Castel Beseno

Castel Beseno
Il lato sudorientale di Castel Beseno visto dal punto panoramico nei pressi della frazione di Serrada del comune di Folgaria.
Ubicazione
Stato attualeItalia (bandiera) Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
CittàBesenello
IndirizzoVia Castel Beseno 8, 38060 Besenello e Via Castel Beseno, 38060 Besenello
Coordinate45°55′51.44″N 11°06′35.3″E
Mappa di localizzazione: Trentino-Alto Adige
Castel Beseno
Informazioni generali
TipoCastello
Termine costruzioneXII secolo
Condizione attualeMuseo
Proprietario attualeProvincia autonoma di Trento
Visitabile
Sito webwww.buonconsiglio.it/index.php/it/castel-beseno
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Castel Beseno (talora indicato come Schloss Pysein nei testi di lingua tedesca[1][2][3]) è la più grande struttura fortificata del Trentino-Alto Adige. Situata nel territorio del comune di Besenello, in provincia di Trento, attualmente è una delle sedi del complesso museale del Museo provinciale del Castello del Buonconsiglio.

Ubicazione

Castel Beseno domina la vallata sottostante
Feritoie del castello sulla vallagarina
Vista da Castel Noarna. Dalla bifora di sinistra si scorge castel Beseno.

All'interno si trovano ampi spazi, porte fortificate, bastioni, cortili, mura maestose, cantine e cisterne, e numerosi affreschi (in gran parte rovinati dalle intemperie). Si gode una vista su tutta la Vallagarina e a strapiombo sul sottostante Rio Cavallo.

Nel periodo estivo il castello è sede di manifestazioni culturali e turistiche. Si raggiunge sia dal centro di Besenello che dalla Strada statale 350 di Folgaria e di Val d'Astico.

Storia

Castello del Buonconsiglio. Monumenti e collezioni provinciali.
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàBesenello
IndirizzoVia Castel Beseno 8, 38060 Besenello e Via Castel Beseno, 38060 Besenello
Caratteristiche
TipoCollezioni d'arte e d'archeologia
Visitatori40 459 (2022)
Sito web

Fin dall'antichità dalla sommità della collina si poteva controllare tutta la sottostante Vallagarina e l'accesso alla valle che conduce a Folgaria.

Le prime notizie certe riguardo a questa fortezza risalgono al XII secolo, allora feudo dei conti di Appiano, ed abitato da una famiglia di loro vassalli: i Da Beseno.[4] In seguito la storia di questo edificio si fa per la verità piuttosto travagliata, intorno al 1200 infatti la chiesa trentina, in parte per acquisti ed in parte per donazioni diventa proprietaria di buona parte della struttura, ciononostante esso rimase sotto il controllo di due rami distinti della famiglia Beseno: quello di Enghelberto e quello di Odolrico, ma la rivalità tra le due fazioni porta ad un decadimento prematuro sia castel Beseno che Castel Pietra, su cui entrambe le famiglie vantavano dei diritti.

Circa un secolo più tardi il castello passa sotto il controllo di Guglielmo II da Castelbarco, che provvede a restaurarne buona parte, ed infine verso la metà del Quattrocento un altro importante personaggio entra nella storia di questo edificio, si tratta di Marcabruno II Castelbarco, il quale si trova nel bel mezzo delle diatribe tra le truppe di Venezia e quelle Tirolesi; è proprio in questo frangente che si sviluppa la famosa Battaglia di Calliano (1487),[5][4] dove millecinquecento veneti furono uccisi o catturati. Fu una vera e propria sconfitta per i veneziani e il loro comandante Roberto Sanseverino d'Aragona, che morì annegato nell'Adige.

Nel corso del 1500, a seguito di un incendio esso viene ricostruito e rinnovato, mutando il suo aspetto di castello medievale in quello di residenza, conservando però la sua identità di fortezza difensiva ben armata. Le vicissitudini non finirono così presto: verso la fine del Settecento infatti esso fu nuovamente protagonista di un sanguinoso assedio da parte delle truppe napoleoniche che, nonostante l'ingente spiegamento, non riuscirono ad avere la meglio, venendo sconfitte dopo giorni di assedio da una colonna di truppe austriache giunte in difesa di Castel Beseno.

Panorama dal bastione verso Nord - Est su Calliano (a sinistra) e Besenello (a destra); sullo sfondo l'Adige che percorre la valle.

In seguito, a causa della più tranquilla situazione politica, e quindi alla perdita di importanza di questa struttura difensiva, inizia un lungo periodo di decadenza del castello, che verrà infine abbandonato nel corso dell'Ottocento e scoperchiato per non pagare le imposte sulla proprietà, per essere infine donato nel 1973 dalla famiglia Von Trapp, già proprietaria di Castel Coira, alla Provincia Autonoma di Trento,[5] che ne avviò subito il restauro per farne una delle sedi distaccate del museo del Castello del Buonconsiglio, dimostrando ben altra sensibilità storica rispetto a quando nel 1957 la stessa Provincia provvide all'abbattimento con la dinamite di una torre ritenuta pericolosa per il traffico sulla strada sottostante.[6]

La struttura, restaurata nella seconda metà del XX secolo, ha una forma ellittica che copre tutta la sommità della collina calcarea, estendendosi in lunghezza per 250 metri e in larghezza per circa 50 metri.

Note

  1. ^ Beseno, il castello dei fantasmi incrociati è una storia collettiva ispirata a Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino (PDF), su portobeseno.it, ilcastellodeidestinincr.splinder.com. URL consultato il 20 dicembre 2019 (archiviato il 10 luglio 2006).
  2. ^ (DE) RI XIV Maximilian I. (1486/1493-1519) - RI XIV,4,1, su Regesta Imperii, 18 giugno 1502. URL consultato il 9 febbraio 2024 (archiviato il 5 febbraio 2024).
    «KM gestattet den Brüdern Jörg und Karl Trapp, 32 Ochsen, 200 castrawn (Hammel) und 2 Fässer mit Salz für den Eigenbedarf zu ihrem Schloß Pisein (Beseno bei Rovereto) zu bringen. KM befiehlt, das Vieh und das Salz allenthalben maut- und zollfrei passieren zu lassen. Augspurg 18. Juni 1502.
    (KM permette ai fratelli Jörg e Karl Trapp di portare per proprio uso nel loro castello Pisein (Beseno vicino a Rovereto) 32 buoi, 200 castrati (montone) e 2 barili di sale. KM ordina che il bestiame e il sale possano circolare ovunque senza pedaggi e dazi. Augspurg, 18 giugno 1502.)»
  3. ^ Calliano, su Meyers Konversations-Lexikon. URL consultato il 21 aprile 2020 (archiviato il 6 maggio 2016).
  4. ^ a b Kevin Bastianiello, Il fascino di Castel Beseno: storia, architettura e segreti di una fortezza leggendaria, su The Wardrobe, 30 gennaio 2024. URL consultato il 5 febbraio 2024 (archiviato il 5 febbraio 2024).
  5. ^ a b (EN) Beseno castle, su TrentinoCultura. URL consultato il 14 marzo 2024 (archiviato il 24 settembre 2023).
  6. ^ Castelli d'Italia #217, su A Game of T.A.R.D.I.S., 3 giugno 2019. URL consultato il 9 febbraio 2024 (archiviato il 13 agosto 2022).

Voci correlate

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