Il nome generico di questa pianta (Daphne) lo troviamo usato per la prima volta negli scritti del medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma di nome Dioscoride Pedanio (Anazarbe in Cilicia, 40 circa - 90 circa). Probabilmente nel nominare questa ed altre piante dello stesso genere si ricordò della leggenda di Apollo e Dafne. Il nome Daphne in greco significa “alloro” e le foglie di queste piante sono molto simili a quelle dell'alloro[3].
Mentre L'epiteto specifico (petraea) probabilmente deriva dal suo habitat abituale: in alta montagna facilmente si trova su terreni rocciosi.
I tedeschi chiamano questa pianta col nome di Felsen-Seidelbast, oppure Felsrösel'; mentre i francesi la chiamano Daphné des rochers.
Descrizione
È un piccolo arboscello a portamento prostrato di altezza media tra i 2 e i 5 cm che forma dei compatti cuscinetti a forma emisferica di 1 – 3 dm di diametro. La forma biologica è camefita suffruticosa (Ch suffr), sono piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo di poche centimetri; le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose.
Fusto
Il fusto è molto breve ma ugualmente legnoso alla base. La corteccia ha un colore scuro ed è percorsa da cicatrici trasversali.
Foglie
Le foglie appaiono contemporaneamente alla fioritura (diversamente da altre specie dello stesso genere). Hanno una forma lineare- spatolata. Le foglie sono carenate, ossia sono ripiegate longitudinalmente; sulla parte superiore hanno una scanalatura (sono uninervie). Dimensione media delle foglie: larghezza 1 – 1,5 mm; lunghezza 3 – 5 mm (massimo 12 mm).
Infiorescenza
L'infiorescenza si compone di serie compatte di 4 – 6 fiori disposti in fascetti apicali. Alla base di ogni infiorescenza sono presenti delle brattee giallo-limone ad apice acuto. Dimensione delle brattee: larghezza 1 mm; lunghezza 2 mm.
Fiori
La caratteristica principale dei fiori di questa pianta (ma anche del genere e in definitiva della famiglia) è l'assenza di un perianzio completo (perianzio diclamidato) : il perianzio è monoclamidato (o “apetalo”) ossia è formato solamente dal calice. La funzione vessillifera è svolta quindi dai sepali che sono colorati ed hanno una forma più vicina ai petali che ai sepali veri e propri che in questo caso si dicono petaloidi. I fiori sono tetrameri (a 4 parti), il perianzio è caduco e di colore rosso-purpureo, sono inoltre ermafroditi e attinomorfi. Lunghezza del fiore completo: 8 – 12 mm.
Calice: il tubo calicino è cilindrico, un po' campanulato e termina con 4 lobi (lacinie ovate). Il tubo del perianzio è villoso ed è lungo 10 mm. Dimensione delle lacinie: larghezza 3 mm; lunghezza 4 mm.
Androceo: gli stami sono 8 divisi in due verticilli e sono inclusi nel tubo calicino. Non sono saldati fra di loro ma sono liberi.
Il frutto è una drupa sferica monosperma (con un solo seme di colore chiaro e ricco di sostanze oleose) a esocarpo carnoso e consistenza coriacea; ha l'aspetto di una bacca rosso-corallo con una superficie sparsamente pubescente (l'involucro esterno non è spinoso o rugoso). Il frutto non è avvolto dal perianzio. La bacca si appoggia su un peduncolopubescente.
Il suo habitat tipico sono le rupi calcaree strapiombanti; ma anche morene e pietraie. Il substrato preferito è calcareo con pH basico e terreni a basso contenuto nutrizionale piuttosto aridi.
Si trova dai 700 ai 1800 ms.l.m., quindi frequenta i seguenti piani vegetazionali: montano, subalpino e in parte quello alpino.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale[4]:
Formazione : comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni
Classe : Asplenietea trichomanis
Ordine : Potentilletalia caulescentis
Alleanza : Potentillion caulescentis
Tassonomia
Ibridi
Questa specie forma il seguente ibrido interspecifico [senza fonte]:
Daphne x reichsteinii Landolt & E. Hauser (1981)Daphne alpina
Conservazione
Questa specie è inserita nella lista dell'Allegato II : “SPECIE ANIMALI E VEGETALI D'INTERESSE COMUNITARIO LA CUI CONSERVAZIONE RICHIEDE LA DESIGNAZIONE DI ZONE SPECIALI DI CONSERVAZIONE” (Direttiva Habitat 92/43/CEE)[5]