Anzi deriva probabilmente dal latino Anxia, Anxa, Ancie, anagrammi di Einca, osco. Nel 1800, nella contrada San Giovanni, hanno trovato una pietra triangolare con una oscura epigrafe, per un lungo periodo la scritta rimase incomprensibile ma alla fine venne decifrata. L'iscrizione osca riporta il termine EINCA.
Storia
Anzi è stato abitato sin dall'età del Ferro, dagli Enotri, dai Romani e Lucani. Con i Greci diventa un paese noto per la produzione di ceramica, come testimoniano i reperti archeologici, trovati nelle varie campagne del luogo, a partire dal '700 e conservati nel Museo Archeologico di Napoli e altri musei nel mondo, tra cui il British Museum di Londra. Questo paese è stato sotto il controllo dei Longobardi, dei Normanni e poi dei vari signori feudali. Questo luogo si chiamava "Anxia".
Con la denominazione di Anxia, il centro appare documentato per la prima volta nella Tavola Peutingeriana, una primordiale carta geografica voluta dall'imperatore Teodosio, che regnò tra il 347 e il 395 d.C.
Anzi aveva una certa importanza nell'antichità grazie al suo collocamento geografico in una posizione strategica. La via per Anzi era come un itinerario obbligato per il collegamento fra Potenza e l'antica Grumentum. La strada chiamata Herculea venne fatta costruire nel IV secolo d.C. dall'imperatore Diocleziano e portata a termine sotto Massimiano Erculio.
Intorno al 1240 Federico II decide di restaurare il castello di Anzi che aveva bisogno di un intervento urgente, poiché era stato gravemente danneggiato durante l'assedio di Ruggero.
Negli anni della seconda guerra mondiale, tra il 1940 e il 1943, 8 profughi ebrei (tra cui una famiglia polacca con due ragazzi) furono confinati in soggiorno coatto ad Anzi. Furono tutti liberati con l'arrivo dell'esercito alleato nel settembre 1943.[4]
Simboli
Lo stemma di Anzi non ha ancora un decreto di concessione ufficiale e si può blasonare:
«d'azzurro, alla torre di due palchi d'argento, fondata su un monte di tre cime di verde, cimata da tre spighe di grano d'oro. Ornamenti esteriori di Comune.»
Rappresenta una torre merlata sopra a tre monti. Sulla cima della torre ci sono tre spighe di grano.
In questo paese si può ammirare il quarto più grande Presepe poliscenico d'Europa;[senza fonte] sulla cima del monte Siri dal 2008 è in funzione un planetario osservatorio astronomico, gestito dall'associazione di volontariato Teerum Valgemon Aesai, sede di Anzi.[6]
Nel bosco del comune di Anzi c'è un villaggio turistico di nome "La Casa nel Bosco" dove c'è anche un parco dei dinosauri riprodotti in dimensioni reali.
Sul monte Siri ci sono i resti di un castello costruito nel 1091, dove andava in scena uno spettacolo meraviglioso grazie anche alla splendida vista sulla Diga della Camastra.
Nella piazza di Anzi è collocata una fontana artistica sulla civiltà contadina, realizzata dall'artista lucano Lo Sasso. Raffigura un pastore che stava addomesticando un montone castrato per diventare capo mandria. Inaugurata nel 2008 e rappresenta la millenaria tradizione contadina e pastorale delle genti lucane.
Palazzo La Fenice già Palazzo Fittipaldi - sorto sul soppresso ospizio dei certosini di Padula, che in questo comune possedevano cospicue rendite, è appartenuto nel passato alla dinastia dei Fittipaldi. Il palazzo baronale è oggi proprietà del Comune, ed è attualmente la sede degli uffici municipali. Di particolare interesse è l'elegante cappella di San Lorenzo annessa al palazzo. Il Palazzo La Fenice, architettonicamente si può identificare come un tipico palazzo baronale settecentesco, già ospizio dei certosini di Padula che disponevano di ingenti possedimenti sul territorio. Acquistato dalla famiglia dei baroni Fittipaldi venne impreziosito da pregevoli affreschi di figure neoclassiche tuttora custoditi all'interno.
Architetture religiose
Sulla vetta del monte Siri si erge la chiesa di Santa Maria che custodisce bellissimi affreschi del Todisco (XVI secolo) e presenta un portale tardogotico (1525).
Scendendo dal monte si trova la chiesa romanico-gotica di Santa Lucia, che conserva un'acquasantiera del medioevo.
La chiesa Madre di San Donato, patrono di Anzi, svetta in piazza Dante. Fu ricostruita nell'Ottocento sulla struttura cinquecentesca già esistente.
La chiesa di Sant'Antonio, che è stata innalzata nel 1587, era un tempo cappella del convento dei frati minori osservanti e dedicata alla Santissima Trinità. È di ordine ionico e sull'altare maggiore ospita la pregiatissima tela della incoronazione della Vergine tra angeli osannati.
Nella frazione del paese c'è una cappella di nome San Donato che dà il nome alla contrada.
Una tradizione di questo paese sono i fuochi di Sant'Antonio, una festa in onore del Santo, il 12 e 13 giugno. I giovani dei vari quartieri di Anzi vengono coinvolti, già nel mese di maggio, nella raccolta delle ginestre che alimentano i falò durante la sera del 12 giugno. Alcuni giovani lanciano nei falò le ginestre e altri trasportano le "guglie" di legno con l'immagine di Sant'Antonio, accompagnati dalla banda. Lo scopo del tradizionale rituale è di attraversare tutti i fuochi con le due "guglie" camminando tra i carboni incandescenti e le fiamme, e facendole muovere e "ballare" tra i vari quartieri. Il passaggio delle "guglie" rappresenta simbolicamente la vittoria del bene (il Santo) sul male (i fuochi, il peccato degli uomini).
Amministrazione
Sindaci dal 1809 al 2019
1809 Donato Gerardo Brancati
La principale squadra di calcio della città è l'A.S.D. Polisportiva Anzi che milita nel campionato di prima categoria lucana. I colori sociali sono il giallo ed il rosso.