Primitiva sede vescovile era la città di Aleria, nell'attuale dipartimento francese dell'Alta Corsica. Nel basso medioevo la città, dapprima distrutta dai Saraceni e poi diventata un covo di pirati, fu abbandonata e la regione si spopolò. I vescovi perciò posero la loro residenza episcopale in diverse località, finché, a partire dal 1578, si stabilirono a Cervione, dove fu eretta a cattedrale la chiesa di Sant'Erasmo.
Storia
Incerte sono le origini della diocesi di Aleria, probabilmente nel VI secolo. La prima menzione della sede è in una lettera di Gregorio Magno del 591 a Martino vescovo di Taina (Tanata ?), il quale, dopo un lungo governo su questa antica sede ridotta oramai in rovina, viene trasferito ad Aleria, che da lungo tempo è vacante.[2] Successore di Martino fu Pietro, al quale il pontefice ordina nel 596 di continuare la conversione dei pagani e di quei fedeli passati all'idolatria. Un'altra lettera del medesimo pontefice infine informa che nel 601 la diocesi era «diu sine episcopo».
In seguito, per i successivi cinque secoli, scarsissime sono le notizie sulla diocesi di Aleria e le sue istituzioni. A causa delle incursioni dei Goti, dei Longobardi e poi dei Saraceni, la serie episcopale subì numerose interruzioni; in questo periodo sono noti i nomi di soli tre vescovi, Bonoso al sinodo romano del 649, Petronio in una carta dell'813 e Ambrogio in un altro documento del 981.
La situazione religiosa e disciplinare della diocesi, come la maggior parte di quelle corse, lasciava molto a desiderare; le lettere dei papi del basso medioevo rivelano che i vescovi dell'epoca erano per lo più analfabeti e non sapevano né leggere né predicare; il malcostume era diffuso nel clero, così come il concubinato, anche tra i vescovi; sotto papa Gregorio XI si dovette fare ricorso all'inquisizione per estirpare l'eresia e la superstizione ovunque diffusi.
Tra i principali vescovi si ricorda la figura di sant'Alessandro Sauli che resse le sorti della diocesi dal 1570 al 1591 dando notevole impulso ad una diocesi di ridotte dimensioni. Egli fece erigere la nuova cattedrale a Cervione, ricostruita nel Settecento, ed applicò le disposizioni del concilio di Trento, tra le quali l'istituzione del seminario.[3] L'opera riformatrice di Sauli fu ripresa una ventina d'anni dopo da Decio Giustiniani († 1642), che lasciò il ricordo di uno zelante missionario e di benefattore delle chiese e dei poveri.
Nel 1768 la Corsica divenne francese; il re Luigi XV di Francia nominò il primo vescovo francese, Jean-Joseph-Marie de Guernes, nel 1770, che fu anche l'ultimo vescovo di Aleria. Il 14 marzo 1770, con il breveCum insula Corsica,[4]papa Clemente XIV concesse a re Luigi XV di Francia il diritto di nomina dei vescovi corsi, riservadosi tuttavia gli antichi diritti spirituali e temporali di cui la Santa Sede godeva da tempo immemorabile sull'isola, in particolare quello di consacrare i nuovi vescovi.[5][6]
^Cfr. un Giovanni Leone, domenicano, è nominato vescovo di Larino (Alarinensis) il 16 settembre 1440.
^Il 1517 è una data ipotizzata dall'Eubel nel volume III, non confermata dal Gams (che parla di 1512), secondo il quale al Pallavicini succede in amministrazione il cardinaleAgostino Spinola, vescovo di Perugia, dimessosi nel 1517.
^Fu consacrato vescovo con diritto di successione il 30 maggio 1550.