Diresse poi delle proprie compagnie, con repertorio classico. Nel 1908 abbandonò il teatro per dedicarsi al cinema, e iniziò alla SAFFI-Comerio di Milano, poi divenuta Milano Films, come direttore artistico.
Nella casa milanese, De Liguoro girò i suoi primi successi, i cui soggetti furono ricavati da opere letterarie e teatrali o dalla storia politica e sociale, come Marin Faliero, doge di Venezia (1909), Edipo re (1910), L'Odissea (1911). Di grande rilevanza fu Gioacchino Murat - Dalla locanda al trono. Il film la cui trama si basava sulla vita di Gioacchino Murat, fu girato nel castello di un nobile milanese, dove furono fatte imponenti scenografie e impiegate ben 400 comparse[2]. L'anno dopo, fu la volta de L'inferno, una delle prime trasposizioni cinematografiche alla celebre opera dantesca.
Nel 1914 passò prima alla Gloria Films di Torino e poi alla Etna film di Catania. In Sicilia, l'attore-regista napoletano, affermatosi come uno dei maggiori cineasti dell'epoca, fu direttore artistico di questa manifattura e diresse un buon numero di pellicole che ebbero un buon successo di pubblico, come Christus (1914), Il cavaliere senza paura (1915) e Patria mia! (1915).
In seguito venne scritturato dalla romana Caesar Film, dove diresse alcuni film con protagonista la diva Francesca Bertini girati nel 1916, come My little Baby, Odette e La perla del cinema.
Dal 1917 al 1923 lavorò presso case cinematografiche come la Gladiator Film, il consorzio UCI ed altre case minori.
Nel 1924 creò a Venezia una propria casa di produzione cinematografica, la Ultra-Visione, che produsse un solo titolo, Il leone di Omar, ultima sua direzione cinematografica della carriera.