La nuova casa all'Isola, destinata al ceto medio-basso, fu costruita dal 1934 al 1938; essa, non pubblicata sulle riviste dell'epoca, non raggiunse la fama delle altre opere di Lingeri e Terragni[1][2].
Caratteristiche
La casa occupa un lotto d'angolo fra le vie Guglielmo Pepe e Cola Montano; entrambe le strade hanno sezione ridotta, ma la prima costeggia un'ampia area libera da costruzioni, occupata da impianti ferroviari[3].
La differenza di spazio sui due lati permise di raggiungere due diverse altezze, di sette piani lungo via Pepe e di quattro lungo via Cola Montano. Questo dualismo si riflette nell'immagine generale dell'edificio, che appare composto da due corpi di fabbrica, uno alto e sottile e uno basso, collegati da balconi sospesi che ricordano la casa Rustici in corso Sempione[3][4][5].
Quest'immagine è però illusoria: nella realtà l'edificio è composto da un unico corpo di fabbrica, con una pianta molto articolata che attraverso le zone d'ombra create dagli arretramenti delle masse dà l'impressione di corpi semplici fra loro separati[2][3].
Nel suo carattere ambiguo, l'edificio sembra rappresentare il destino dell'architettura razionalista nella seconda metà degli anni trenta: ormai isolata dal dibattito ufficiale sulla costruzione della città, viene relegata alla risoluzione di problemi formali, sempre più sganciati dalle necessità funzionali[4].
Chiara Baglione ed Elisabetta Susani (a cura di), Pietro Lingeri 1894-1968, Milano, Electa, 2004, pp. 222-223, ISBN88-435-7989-4.
Giorgio Ciucci (a cura di), Giuseppe Terragni. Opera completa, Milano, Electa, 1996, pp. 467-468, ISBN88-435-5297-X.
Maria Grazia Folli (a cura di), Tra Novecento e Razionalismo. Architetture milanesi 1920-1940, Milano, CLUP Città Studi, 1991, pp. 172-175, ISBN88-251-0008-6.