Carlo Rossi (Torino, 1º marzo 1890 – 29 febbraio 1980) è stato un vescovo cattolico italiano.
Biografia
Nato a Torino il 1º marzo 1890, Carlo Rossi fu ordinato sacerdote nel 1912 e presto elevato al rango di canonico. Nei primi anni del suo ministero sacerdotale si impegnò a fondo nell'Azione Cattolica.[1] Nel corso del proprio lungo episcopato, iniziato nel 1936, mons. Carlo Rossi dovette affrontare i gravi problemi ed i conflitti che investirono il Biellese durante la Seconda guerra mondiale.
Alla vigilia di Natale del 1943 dal giornale diocesano "Il Biellese" espresse dolore e sconforto per le violenze su vasta scala nell'ambito della guerra di Resistenza. Sebbene non si nominassero mai i partigiani, l'articolo dispiacque e rese più difficili i rapporti tra il clero e le formazioni partigiane.[2]
Nel 1949, dopo la fine del conflitto, promosse la Peregrinatio Mariae, cioè la visita a parrocchie, fabbriche, ospedali e altre istituzioni pubbliche e private da parte della Madonna Nera di Oropa. L'iniziativa, che fu coordinata da don Antonio Ferraris e che terminò con il solenne ritorno dell'immagine della Vergine nel santuario di Oropa il 24 luglio dello stesso anno, fu valutata come un grande successo pastorale e come uno stimolo alla riappacificazione dopo gli anni di guerra fratricida che la precedettero.[3]
Importante fu anche l'indizione del terzo sinodo della diocesi di Biella, che si tenne nel 1951.[4]. Mons. Carlo Rossi fu anche molto attivo a livello nazionale in campo liturgico, e presiedette per più di vent'anni il Centro di Azione Liturgica (C.A.L.)[5]. Questo impegno è alla base della sua elezione tra i padri conciliari del Concilio Vaticano II, al quale partecipò come membro della commissione liturgica[4].
Fu inoltre il primo presidente di Pax Christi Italia[6], incarico che ricoprì tra il 1954 e il 1959.
Negli ultimi anni del proprio episcopato si oppose all'istituzione sul territorio della propria diocesi della Comunità monastica di Bose, alla quale vietò inizialmente di celebrare i sacramenti a causa della sua natura interconfessionale e alla presenza di monaci di entrambi i sessi. Tale divieto fu in seguito rimosso grazie all'intercessione del cardinale Michele Pellegrino.[7]. Si ritirò nel 1972 e morì nel 1980 all'età di 89 anni. La città di Biella gli intitolò la piazzetta dove sorge il battistero.
Genealogia episcopale e successione apostolica
La genealogia episcopale è:
La successione apostolica è:
Note
- ^ AA.VV., Illustrazione biellese, Tip. A.r.s., 1935.
- ^ Dicembre 1943: le prime azioni partigiane e la repressione nazifascista
- ^ Giuseppe Tuninetti, Biella, in Madonna Pellegrina 1946-1951: frammenti di cronaca e di storia, Effatà Editrice, 2006, pp. 82.
- ^ a b Storia, su diocesi.biella.it. URL consultato il 2 maggio 2018.
- ^ AA.VV, L'Attività della Santa Sede, Tipografia poliglotta vaticana, 1972, pp. 301.
- ^ "Pax Christi in Italia", pagina su www.paxchristi.it
- ^ (EN) Stefania Palmisano, Exploring New Monastic Communities: the (Re)invention of Tradition, Routledge, 2016, pp. 149.
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