Homo sapiens idaltu è un Homo sapiens estinto, vissuto circa 160 000 anni fa nell'Africa del Pleistocene[1], di cui è stata proposta la classificazione come sottospecie[2]. Il nome idàltu deriva dalla lingua afar, nella quale significa più vecchio, primogenito[1].
Ritrovamenti fossili
I resti fossili del H. sapiens idaltu furono scoperti nello strato Herto a Bouri nel sito Middle Auasc all'interno del triangolo di Afar in Etiopia nel 1997 da Tim White, ma vennero mostrati solo nel 2003.[1] Bouri è una regione dell'Etiopia caratterizzata da plateau vulcanici. Con l'uso della datazione radiometrica i resti vennero fatti risalire ad un periodo compreso tra i 154 000 e i 160 000 anni fa. Vennero trovati tre crani ben conservati, il migliore dei quali era quello di un maschio adulto (BOU-VP-16/1) con una capacità cranica di 1450 cm³. Gli altri due crani erano resti di un altro maschio adulto e un cranio di un bambino di sei anni.[1]
Questi fossili sono differenti da quelli di forme antiche (ma cronologicamente successive) di H. sapiens come quelli dell'uomo di Cro-Magnon scoperti in Europa e in altre parti del mondo in quanto la morfologia ha molte caratteristiche arcaiche non tipiche dell'H. sapiens (sebbene i crani umani attuali differiscano tra di loro a seconda della zona della Terra presa in esame [senza fonte]). Nonostante le caratteristiche arcaiche si suppone che questi esemplari rappresentino gli antenati diretti del moderno Homo sapiens, che secondo la recente teoria "Out of Africa" ("Fuori dall'Africa") si è sviluppato poco dopo questo periodo nell'Africa orientale (la divergenza mitocondriale dei Khoisan è datata non più tardi del 110 000 a.C.). Per questo Homo sapiens idaltu è considerato tra i più antichi rappresentanti conosciuti della specie H. sapiens. Le molte differenze morfologiche tra i crani di Herto e quelli dell'uomo di Neanderthal apportano un'ulteriore evidenza fossile per escludere la continuità dei Neandertaliani con l'uomo moderno.[1]
Ritrovamenti recenti
I reperti dell'Homo sapiens idaltu erano stati considerati i più antichi fino a quando la datazione al potassio-argon eseguita nel 2005 sui due crani fossili ritrovati nei tufi vulcanici della valle del fiume Omo in Etiopia, ha mostrato che essi risalgono a 195 000 anni fa, precedenti quindi agli Idaltu, e facendo di questi nuovi fossili i più antichi resti anatomicamente simili all'uomo moderno.[3]
Note
- ^ a b c d e Tim D. White, B. Asfaw, D. DeGusta, H. Gilbert, G. D. Richards, G. Suwa e F. C. Howell, Pleistocene Homo sapiens from Middle Awash, Ethiopia, in Nature, vol. 423, n. 6491, 2003, pp. 742–747, DOI:10.1038/nature01669.
- ^ John Desmond Clark et al.: Stratigraphic, chronological and behavioural contexts of Pleistocene Homo sapiens from Middle Awash, Ethiopia. Nature 423, 2003, S. 747–752, DOI: 10.1038/nature01670
- ^ I. McDougall, F. H. Brown e J. G. Fleagle, Stratigraphic placement and age of modern humans from Kibish, Ethiopia, in Nature, vol. 433, n. 7027, 2005, pp. 733–736, DOI:10.1038/nature03258, PMID 15716951.
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