Aškerc scrisse la sua prima poesia Ss. Cirillo e Metodio (Sv. Ciril in Metod, 1877), versi di argomento religioso, a cui segurono la lirica Tre passeggeri (Trije potniki, 1880), con lo pseudonimo di Gorazd, che usò spesso, Sonet (1881) e Anka (1883).[1]
Questi suoi esordi suscitarono l'attenzione del critico e storico della letteratura Fran Levec, che gli consigliò di dedicarsi al genere epico.[2]
Nell'arco di pochi anni scrisse il suo capolavoro, intitolato Ballate e romanze (Balade in romance, 1890),[5][4] in cui cambiò il suo stile compositivo, passando dalla retorica e da una interiore vacuità, a contenuti più elevati:[2] senza allontanarsi troppo dal mondo spirituale e del sacro, Aškerc rintracciò nella realtà sociale la migliore manifestazione della personalità umana; quindi ogni azione umana diventa un elemento storico e di valore che dura nel tempo, una orma nella materia plasmata dalla volontà dell'uomo.
[2]
Aškerc sostenne la libertà politica, religiosa, economica degli uomini, oltre che la libertà di pensiero. Tra le tematiche storiche, popolaresche, presenti nelle Ballate e romanze,[3] brillò per espressività e per forza evocativa il ciclo de La vecchia legge (Stara pravda), derivato dalla insurrezione popolare dei contadini sloveni avvenuta nel 1572, che rivendicavano i loro diritti, e che terminò con la morte del loro capo.[2]
Questa opera ricevette qualche critica da parte delle autorità cattoliche,[3] ma l'autore comunque proseguì la sua carriera con le Poesie liriche ed epiche (Lirske in epske poezije, 1896),[5] con le Nuove poesie (Nove poezije, 1900), con L'aricorno (Zlatorog, 1904), con Martiri (Mučeniki, 1905), Perle dell'Adriatico (Jadranske bizeri, 1907), con L'ultimo conte di Celje (Poslednji Celian, 1912), nelle quali Aškerc evidenziò un lieve manierismo.[2]
Negli ultimi anni di vita Aškerc aderì e sostenne le teorie slavofile.[5]
Opere
Ss. Cirillo e Metodio (Sv. Ciril in Metod, 1877);
Tre passeggeri (Trije potniki, 1880);
Sonet (1881);
Anka (1883);
Ballate e romanze (Balade in romance, 1890);
Poesie liriche ed epiche (Lirske in epske poezije, 1896);
Nuove poesie (Nove poezije, 1900);
L'aricorno (Zlatorog, 1904);
Martiri (Mučeniki, 1905);
Perle dell'Adriatico (Jadranske bizeri, 1907);
L'ultimo conte di Celje (Poslednji Celian, 1912).
Note
^abcde(SL) Anton Aškerc, su slovenska-biografija.si. URL consultato il 2 marzo 2019.
^abcdefgle muse, I, Novara, De Agostini, 1964, pp. 410-411.
^abcd(SL) Anton Aškerc, su mladinska.com. URL consultato il 2 marzo 2019.
^ab(SL) Anton Aškerc, su kdantonaskerc.si. URL consultato il 2 marzo 2019.
^abcAnton Aškerc, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 2 marzo 2019.
Bibliografia
(DE) Aškerc Anton, in Österreichisches Biographisches Lexikon 1815–1950 (ÖBL), I, Vienna, Verlag der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, 1957, p. 33.
(SL) France Bernik, Cankarjevo vrednotenje Aškerca. Jezik in slovstvo, Lubiana, Letnik, 1983.
(SL) Marija Boršnik, Anton Aškerc, Lubiana, Partizanska knjiga, 1981.
(SL) Ivan Cankar, Zbrana dela slovenskih pesnikov in pisateljev, Lubiana, 1975.
(SL) Igor Grdina, Slovenci med tradicijo in perspektivo. Politični mozaik 1860-1918, XXXII, Lubiana, Študentska založba, 2003.
(SL) Janko Kos, Anton Aškerc kot potopisec. Med Turki in Rusi, città=Lubiana, Celjska Mohorjeva družba, 2006.
(SL) Kajetan Kovič, Sled sence zarje, in Slovenska matica, Lubiana, 2006.
(SL) Krištof Jacek Kozak, "Pod egindo ruskega orla"ali orientalistični izleti A. Aškerca, in Primerjalna književnost, XXXIV, n. 3, Lubiana, Slovensko društvo za primerjalno književnost, 2011, pp. 153-172.