La sintesi del composto fu pubblicata per la prima volta nel 1893 dal chimico tedesco Carl Hagemann. La sintesi originale partiva da acetoacetato di etile e diiodometano.[4] L'anno successivo Emil Knoevenagel pubblicò una sintesi differente e chiarì la struttura del composto. In seguito furono sviluppati ulteriori metodi di sintesi e nacque la denominazione estere di Hagemann.[5]
Sintesi
Esistono vari metodi per sintetizzare il composto.[3] Una descrizione schematica delle procedure è la seguente:
Metodo di Knoevenagel. La procedura è simile al metodo di Hagemann. Due equivalenti di acetoacetato di etile1 sono fatti condensare con un equivalente di formaldeide in presenza di quantità catalitiche di piperidina per ottenere 2. Segue ciclizzazione 3 per arrivare infine all'estere di Hagemann 4.[6]
Metodo di Mannich e Fourneau. Viene usato lo ioduro di dietil-metil-(3-osso-butil)-ammonio come precursore del metil vinil chetone1, da far reagire con acetoacetato di etile 2 per ottenere l'intermedio 3, che poi ciclizza con metossido di sodio per arrivare all'estere di Hagemann 4.[7]
Metodo di Newman e Lloyd. Il 2-metossi-1,3-butadiene1 e il 2-butinoato di etile 2 vengono fatti reagire in una reazione di Diels-Alder; il prodotto della reazione 3 viene quindi idrolizzato ottenendo l'estere di Hagemann 4.[8] Variando i sostituenti sul butinoato di partenza si possono ottenere derivati dell'estere di Hagemann con differenti sostituenti alchilici sull'anello.[3]
Usi
L'estere di Hagemann è stato usato come building block in molte sintesi.[3] Alcuni esempi sono i seguenti: