Alessandra nacque ad Atene il 25 marzo 1921, come figlia postuma di re Alessandro e unico membro della famiglia reale ad avere ascendenti greci da entrambi i genitori. Da parte di padre era infatti discendente di imperatori bizantini e di sovrani balcanici di epoca medievale; per lato della madre, Aspasia Manos, aveva come antenati i nobili greci di Istanbul.
Venne battezzata nel palazzo reale con i membri della famiglia reale in veste di padrini.[1] Dopo la morte del padre avvenuta cinque mesi prima della sua nascita, il nonno paterno Costantino I salì al trono per la seconda volta, considerando il regno del figlio defunto solo una reggenza.[2] Allo stesso modo considerò nullo il suo matrimonio con la madre di Alessandra, in quanto, non essendo re quando avvenne, fu celebrato senza il suo consenso.[3] Alessandra nacque così come figlia illegittima.[2]
Grazie all'intercessione della nonna, la regina Sofia, fu approvata dal governo una legge con la quale il re riconosceva la legittimità delle nozze[2] e approvava i matrimoni dei principi greci con cittadini comuni.[1] Le venne così conferito con valore retroattivo il titolo principesco nel luglio 1922, anche se continuava a non far parte della casa reale[4] e della linea di successione al trono.[3]
Gioventù
Dopo il colpo di Stato dell'11 settembre dello stesso anno, il 27 settembre il nonno abdicò costringendo i famigliari all'esilio. Ad Aspasia fu però concesso di rimanere in Grecia con la figlia, ma nel 1924 si recarono dalla regina Sofia a Firenze.[2]
Nel 1927 Alessandra si spostò con la madre in Inghilterra, ad Ascot, dove fu iscritta in collegio. La nostalgia che sentiva della madre e il disprezzo per il sistema educativo[1] le causarono una permanenza spiacevole, al punto che smise di mangiare per poi ammalarsi di tubercolosi.[2] La madre la portò a curarsi in Svizzera e in seguito si trasferirono a Venezia.[2]
Dopo il referendum del 1935 e la conseguente restaurazione della monarchia, fece diversi viaggi nel paese natio.[2] Era solita trascorrere i periodi di vacanza con le zie, Elena, Irene e Caterina, ed ebbe per compagni di gioco i cugini Filippo di Grecia e Michele di Romania.[1] L'amicizia con il primo sarebbe durata per tutta la vita.[1]
La principessa terminò i suoi studi a Parigi[1] con Mademoiselle Ozanne,[5] e in questi anni Zog I di Albania le chiese la mano, dopo che si innamorò di lei guardando un suo ritratto fotografico.[1] La madre Aspasia riteneva che la figlia fosse troppo giovane per sposarsi e si sentì sollevata quando lo zio, Giorgio II, respinse la richiesta.[1] Successivamente si iniziò a credere che fosse stata fidanzata per breve tempo con il principe Filippo.[1]
La suocera, la regina Maria, si rifiutò di partecipare disapprovando fortemente le nozze, a tal punto che i due sposi si incontrarono per i due anni precedenti solamente nella casa londinese di Marina di Grecia, dovendo sempre rimandare le nozze.[1]
Diede alla luce il figlio Alessandro nel 1945, presso il Claridge's di Londra. Per garantirgli la nazionalità jugoslava Winston Churchill chiese a Giorgio VI di cedere temporaneamente alla sovranità del Regno la suite 212,[1] in cui Alessandra partorì.[2] La camera fu quindi l'unica porzione di territorio jugoslavo su cui Alessandra mise piede durante la sua vita.[1]
Caduta della monarchia
Quattro mesi dopo infatti, avvenne la caduta della monarchia e gli ex sovrani cambiarono diverse volte residenza, andando prima in Francia, poi in Svizzera e, nel 1949, negli Stati Uniti d'America.[2] A quel punto il rapporto coniugale cominciò a indebolirsi, a causa delle difficoltà finanziarie[1] e delle relazioni extraconiugali di Pietro II,[2] ormai dedito all'alcol.[1]
In questo periodo Alessandra tentò diverse volte il suicidio, per la prima volta nell'estate del 1950 durante una visita alla casa veneziana della madre.[1] Nel 1953 il marito fece causa per il divorzio e per vendicarsi Alessandra decise di tagliarsi i polsi, venendo salvata da un medico.[3] Nel 1956 scrisse la sua autobiografia, For Love of a King,[6] e sebbene ci furono diverse riconciliazioni negli anni '50 e '60,[7] si separò dal marito per andare a vivere dalla madre,[2] che la assistette poiché afflitta da problemi mentali.[4]
Già prima della separazione cominciò a soffrire di anoressia e del disturbo da dismorfismo corporeo, che la portò a farsi asportare il seno convinta che al marito non piacesse il suo corpo.[1] Gli anni settanta iniziarono con il lutto dell'ex marito, seguito da quello della madre nel 1972. In seguito non partecipò al matrimonio del figlio e vendette l'abitazione della defunta madre tornando a vivere in Regno Unito nel 1979.[2]
Morte
Residente in una casa di cura[4] e malata di cancro, morì a Burgess Hill il 30 gennaio 1993 a 71 anni.[2] La salma fu inizialmente posta nel suo paese d'origine, nella residenza di Tatoi ad Acharnes.[2] Dal 26 maggio 2013, quando i suoi resti furono trasferiti alla Serbia, è tumulata nella chiesa di San Giorgio a Topola, al fianco dell'ex marito e della suocera Maria.[2]