La storia del cattolicesimo a Santo Domingo coincide in gran parte con quello dell'arcidiocesi di Santo Domingo che fu eretta nel 1511 come una delle prime tre diocesi erette nel continente americano (una delle altre due era la diocesi di La Vega o di Concepcion, che fu annessa a Santo Domingo nel 1527).[1] Inizialmente fu suffraganea dell'arcidiocesi di Siviglia finché nel 1546 divenne sede arcivescovile formando una provincia ecclesiastica (con alcune diocesi suffraganee) che comprendeva anche Porto Rico, Cuba, Venezuela, Colombia, Honduras e le Antille.[2]
Nel 1803 le diocesi suffraganee passarono all'arcidiocesi di Santiago di Cuba e all'arcidiocesi di Caracas (fino ad allora anch'esse sue suffraganee)[3] per l'occupazione francese del territorio dell'arcidiocesi di Santo Domingo (che all'epoca comprendeva tutta l'isola di Hispaniola), ma questa tornò ad essere sede metropolitana nel 1816 con una sola diocesi suffraganea, l'attuale arcidiocesi di San Juan (Porto Rico), rimasta tale fino al 1903.[4] Il 3 ottobre 1861 l'arcidiocesi ha ceduto porzioni del suo territorio a vantaggio dell'erezione delle diocesi haitiane, che formarono una nuova provincia ecclesiastica con sede metropolitana a Port-au-Prince.[5]
Piergiorgio Bertoldi, arcivescovo titolare di Spello, dal 18 maggio 2023
Conferenza episcopale
L'episcopato dominicano costituisce la Conferenza dell'Episcopato dominicano (Conferencia del Episcopado Dominicano, CED). Nel 1954 nasce la prima Comisión Episcopal Nacional de la Republica Dominicana, che assume ufficialmente il nome attuale il 22 settembre 1962, quando la Santa Sede approva gli statuti presentati. Nel 1963 si riunisce la prima assemblea plenaria del CED e nel 1966 si creano le commissioni episcopali.
I principali organismi di cui si compone sono: l'assemblea plenaria, il consiglio permanente, la segreteria generale, 16 commissioni ed un tribunale ecclesiastico nazionale.
^(ES) Romanus pontifex, in Fidel Fita Colomé, Primeros años del episcopado en América, «Boletín de la Real Academia de la Historia», tomo 20 (1892), pp. 295–299 (traduzione spagnola).