Il territorio si estende su 1.328 km² ed è suddiviso in 35 parrocchie.
Storia
L'odierna diocesi nasce nel 1986 dall'unione di due antiche diocesi, quella di Ascoli Satriano, documentata a partire dal X secolo, e quella di Cerignola, eretta nel 1819.
Diocesi di Ascoli Satriano
La diocesi di Erdonia fu probabilmente eretta nel IV secolo, sebbene la tradizione suggerisca che san Leone fosse vescovo di questa sede nel II secolo. Primo e unico vescovo storicamente documentato è Saturnino, presente al sinodo romano del 499. Nessuno dei vescovi di questa sede era presente agli altri sinodi simmachiani del 501 e del 502 indizio della crisi in cui versava la diocesi di Erdonia, di cui non si hanno in seguito più notizie. È probabile che il suo territorio venne incorporato in quello della diocesi di Eca.[1]
Solo a partire dal IX secolo il territorio poté risollevarsi dopo le distruzioni operate dalla prima invasione dei Longobardi, dai Saraceni e dalla cruenta lotta per il predominio sulla regione fra i longobardi del Ducato di Benevento e i Bizantini.
A partire dalla prima annessione al Ducato di Benevento nel 668, la chiesa di Erdonia è sottomessa ad Ascoli Satriano, il cui territorio passa sotto la giurisdizione dei vescovi di Benevento, che videro confermati questi loro diritti dagli imperatori Ludovico II nell'866 e Carlo il Calvo nell'875. Queste decisioni furono confermate dai pontefici, a partire dalla bolla di papa Formoso dell'893, ripresa da quelle dei papi Marino II (943) e Giovanni XII (956).[2]
Nel 969papa Giovanni XIII elevò Benevento al rango di sede metropolitana e concesse all'arcivescovo di consacrare i suoi vescovi suffraganei, tra cui risulta anche quello di Ascoli Satriano. Tuttavia non si conoscono vescovi di Ascoli fino al secolo successivo. La città infatti era al centro di aspre lotte fra Longobardi, Bizantini a cui si aggiunsero in seguito i Normanni: nel 1041 si raggiunse la pace con la nascita del ducato normanno di Ascoli.
Il primo vescovo noto di Ascoli Satriano è un anonimo che venne deposto da papa Alessandro II nel marzo 1067 per una irregolarità nella sua elezione.[3] Suo successore fu Lupo Protospata, autore di un Chronicon rerum in regno Neapolitano gestarum, documento relativo agli avvenimenti politico-religiosi del tempo. Si conoscono i nomi di pochi vescovi per i secoli XII e XIII, tra cui Risando e Sichenolfo, che sottoscrissero alcuni diplomi rispettivamente nel 1107 e nel 1123, e Giovanni, che prese parte al concilio lateranense del 1179.
La primitiva cattedrale di Santa Maria del Principio fu distrutta da un terremoto e sostituita nel 1455 dalla chiesa francescana di San Francesco, elevata alla dignità di cattedrale con bolla di papa Callisto III del 24 settembre ed intitolata alla Natività della Beata Vergine Maria.
Nel 1648 il vescovo Pirro Luigi Castellomata eresse presso la chiesa dell'Annunziata, fuori le mura della città, un collegio di formazione per i chierici; nel secolo successivo, il vescovo Giuseppe Campanile (1737-1771), gettò le basi per la costruzione di un più appropriato edificio per ospitare il seminario diocesano. Nel Seicento sorsero diverse confraternite dedite all'apostolato in ambito caritativo, tra cui quelle di Sant'Antonio da Padova, dell'Immacolata, del Soccorso, del Santissimo Sacramento, di Santa Maria degli Angeli, del Purgatorio e di San Rocco.[4]
Diocesi di Cerignola
La chiesa di San Pietro di Cerignola, secondo un antico manoscritto pubblicato nel Codice diplomatico barese, è attestata per la prima volta al 1225;[5] risale invece al 1255 la menzione del primo arciprete cerignolano, Alferio, che presta giuramento agli arcivescovi di Bari e Canosa.[6] «Documenti successivi attestano la presenza sul territorio di alcune realtà ecclesiali intitolate a "sancte Lucie", a "sancte Marie", oltre alla già citata "ecclesie sancti Petri". Nel 1323, l'arciprete e il clero erano ancora soggetti alla giurisdizione del preposito di Canosa.»[4]
Secondo i privilegi concessi da Giulio II e Paolo IV, gli arcipreti esercitavano le funzioni episcopali, eccetto il potere d'ordine, non essendo consacrati vescovi; dovevano essere nativi di Cerignola e far parte del capitolo della collegiata di San Pietro.[8]
Il primo vescovo delle sedi unite è stato Antonio Maria Nappi, già vescovo di Ascoli Satriano dal maggio 1818, nominato da Pio VII il 20 luglio 1819.[9] Nel 1824 celebrò un primo sinodo diocesano per l'organizzazione delle sue due diocesi.
Tra i vescovi più significativi dell'Ottocento è da ricordare Leonardo Todisco Grande, vescovo dal 1849 al 1872. «Ad Ascoli Monsignor Todisco visse gli anni più tormentati della sua esistenza; ma proprio in questo periodo produsse i suoi più importanti documenti: editti, notificazioni, lettere pastorali, Relationes ad limina ed il sinodo, celebrato nel 1853, avendo di mira una integrale formazione cristiana nel ripristino di quei valori religiosi che sembravano dimenticati. Restaurò l'episcopio e la cattedrale di Ascoli Satriano; ricostruì il seminario a cui il terremoto del 14 agosto 1851 aveva provocato seri danni».[10]
Nel 1873 iniziarono i lavori di costruzione della nuova cattedrale di Cerignola, in sostituzione della precedente chiesa di San Pietro. Il nuovo edificio, conosciuto come "Duomo Tonti", fu ultimato nel 1934.
Nel 1885 le due diocesi comprendevano un totale di 10 parrocchie, di cui 7 nella diocesi di Ascoli Satriano (a Ascoli Satriano, Candela, Orta Nova e Stornarella) e 3 nella diocesi di Cerignola (tutte nella città episcopale), con un popolazione complessiva di poco superiore ai 50.000 abitanti.[11]
Con decreto della Congregazione Concistoriale del 14 gennaio 1958, fu stabilito l'obbligo per i vescovi di risiedere per sei mesi all'anno ad Ascoli Satriano, e per gli altri sei mesi a Cerignola; e di avere in ognuna delle città episcopali una curia diocesana.[12] Queste disposizioni revocarono quelle stabilite il 19 novembre 1949, che avevano concesso ai vescovi di porre la propria stabile residenza ad Ascoli Satriano.
Il 30 settembre 1986, con il decreto Instantibus votis della stessa Congregazione per i vescovi, le due sedi furono unite plena unione e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome attuale.
Il 24 luglio 2007 è stato inaugurato ad Ascoli Satriano, nei locali dell'ex monastero di Santa Maria del Popolo, un polo museale, costituito dal "Museo della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano" e dal "Museo civico archeologico Pasquale Rosario" del comune di Ascoli Satriano.[14]
Cronotassi dei vescovi proposta da Todisco Grande (I - XI secolo)
La presente cronotassi di 43 vescovi, relativa al periodo I - XI secolo, venne proposta dal vescovo di Ascoli Satriano e Cerignola Leonardo Todisco Grande (1849-1872) nell'opera Memoria diocesis Asculi Satriani et eiusdem diocesis series episcoporum usque ad annum 1853 (Napoli, 1853). La maggior parte di questi vescovi appartiene tuttavia alla cronotassi tradizionale dei vescovi e arcivescovi di Benevento.
^Codice diplomatico barese : pergamene di Barletta del R. Archivio di Napoli (1075-1309), a cura di R. Filangieri Di Candida, Bari, Commissione provinciale di archeologia e storia patria, 1927, vol. X, doc. 66, p. 94.
^Codice diplomatico barese : le pergamene del Duomo di Bari (952-1264) , a cura di G. B. Nitto De Rossi e Francesco Nitti di Vito, Bari 1897, doc. 104, p. 194-195.
^Disanto-Pergola, Arcipreti nullius e vescovi cerignolani…, p. 14.
^Disanto-Pergola, Arcipreti nullius e vescovi cerignolani…, pp. 14-15.
^abcCerignola da arcipretura nullius a sede vescovile…, p. 39.
^Cerignola da arcipretura nullius a sede vescovile…, p. 51.
^Kehr, Italia pontificia, IX, p. 146, nº 1. Cronotassi, iconografia e araldica dell'episcopato pugliese, p. 98. Ughelli, e gli autori che ne dipendono (Cappelletti e Gams), pongono come primo vescovo Mauro, che avrebbe preso parte nel 1059 alla consacrazione della chiesa di Sant'Angelo al Volturno (Italia sacra, VIII, col. 226). Il diploma di consacrazione è tuttavia considerato un falso (Klewitz, Zur geschichte der bistumsorganisation Campaniens und Apuliens, pp. 45-46).
^Cronotassi, iconografia e araldica dell'episcopato pugliese, p. 98. Ughelli, e gli autori che ne dipendono (Cappelletti e Gams), parlano di un vescovo Giovanni, menzionato nel 1092 e nel 1095. In realtà Giovanni non fu vescovo Asculanus, ma Tusculanus, ossia di Frascati (Klewitz, Zur geschichte der bistumsorganisation Campaniens und Apuliens, p. 46).
^abcdefghijKamp, Kirche und Monarchie…, vol. I, pp. 229-233. Cronotassi, iconografia e araldica dell'episcopato pugliese, p. 98.
^Cappelletti e Gams parlano di un vescovo Giovanni, menzionato nel 1226.
^Eubel parla di un vescovo Oliviero, menzionato nel 1267.
^Nel 1280 Benedetto fu eletto vescovo di Troia, ma l'elezione non fu confermata dalla Santa Sede. Contestualmente per Ascoli Satriano era stato eletto Adamo, ma anche questa elezione non ebbe effetto.
^Rafael Lazcano, Episcopologio agustiniano, Guadarrama (Madrid), Agustiniana, 2014, vol. I, p. 543.
^Potrebbe coincidere con il precedente Pietro III.
(DE) Norbert Kamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien. Prosopographische Grundlegung. Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194-1266. 1. Abruzzen und Kampanien, München, 1973, pp. 229–233