Il cattolicesimo arrivò nei territori che adesso formano gli Stati Uniti, con gli esploratori e i colonizzatori spagnoli, nell'odierna Florida e nel sud-est. La prima celebrazione cristiana tenuta negli attuali Stati Uniti fu una Messa cattolica celebrata a St. Augustine in Florida. L'influenza della Missione spagnola dell'Alta California (1769 e successivi) completa il quadro della prima evangelizzazione del territorio statunitense.
Il cattolicesimo ha ricevuto una forte spinta con la colonizzazione del Maryland (1634): questa colonia offrì un raro esempio di tolleranza verso i cattolici in un'epoca di intolleranza, particolarmente presente nelle altre colonie inglesi, che frequentemente esibivano un attivo militantismo protestante. Da notare l'atto di tolleranza del Maryland e anche la preminenza della diocesi di Baltimora nella Chiesa cattolica americana[2].
L'atto formale di istituzione della Chiesa cattolica negli USA fu la creazione, da parte di papa Pio VI, della Prefettura apostolica degli Stati Uniti d'America, eretta il 26 novembre 1784, appena un anno dopo l'indipendenza del Paese. Il territorio fu ricavato dall'Arcidiocesi di Québec. Il 6 novembre 1789 per effetto del breveEx hac Apostolicae di Pio VI, la prefettura apostolica fu elevata a diocesi e assunse il nome di Diocesi di Baltimora. Il prefetto John Carroll salì alla carica di vescovo, divenendo il primo vescovo degli Stati Uniti.
Nella seconda metà del XIX secolo, il primo tentativo di standardizzazione degli usi nella Chiesa americana si ebbe con la convocazione del Sinodo di Baltimora.
Organizzazione ecclesiastica
L'organismo governativo della Chiesa cattolica negli Stati Uniti è la Conferenza statunitense dei vescovi cattolici (United States Conference of Catholic Bishops, USCCB), costituita dai vescovi e dagli arcivescovi, sia latini che orientali, degli Stati Uniti e delle Isole Vergini Americane. Le diocesi latine nei territori esterni degli Stati Uniti appartengono, invece, alle Conferenze episcopali delle rispettive aree geografiche.
Sebbene non vi sia un vero e proprio primate dei cattolici negli Stati Uniti, all'arcidiocesi di Baltimora, la prima diocesi eretta nel paese, fu affidata la Prerogative of Place nel 1850, che le conferisce una sorta di preminenza simile a quella dei primati di altri paesi.
Regioni ecclesiastiche
Il territorio della Conferenza Episcopale Americana è diviso in 15 regioni ecclesiastiche: 14 di esse raggruppano tutte le provincie ecclesiastiche di rito latino degli USA, mentre la XV tutte le eparchie di rito orientale.
Le diocesi statunitensi sono raggruppate in 33 province ecclesiastiche di rito latino, per un totale di 177 circoscrizioni ecclesiastiche, di cui 33 arcidiocesi e 144 diocesi:
Per numero di chiese sul territorio statunitense la Chiesa cattolica si colloca quindi al terzo posto dopo i Battisti e i Metodisti. Tuttavia, poiché le parrocchie sono mediamente molto più grandi delle chiese delle altre confessioni religiose, i cattolici sono circa 2,5 volte più dei battisti e 5 volte più dei metodisti.
La Chiesa ha 30.000 preti diocesani, e oltre 15.000 preti appartenenti ad un ordine religioso; inoltre 13.000 diaconi, 75.000 religiose, e 5.600 religiosi.
Vi sono 150.000 insegnanti che operano nelle scuole cattoliche degli Stati Uniti, insegnando a 2,7 milioni di studenti.
Sono circa 60-70 milioni i battezzati nella Chiesa cattolica statunitense, approssimativamente il 26% della popolazione degli U.S.A.[7]
Nel 2002, un'indagine statistica della Pew Research ha rilevato che circa il 24% della popolazione adulta degli Stati Uniti si identifica come cattolica (è da notare che il numero di battezzati è normalmente più elevato di quelli che si identificano come cattolici, in aggiunta i cattolici hanno un più alto tasso di nascite e questo influisce sulla popolazione non adulta). Altre stime degli anni recenti danno un valore compreso tra il 20% e il 28%. I cattolici negli Stati Uniti sono circa il 6% di tutti gli appartenenti alla Chiesa nel mondo.
Un sondaggio del Barna Group nel 2004 ha rilevato che le etnie dei cattolici sono così distribuite: 60% bianchi, 31% ispanici, 4% neri e il 5% di altre etnie.
La Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (United States Conference of Catholic Bishops, USCCB) nasce nel 2001 in seguito all'accorpamento di due precedenti istituzioni, la National Conference of Catholic Bishops e la United States Catholic Conference fondate nel 1966.
Nel 1928 erano ancora presenti anticlericalismo e anticattolicesimo in larghi strati della popolazione americana. Nelle elezioni presidenziali, il Partito Democratico candidò il governatore dello Stato di New YorkAl Smith, (il primo cattolico candidato alla presidenza da un grande partito), che fu attaccato come "papista". L'elettorato temeva che "se Al Smith fosse eletto presidente, gli Stati Uniti sarebbero governati dal Vaticano"[8]
Il primo presidente cattolico fu John Fitzgerald Kennedy, eletto nel 1961. Nel 2020 viene eletto il secondo presidente cattolico, di origine sempre irlandese, Joe Biden.
Mezzi di comunicazione
Molte diocesi cattoliche statunitensi pubblicano giornali o riviste; inoltre esistono pubblicazioni cattoliche non ufficiali. Anche le radio cattoliche sono numerose.[9] Il canale televisivo Eternal Word Television Network (EWTN), non controllato dall'episcopato, ha una presenza internazionale, trasmettendo in tutto il mondo in spagnolo e inglese.[10] Un altro è CatholicTV.[11]
Nel giugno 2002 la conferenza episcopale ha nominato una commissione indipendente (National Review Board) per indagare sul fenomeno degli abusi sessuali su minori perpetrati da ecclesiastici cattolici. Il governatore dell'OklahomaFrank Keating, cattolico praticante ed aderente al partito Repubblicano è stato chiamato alla direzione della commissione. Nel giugno successivo, dopo le critiche ricevute dall'arcivescovo di Los Angeles per aver paragonato alcuni leader della Chiesa americana alla Mafia, ha rassegnato le sue dimissioni, affermando che "il non obbedire ai mandati di comparizione dei Gran Jury, sopprimere i nomi dei preti accusati, negare, confondere, non spiegare, è il modello di un'organizzazione malavitosa, non della mia Chiesa"[13].
Secondo una stima di Andrew Greeley, sacerdote dell'arcidiocesi di Chicago e professore di sociologia alle Università di Chicago e dell'Arizona, da 2.000 a 4.000 preti avrebbero abusato di 100.000 minori, spesso senza che alcun provvedimento venisse preso al riguardo.[14]
Massimo Introvigne[15], citando dati del John Jay College of Criminal Justice della City University of New York, ha proposto cifre differenti. Dal 1950 al 2002 4.392 sacerdoti americani (su oltre 109.000) sono stati accusati di relazioni sessuali con minorenni (comprendendo, quindi, anche molti casi che non riguardano la pedofilia in senso stretto). Di questi, solo un centinaio sono stati condannati dalle Corti statunitensi. Il basso numero di condanne si spiegherebbe, per lo studio riportato da Introvigne, anche con il fatto che in molti casi all'illecito canonico non corrisponde un reato punito dalla legge penale statale (ad esempio, in alcuni Stati americani, il rapporto tra un sacerdote e una persona minorenne, ma maggiore di sedici anni e consenziente). Sempre secondo lo stesso studio, il 78,2% delle accuse si riferirebbe a minorenni che hanno superato la pubertà. I sacerdoti accusati di pedofilia in senso proprio sarebbero quindi 958 in cinquantadue anni. Dal 2000 in poi si registrerebbe, inoltre, un declino delle accuse.
I casi delle arcidiocesi di Boston e Los Angeles
Nell'Arcidiocesi di Boston è esploso uno dei casi più vasti di pedofilia che ha colpito appartenenti alla Chiesa cattolica. Più di duecento sacerdoti (su circa 1500 operanti nella diocesi) sono stati accusati di abusi sessuali, ma i risultati delle inchieste giudiziarie hanno evidenziato come nella maggior parte dei casi le accuse fossero prive di fondamento: su 207 accusati, a giugno 2007 i sacerdoti effettivamente giudicati come colpevoli risultano essere 15.[16]
Consentendo il sistema giudiziario americano alle vittime di rivalersi economicamente sulla Chiesa, si è registrato un forte indebitamento dell'arcidiocesi che ha dovuto vendere numerose proprietà immobiliari per liquidare i rimborsi.
Il fenomeno ha coinvolto anche l'Arcidiocesi di Los Angeles, con più di 500 vittime e 113 preti coinvolti. Nel 2007 si è giunti ad un accordo extragiudiziario che prevedeva il pagamento della cifra record di 660 milioni di dollari (pari a circa 485 milioni di euro) destinata a rimborsare i danni subiti dalle vittime.[17]
Nel dicembre 2007 l'Arcidiocesi di Los Angeles è stata condannata al pagamento di 500.000 dollari perché sette dei suoi sacerdoti furono riconosciuti colpevoli di aver violentato Rita Milla da quando questa aveva 16 anni. La donna ha anche una figlia da uno di questi prelati, mentre un altro aveva tentato di farla abortire in cambio di denaro[18].
Secondo i dati diffusi dal Vaticano nel 2017, in occasione dell'inchiesta aperta in sede ONU nel Comitato contro la tortura, nel decennio precedente la Chiesa Cattolica degli Stati Uniti avrebbe liquidato risarcimenti alle vittime pari a 3 miliardi di dollari, nell'ambito di denunce che avevano avuto un riflesso nelle Corti di Giustizia dello Stato[19], escludendo quindi eventuali accordi extragiudiziali con patto di segretezza fra le parti.
Note
^Statistiche riferite al 31 dicembre 2013 e riportate dal sito del Vaticano in occasione del viaggio di papa Francesco a Cuba e Stati Uniti (settembre 2015).