Secondo la testimonianza delle veggenti, la Vergine Maria apparve la prima volta il 22 marzo 1888[1] a due pastorelle di nome Serafina e Bibiana in località Cesa tra Santi, sulle pendici del Monte Patalecchia. A questa prima apparizione ne seguirono altre e, in seguito al riconoscimento di tale fenomeno, papa Paolo VI ha proclamato Maria Santissima Addolorata di Castelpetrosopatrona del Molise il 6 dicembre 1973.
La costruzione
Negli anni novanta del XIX secolo, si decise di costruire un santuario presso il luogo delle apparizioni, ma più a valle rispetto a questo, affinché fosse più facilmente raggiungibile dai pellegrini[2]. Il progetto venne affidato a Giuseppe Gualandi, alla cui morte (1944) subentrò il figlio Francesco.
Il 28 settembre 1890 venne posata la prima pietra e si diede inizio alla costruzione del santuario. Essa procedette a rilento a causa di problemi economici e delle due guerre mondiali: nel 1907 fu terminata e aperta al culto la cappella dei Polacchi, ma le mura perimetrali della chiesa furono portate a compimento solo nel 1950[2], grazie alle sovvenzioni di don Nicolino Passarelli, canonico teologo della cattedrale di Venafro, avvocato della Sacra Rota e professore. Nei decenni successivi si completò il santuario che venne consacrato il 21 settembre 1975 dal vescovo di Boiano-CampobassoAlberto Carinci.
Il 14 novembre 2004, l'arcivescovo metropolita di Campobasso-Boiano Armando Dini ha promulgato il nuovo statuto del santuario, che è stato affidato ad un proprio vicario episcopale. In conseguenza di tale nuovo statuto, i frati francescani dell'Immacolata, che amministravano economicamente e pastoralmente le attività del santuario, ne hanno successivamente abbandonato la direzione dopo 12 anni di attività al suo interno[4], al loro posto sono subentrati i frati minori conventuali.
Il 21 settembre 2013, 123º anniversario della posa della prima pietra, il santuario è stato elevato alla dignità di basilica minore da papa Francesco, il quale l'ha visitata il 5 luglio 2014 incontrando i giovani di Abruzzo e Molise.
La cupolaottagonale si innesta su un alto tamburo che presenta, su ciascun lato, terminante con una cuspide triangolare, una bifora. La cupola è sormontata da una lanterna, anch'essa ottagonale, che alla sua sommità raggiunge un'altezza di 52 metri[10].
Interno
L'interno della chiesa è caratterizzato dalla particolare pianta centrale[11], costituita dall'aulaottagonale coperta dalla cupola e circondata da un deambulatorio con volta a crociera, lungo il quale si aprono tre profonde cappelleabsidate e due più piccole a pianta quadrata; i tre portali non danno direttamente sul deambulatorio, ma su un endonartece di un'unica campata diviso in tre navate da archi a tutto sesto; sul lato opposto, si trova la cappella maggiore, leggermente più grande rispetto alle altre sei, delle quali ricalca la pianta e con le quali vuole significare il numero delle spade che trafiggono il cuore di Maria Addolorata[10]. In ognuna delle sei cappelle laterali, vi è un altare in marmi policromi sormontato da una tela di Amedeo Trivisonno raffigurante uno dei dolori di Maria[12]; di Trivisonno sono anche le tele della Resurrezione di Gesù e dell'Assunzione di Maria, poste nell'endonartece.
La cappella maggiore, in asse con l'ingresso, presenta il pavimento rialzato rispetto al resto della chiesa. Al suo interno si trova l'antico altare maggiore in marmi policromi, sormontato dal cosiddetto Trono[13], edicola marmorea neogotica riccamente decorata all'interno della quale si trova il Simulacro di Maria Santissima Addolorata di Castelpetroso[14]. Questo è costituito da due statue in legno dipinto raffigurante la Vergine semi inginocchiata presso il corpo, deposto per terra, di Gesù morto. L'attuale gruppo scultoreo risale al 1963 ed è il frutto del rifacimento dell'originale, opera di Nicola Santillo, donato nel 1894 dalla popolazione di Colle Sannita.
A pavimento nell'aula si trova un secondo organo a canne, un positivo a cassapanca costruito nel 2017 da Nicola Puccini; a trasmissione integralmente meccanica, dispone di cinque registri su unico manuale, senza pedaliera.
Note
^Le apparizioni, su santuarioaddolorata.it. URL consultato il 28 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2013).
^abL'edificazione del santuario, su santuarioaddolorata.it. URL consultato il 28 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2013).
^La visita di Giovanni Paolo II, su santuarioaddolorata.it. URL consultato il 28 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2013).