendo il comando del Régiment de Piémont il 1 dicembre 1762,[5] che mantenne fino alla firma del trattato di pace del 1763.[5]
Promosso maresciallo di campo[6] nel maggio 1763, fu impiegato successivamente in Normandia e Bretagna.[5] Alla morte del suo primo cugino,[1] Charles Frederic del Tour-du-Pin de Bourelon (1694-1775), divenne capo della famiglia La Tour du Pin.[1] Nel 1778 divenne vicecomandante militare delle provincie di Aunis, Saintonge, Poitou.[5]
Il 5 dicembre 1781 fu nominato luogotenente generale[6] delle armate del re e comandante in capo delle province di Aunis, Saintonge, Poitou.[5] Il 27 marzo 1789[5] fu eletto deputato presso gli Stati Generali, in rappresentanza della nobiltà di Saintes.[5]
Il 4 agosto[N 2] dello stesso anno[7] fu nominato Ministro della guerra,[7] incarico che ricoprì fino al 16 novembre 1790, durante i primi mesi della rivoluzione francese. Ristabilì la disciplina all’interno dell'esercito[8] scosso da numerose rivolte,[6] tra cui quella gravissima di Nancy,[6] ricevendo le congratulazioni dell'Assemblea Nazionale, ma rimase ben presto esposto agli attacchi dei giacobini, arrivando ad offrire le sue dimissioni a re Luigi XVI che inizialmente le rifiutò.[6] L'8 novembre 1790 lasciò il Consiglio dei Ministri, sostituito due giorni dopo da Louis Le Bègue Duportail, ma nel corso del 1792 fu richiamato da Luigi XVI a far parte del Comitato di governo. Divenuto sospetto agli occhi della rivoluzione gli fu consentito di ritirarsi a vita privata ad Auteuil,[9] ma nel maggio 1793[10] fu messo in stato d’accusa, per essere poi liberato qualche settimana dopo, e quindi definitivamente arrestato il 31 agosto dello stesso anno.[10]
Rinchiuso nel carcere di Sainte-Pélagie,[11] durante il processo[10] a Maria Antonietta, incominciato il 14 ottobre 1793,[10] testimoniò in favore della regina, cosa che non fu apprezzata dal pubblico accusatore del tribunale rivoluzionarioAntoine Quentin Fouquier-Tinville, in particolare per il fatto che si rivolgeva a Maria Antonietta chiamandola "Vostra Maestà" e "la Regina".[12] Condannato a morte[13] quindici giorni dopo la regina, fu ghigliottinato il 28 aprile 1794, insieme a suo cugino, anch’egli generale, Philippe Antoine Gabriel Victor Charles Marchese de La Tour du Pin Gouvernet.[13]
(EN) Ambrogio A. Caiani, Louis XVI and the French Revolution, 1789–1792, Cambridge, Cambridge University Press, 2012, ISBN1-139-78973-2.
(FR) Pierre Caron, Paris pendant la terreur, Paris, Libraire Alphonse Picard et Fils., 1910, ISBN5-87332-243-0.
(FR) Gustave Bord, Étude sur la question Louis XVII.: Autour du Temple (1792-1795), Paris, Émile-Paul, 1912.
(FR) Lucien de Chilly, La Tour du Pin. Les origines de l’Armée nouvelle sous la Constituante, Paris, Perrin et Cie. Libraires-Éditeurs, 1909.
(FR) Jean Baptiste Pierre Jullien de Courcelles, Dictionnaire historique et biographique des généraux français, depuis le onzième siècle jusq’en 1823. Tome 9, Paris, Arthus Bertrand Libraire, 1823.
(FR) Joseph F. Michaud e Louis Gabriel Michaud, Biographie universelle, ancienne et moderne. Volume 46, Paris, L.G. Michaud Imprimeur-Libraire, 1826.