La cappellina venne sviluppata a partire dall'elmettoszyszak (çiçak in lingua turca) dei turchi ottomani in una data non ben precisata del XVII secolo. Durante la Guerra dei Trent'Anni[2], gli armorari europei (principalmente tedeschi) iniziarono a realizzare elmetti in stile ottomano, introducendo, quale unica variante, una calotta di copertura del cranio semi-sferica e non più conica come nel modello orientale. Questi elmetti vennero chiamati, con una germanizzazione del termine originale, Zischagge[3] e trovarono larga diffusione presso le truppe di cavalleria pesante della Confederazione Polacco-Lituana, gli Ussari alati, già usi a servirsi di elmetti çiçak spogliati ai nemici turco-tartari[4].
L'evoluzione cominciata con lo zischagge, ancora in uso a fine Seicento tra i polacco-lituani e tra i cavalieri del Brandeburgo-Prussia[5], proseguì in Europa occidentale con la definitiva codifica del modello "cappellina". Parallelamente, le altre tipologie di elmetto in uso ai cavalieri tedeschi, inglesi, francesi ecc., quali la borgognotta, il morione e la bigoncia, venivano modificate secondo la linea del çiçak turco.
calotta semisferica sviluppante anteriormente in una visiera diritta, molto simile a quella di un moderno berretto, e terminante posteriormente in un pronunciato para-nuca;
grandi guanciali triangolari, discendenti dalle orecchie (la lamina metallica era appositamente aperta da tre/sette buchi per garantire all'utente un minimo di udito) verso il mento. Alcuni esemplari sono però privi dei guanciali;
Elemento distintivo della cappellina è l'arco metallico discendente dalla visiera, nella quale è infisso, e terminante davanti al punto di allaccio dei guanciali. Si tratta di una evoluzione, piuttosto di una deformazione per eccessivo allungamento, del nasale già molto pronunciato dell'elmetto çiçak, del quale mantiene la decorazione a rombo o a giglio alle estremità.
Gli esemplari di cappellina prodotti in Sassonia al volgere del Seicento erano spesso decorati, come i çiçak turco-polacchi contemporanei, da ali metalliche ripiegate verso la calotta.
Note
^ Enciclopedia ragionata delle armi, a cura di Claude Blair, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1979. Parametro titolo vuoto o mancante (aiuto)
^Il 1620 circa può essere considerato la prima data utile relativa all'introduzione, nell'equipaggiamento delle forze di cavalleria europee, dell'elmetto "cappellina". Negli anni precedenti, il materiale iconografico presente nei manuali bellici del tempo ricorre infatti a più vecchie tipologie di elmetto, come il Morione - v. Wallhausen, Johann Jacob : von (1616), Kriegskunst zu Pferdt. Darinnen gelehrt werden die initia und fundamenta der Cavallerie, aller vier Theylen: ..., Francoforte.
^Robinson, H.R. (2002), Oriental Armour, Courier Dover Publications, ISBN 0-486-41818-9, pp. 62-63.
^Sikora, Radosław (2003), Fenomen husarii, Toruń, Dom Wydawniczy Duet, pp. 38-51; Cichowski, Jerzy (1977) [e] Andrzej Szulczyński, Husaria, Varsavia, Ministerstwa Obrony Narodowej, pp. 58-105.
^La cavalleria pesante prussiana portava lo zischagge ancora nella Battaglia di Fehrbellin (1675) – v. Citino, Robert M. (2005), The German Way of War: From the Thirty Years War to the Third Reich, Lawrence (KS), University Press of Kansas, ISBN 0-7006-1410-9.
^Sachse, William L. (1973), England's "Black Tribunal": an Analysis of the Regicide Court, in The Journal of British Studies, n. 12, pp. 69-85. John Bradshaw si presentò alle sedute del tribunale giudicante Carlo I d'Inghilterra protetto da armatura completa, mal celata sotto il robone da giudice.
^In lingua italiana il vocabolo "Pappenheimer" viene invece utilizzato per indicare un particolare tipo di fornimento sviluppato proprio dal Conte di Pappenheim per irrobustire la guardia della Reitschwert in uso ai suoi corazzieri. Detto fornimento passò poi dalle spade d'uso bellico alla striscia portata in abiti civili - v. Gobetti, Roberto (2004), Le spade "alla vallona", in Armi e Tiro, a. 2004, nn. 11-12.
Bibliografia
Beaufort-Spontin, Christian (1982), Harnisch und Waffe Europas. Die militärische Ausrüstung im 17. Jahrhundert, Monaco di Baviera, Klinkhardt & Biermann, ISBN 3-7814-0209-6.
Cichowski, Jerzy (1977) [e] Andrzej Szulczyński, Husaria, Varsavia, Ministerstwa Obrony Narodowej.
Müller, Heinrich [e] Kunter, Fritz (1982), Europäische Helme aus der Sammlung des Museums für Deutsche Geschichte, 2. ed., Berlino, Militärverlag der DDR.
Robinson, H.R. (2002), Oriental Armour, Courier Dover Publications, ISBN 0-486-41818-9.
Sikora, Radosław (2003), Fenomen husarii, Toruń, Dom Wydawniczy Duet.
Tincey, J. (1990) [ill. di A. McBride], Soldiers of the English Civil War (2) Cavalry, Oxford, Osprey Publishing, ISBN 0-85045-940-0.
Żygulski, Zdzisław (1982), Broń w dawnej Polsce na tle uzbrojenia Europy i Bliskiego Wschodu, Varsavia, PWN, ISBN 83-01-02515-8.