Il nome della tribù deriva dal suo genere tipoBuchnera L., 1753 il cui nome è stato dato in ricordo del botanico Wilhelm Buchner of Nuremberg.[4] Il nome scientifico è stato definito dal botanico inglese George Bentham (22 settembre 1800 – 10 settembre 1884) nella pubblicazione "Edwards's Botanical Register; or, Flower Garden and Shrubbery. London" (Edwards's Bot. Reg. 21: ad t. 1770. 1 Jun 1835) del 1835.[5][6][7]
Descrizione
Il portamento delle specie di questa tribù è erbaceo (annuale o perenne), arbustivo o suffruticoso. In genere sono piante con caratteristiche da semiparassite (cioè parassite parziali con clorofilla) a parassite complete. I fusti possono essere prostrati, ascendenti o eretti, spesso rigidi, con sezione quadrangolare a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, oppure a sezione rotonda (fusti cilindrici), oppure alati. In alcune specie l'apparato radicale si presenta notevolmente addensato per radici avventizie derivate da scaglie sotterranee. Possono essere presenti glicosidifenolici e composto iridoidi e "orobanchina" (sostanza che provoca l'annerimento delle foglie al secco). La pubescenza è varia, in genere per peli semplici.[1][3][8][9]
Le foglie possono essere sia basali (formano delle rosette) che cauline. Lungo il caule sono disposte in modo opposto o verticillato. Possono essere sessili e brevemente picciolate. La lamina ha delle forme da filiformi a lineari-lanceolate oppure ovoidi o orbicolari. Sono presenti lamine pennatosette (bipennatosette). Le stipole sono assenti. Nel secco le foglie anneriscono.
Le infiorescenze sono indefinite o del tipo a racemo con portamento ascellare e formate da pochi fiori; possono essere presenti alcune (tipicamente 2) bratteole del peduncolo fiorale. I fiori sono sessili o subsessili.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[8]
x K (5), [C (2 + 3), A 2 + 2], G (2), supero, capsula.
Il calice è gamosepalo a forma da tubolare a campanulata (in alcune specie è spatolato) con la superficie percorsa da 10 venature o coste. Termina con 4 - 5 denti.
La corolla è gamopetala con un tubo da cilindrico a campanulato da debolmente a fortemente arcuato e termina con 4 - 5 lobi subuguali embricati. Oppure è bilabiata (Striga) anche fortemente con il labbro superiore più corto e quello inferiore trilobato. La superficie della corolla può essere ricoperta da peli ghiandolari. I colori della corolla sono blu, violetto, porpora, rosso, scarlatto, giallo, arancio o bianco. In alcune specie la corolla può essere subruotata.
L'androceo è formato da 4 stamididinami inclusi (il quinto a volte può essere presente come staminoide). I filamenti sono adnati alla corolla. Le antere, sagittate, hanno una sola teca per aborto dell'altra (se sono presenti entrambe allora possono essere ineguali); la posizione è dorsofissa; all'apice sono mucronate. La deiscenza è mediante due fessure longitudinali. Le antere all'antesi possono essere coerenti (unite, saldate insieme) oppure no. Le sacche polliniche sono divergenti con granuli pollinici spesso tricolporati.
Il frutto è una capsulasetticida oppure loculicida oppure (raramente) una bacca. I semi sono numerosi, minuti e con forme angolose anche compresse (dorsoventralmente). Spesso sono ricoperti da una struttura reticolare.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
La famiglia di appartenenza di questo gruppo (Orobanchaceae), caratterizzata soprattutto da specie semiparassite, parassite o oloparassite, comprende circa 60 generi con oltre 1700 specie[8][11] (altre fonti indicano 99 generi con 2060 specie[3]) con una distribuzione cosmopolita. La tribù Buchnereae è una delle 10 tribù nella quale è divisa la famiglia.[1]
I generi di questa tribù tradizionalmente erano stati posti nella famiglia Scrophulariaceaes.l.; in seguito ad analisi cladistiche basate sulle caratteristiche del DNA è stata rivista la posizione tassonomica del gruppo e inserita nella famiglia Orobanchaceae. L'attuale circoscrizione della tribù probabilmente è provvisoria. Studi recenti[12] hanno suddiviso la famiglia in 6 cladi. Il gruppo di questa voce appartiene al "clade VI" ("core" della famiglia), non definito completamente (mancano all'analisi diverse specie di altri generi e gli stessi Autori della ricerca suggeriscono un ulteriore campionamento di taxa supplementari appartenenti al clade per migliorarne la circoscrizione). Questo clade rappresenta un gruppo morfologicamente eterogeneo di linee tropicali e subtropicali sia del Nuovo Mondo che del Vecchio Mondo relative all'Africa e all'Asia sud-orientale comprendente altre tribù (Orobancheae Lam- & DC., Escobedieea Benth. e Geradieae Benth.) alcune delle quali nidificate all'interno della tribù Buchnereae.[2][13]
Recentemente è stato descritto un nuovo genere monotipo Bardotia ankaranensis del nord del Madagascar[14] Da analisi filogenetiche risulta vicino ai generi Radamaea (tribù Buttonieae), Rhamphicarpa (sottotribù Buchneriinae), e Sieversandreas (sottotribù Sopubiinae). Se, come indicato dalla ricerca, questi generi insieme formano un clade, allora sarà necessario rivedere la circoscrizione della tribù Buchnereae.
Daniel L. Nickrent & Lytton J. Musselman, Introduction to Parasitic Flowering Plants, in The Plant Health Instructor, 2004. URL consultato il 13 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2016).
Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004, p. 415.
David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 13 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).