Il 3º Reggimento Bersaglieri è un'unità dell'Esercito italiano di stanza a Teulada. È l'Unità delle Forze Armate più decorata d'Italia[1] e il reggimento bersaglieri più decorato per "qualità"[2]. Il suo motto è «Maiora viribus audere» (Osare più delle proprie forze).
Composizione
Comando di reggimento
Compagnia Comando e Supporto Logistico "Draghi"
18º Battaglione Bersaglieri "Poggio Scanno" composto da:
1º Compagnia fucilieri "Falchi"
2º Compagnia fucilieri "Leoni"
3º Compagnia fucilieri "Aquile"
Compagnia supporto alla manovra "Tigri"
Storia
Nascita
Il Comando dei bersaglieri del III Corpo d'armata il 31 dicembre del 1861 prende nome di 3º Reggimento bersaglieri con soli compiti amministrativi e disciplinari. La prima sede del reggimento è Modena.[3] Il reggimento era costituito da sei battaglioni, due dei quali (III e V) costituiti nel 1848 e il XVIII, il XII e il XXV, costituiti nel 1860,[3] con il XXV battaglione che si era distinto nelle operazioni per la presa di Ancona. Dal 1861 al 1866 il reggimento venne impiegato nella lotta contro il brigantaggio.[3] Nel 1862 i bersaglieri del XXV battaglione nella battaglia dell'Aspromonte fermarono il tentativo di Giuseppe Garibaldi e dei suoi volontari di completare una marcia dalla Sicilia verso Roma e scacciarne papa Pio IX. Nella terza guerra d'indipendenza, nel 1866, il reggimento si distingue nella battaglia di Borgo Levico in Valsugana. Nel 1870, il XII Battaglione fu impegnato nelle operazioni per la presa di Roma.[3]
L'unità il 1º gennaio 1871 assume anche fisionomia operativa ed è formata dai battaglioni XVIII, XX, XXV e XXXVIII e dal 1º ottobre 1910 dispone anche del III battaglione ciclisti, nelle cui file prestò servizio il bersagliere romano Enrico Toti.
Prima guerra mondiale
Partecipa al primo conflitto mondiale e viene impiegato nell'ambito delle divisioni di fanterie, distinguendosi nel 1915 sul Col di Lana, sul Carso, a Vermegliano e Monte Sei Busi: nel 1916 a Selz, Monte Sief, sul Piccolo Colbricon. Val Cismon Jamiano a q. 144 nei mesi di agosto e settembre. Il 1917 vede il reggimento impegnato ancora sul Carso a Flondar, I Hermada, Monfenera, Piave, Zenson e Ponte Pinzano. Nel corso del 1918 è impiegato a Costalunga, Piave, Vittorio Veneto, Serravalle, Passo di Fadalto, e Pieve di Cadore perché inquadrato dal 29 agosto al 4 novembre nella VII Brigata Bersaglieri insieme al 2º Reggimento. Il suo III battaglione ciclisti invece opera come unità autonoma e si distingue in azioni di retroguardia nel 1917 e di resistenza sul Piave nel giugno 1918.
Tra le due guerre
Alla fine del primo conflitto mondiale, il 3º Reggimento subisce diverse trasformazioni organiche tra cui la soppressione del III battaglione ciclisti nel 1919.
Nel luglio 1924 tutto il reggimento viene trasformato in unità ciclisti rimanendo tale sino al 1936. L'ordinamento del 1926 ne prevedeva la formazione su comando, XVIII e XX battaglione ai quali nel 1935 si è unito anche il XXV.
Il 23 marzo 1935 è mobilitato per partecipare alle operazioni in Africa Orientale, in quella che passerà alla storia come guerra d'Etiopia, a tal scopo viene riformato su 4 battaglioni tutti appiedati: il XVIII, XX, XXV e il LXXXIII complementi. Il 3º giunge in Africa nel maggio 1935 e viene incorporato nella divisione Sabaudia. I bersaglieri parteciparono all'avanzata prendendo parte a entrambe le battaglie di Tembien. La prima battaglia del Tembien venne combattuta tra il 21 e il 24 gennaio 1936 e vede impegnate le truppe del generale Badoglio che difendono il fianco dello schieramento italiano e sconfiggono due armate abissine guidate dai ras Cassa e Sejum. La seconda battaglia del Tembien viene combattuta tra il 27 e il 29 febbraio 1936 in cui i resti delle due armate abissine sono completamente distrutte dagli italiani che riconquistano la vetta dell'Amba Alagi. Al passo di Falagà il reggimento viene riordinato diventando il 3º Reggimento Leggero per andare a far parte della colonna Starace che avrebbe marciato su Gondar.
Rientrato in patria dall'ottobre 1939 viene inquadrato nella 3ª Divisione Celere "Principe Amedeo Duca d'Aosta" con la quale al comando del colonnelloAminto Caretto, prende parte al secondo conflitto mondiale. Dopo una permanenza sul fronte alpino occidentale e dopo aver partecipato alle operazioni contro la Jugoslavia, nella primavera del 1941, il 24 luglio 1941 il reggimento viene inviato in Russia, facente parte del CSIR dove il 5 settembre del 1941 entrò in contatto con il nemico nella zona del fiume Dnepr. Il 28 settembre, partecipa alla prima battaglia combattuta e vinta da soli reparti italiani a Petrikovka sul Don,[5]proseguendo verso il bacino del Donez in condizioni ambientali proibitive conquistando prima la testa di ponte di Uspenowka e il 20 ottobre il centro industriale e ferroviario di Stalino, precedendo la IV Divisione alpina tedesca, impadronendosi poi il 1º novembre del centro industriale di Rjkowo, con un ingente bottino di uomini e materiali. Successivamente l'11 e 12 novembre i bersaglieri XVIII e del XX battaglione si lanciarono in aiuto dell'80º Reggimento fanteria, sottraendolo all'annientamento. Sul fronte russo il 3º Reggimento bersaglieri ha combattuto per quasi due anni dando prova di valore e di sacrificio. Il giorno di Natale 1941 i russi scatenarono una pesante offensiva, poi denominata battaglia di Natale, che investì in pieno il 3º Reggimento bersaglieri, con un battaglione di bersaglieri accerchiato per dieci ore prima di riuscire a ritirarsi.
Nel maggio 1942, il reggimento, con gli altri reparti della 3ª Divisione Celere, penetra profondamente nello schieramento avversario occupando il 19 luglio Millerovo, centro del bacino minerario di Bocovo Antrazit e raggiungendo il 29 luglio, dopo una marcia di oltre 450 chilometri, la riva destra del Don, nell'ansa di Serafimovič, con l'obiettivo di recidere una consistente testa di ponte russa. Il 30 luglio, il XX Bettaglione occupa Serafimovic, dopo un attacco notturno a sorpresa, mentre il XVIII Battaglione occupa Belajewski e il XXV Battaglione occupa Bobrowski.[5] Nel corso del combattimento il Comandante del Reggimento, colonnello Aminto Caretto, cadde colpito a morte e venne decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare.[4]
Il 30 agosto malgrando fosse ridotto a un quarto degli effettivi il reggimento, coperto dal fuoco degli artiglieri del 120º Reggimento artiglieria difese le posizioni di Jagodnij arginando e respingendo l'offensiva russa.[5]
Dopo essere stato schierato il 17 novembre sul Don, nella zona di Meskow, il 19 dicembre, il reggimento affronta la sua ultima battaglia e ridotto all'osso, riesce a sfondare lasciando sul terreno centinaia di bersaglieri caduti, per affrontare la strada del ripiegamento di fronte a una schiacciante superiorità avversaria.[5]
Rientrato in Italia dal fronte russo verso la fine di marzo del 1943 il reggimento viene dislocato per riordinarsi in Emilia dove verrà sciolto a seguito della proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre.
A seguito delle vicende che seguirono l'armistizio e allo scioglimento del reggimento, elementi dei vari battaglioni bersaglieri parteciparono alla guerra di liberazione a fianco degli Alleati, combattendo a Montelungo e Monte Marrone. Con i resti di questi reparti, il 1º ottobre 1944, viene costituito il Battaglione “Goito” che inquadrato prima nel Corpo Italiano di Liberazione e poi nel Gruppo di Combattimento "Legnano" si distinse sul fronte di Bologna e a Poggio Scanno.[4]. Altri volontari al comando del tenente colonnello Alfredo Tarsia ricostituirono il 3º Reggimento all'interno delle forze armate della RSI.
173ª Compagnia Cannoni Controcarro da 47/32 Mod. 1935
122º Autoreparto
76ª Autosezione
77ª Autosezione
Le Compagnie Bersaglieri erano armate con fucile Carcano Mod. 91 e ogni Squadra Bersaglieri aveva 1 fucile mitragliatore Breda Mod. 30 calibro 6,5 mm.
Nel dopoguerra
Il Reggimento viene ricostituito il 1º luglio 1946, presso la Caserma Teulié di Milano inquadrando anche il Battaglione Goito che aveva preso parte alla guerra di liberazione e, articolato su tre battaglioni (XVII, XX e XXV) venne inquadrato prima tra le Truppe di Corpo d'Armata del III Comando Militare Territoriale e successivamente nella Divisione corazzata "Centauro", ricostituita nel 1951. Dopo il passaggio alle dipendenze della Divisione "Centauro" ai tre battaglioni, che vennero riequipaggiati con VTTsemicingolatiM3 Half-track si è aggiunta una Compagnia Controcarri equipaggiata con cannoni controcarri da 106 mm M40senza rinculo.
Il 1º ottobre 1955 il Reggimento viene trasferito a Novara presso la Caserma Passalacqua.
Nel 1963 il XVIII Battaglione rientrò a Milano nella Caserma Mameli e quando nello stesso anno, secondo quanto previsto dalle normative NATO, la Divisione venne articolata sulla 1ª Brigata Meccanizzata, la IIª Brigata Corazzata, la IIIª Brigata Corazzata e su una Brigata di Artiglieria, il 3º Reggimento bersaglieri ha costituito il nerbo della 1ª Brigata Meccanizzata e articolato su due battaglioni bersaglieri equipaggiati entrambi con APCM113, cedendo un battaglione al 31º Reggimento Carri dal quale riceve in cambio il IV Battaglione Carri, equipaggiato con carri armati mediM47 Patton e una Compagnia Controcarri equipaggiata con pezzi da 106 mm, mentre il XVIII battaglione bersaglieri, equipaggiato con APC M113, venne inquadrato nel 31º Reggimento carri della IIIª Brigata corazzata "Centauro". Nel 1967 anche il Comando di Reggimento viene trasferito a Milano, viene sciolta la Brigata Sperimentale e con il ritorno alla precedente organizzazione divisionale, il 3º Reggimento bersaglieri venne articolato su due battaglioni bersaglieri (X e XVIII) equipaggiati entrambi con APC M113, sul IV battaglione carri, equipaggiato con carri armati medi M47 e una Compagnia con cannoni da 106 mm e Compagnia Comando Reggimentale.
Con la profonda ristrutturazione dell'esercito italiano del 1975, che aboliva il livello reggimentale, il 3º Reggimento bersaglieri venne sciolto il 20 ottobre 1975, il suo comando si trasforma in Comando della 3ª Brigata meccanizzata "Goito", e bandiera di guerra e tradizioni ereditate dal XVIII battaglione con il nome di 18º battaglione bersaglieri "Poggio Scanno", stanziato a Milano, nella caserma "Goffredo Mameli", insieme al 10º battaglione bersaglieri "Bezzecca", stanziato a Solbiate Olona, presso la caserma "Ugo Mara", e al 6º battaglione bersaglieri "Palestro", stanziato a Torino, inquadrati nella 3ª Brigata meccanizzata “Goito” costituitasi in seguito alla riorganizzazione della Divisione "Centauro" che, con la ristrutturazione dell'Esercito Italiano aveva cambiato ancora fisionomia organica e articolata nella 3ª Brigata meccanizzata “Goito”, nella Brigata meccanizzata "Legnano" e nella 31ª Brigata corazzata “Curtatone”. Insieme ai due battaglioni anche la compagnia controcarri, diventata autonoma entrò a far parte della brigata "Goito" con la denominazione di Compagnia controcarri “Goito” e stanziata a Torino, presso la caserma "Cavour".
Tra il 1982 e 1983 alcune Compagnie del XVIII Battaglione “Poggio Scanno” vengono aggregate al II Battaglione Bersaglieri “Governolo” alla missione di Pace in Libano.
La ricostituzione
Il 1º agosto 1991 la Brigata “Goito” venne sciolta e il 29 agosto 1991 il reggimento venne ricostituito in fase sperimentale come 3º Reggimento bersaglieri Goito e inquadrato nella Brigata meccanizzata "Legnano" riprendendo dal 1º agosto 1992 la più tradizionale denominazione 3º Reggimento bersaglieri. Dal 30 settembre 1993 al 30 gennaio 1994 il Reggimento venne impiegato in Somalia nell'ambito dell'operazione Restore Hope inquadrato nel contingente italiano IBIS 2.
Il 14 settembre 1996 in previsione del nuovo modello di difesa la brigata meccanizzata "Legnano" venne sciolta, il 3º Reggimento bersaglieri tornò alle dipendenze della "Centauro" trasformata in meccanizzata.
Nel quadro del processo di riordinamento dell'Esercito Italiano verso il modello professionale e di un processo di riduzione del numero delle Brigate, la "Centauro" venne sciolta nel 2002 e il reggimento è passato alle dipendenze della Brigata corazzata "Ariete".
Il 30 novembre 2009 con la cerimonia di chiusura della caserma "Mameli" di Milano di V.le Suzzani 125, il reggimento, passato alle dipendenze della Brigata meccanizzata "Sassari", viene trasferito a "Sa Portedda" (Teulada), nella provincia del Sud Sardegna, già sede del 1º reggimento corazzato.
Da ottobre 2011 ad aprile 2012 il reggimento ha partecipato all'operazione ISAF XVII in Afghanistan nell'ambito del Provincial Reconstruction Team di Herat.
lista bifida: d'oro, svolazzante, collocata sotto la punta dello scudo, incurvata con la concavità rivolta verso l'alto, riportante il motto a caratteri capitali di nero: "Maiora viribus audere".
onorificenza: accollata alla punta dello scudo l'insegna dell'Ordine militare d'Italia, pendente al centro del nastro con i colori dello stesso.
Nastri rappresentativi delle ricompense al valore: annodati nella parte centrale non visibile della corona turrita, scendenti svolazzanti in sbarra ed in banda dal punto predetto, passando dietro la parte superiore dello scudo: tre d'azzurro, filettate d'oro (Medaglia d'oro al valor militare); tre d'azzurro con due pali d'argento (Medaglia d'argento al valor militare); tre d'azzurro (Medaglia di bronzo al valor militare); uno d'azzurro con due pali d'argento (Croce di guerra al valor militare).
Onorificenze
Fregio e Fiamme del 3º reggimento bersaglieri
Decorazioni alla Bandiera di Guerra
La bandiera di guerra del 3º Reggimento bersaglieri, più decorato tra i reggimenti italiani, è stata insignita, nel corso della sua storia, delle seguenti onorificenze[6]:
«Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia. Guerra italo-austriaca 1915 - 1918
(all'Arma di Fanteria del Regio Esercito e per duplicazione a tutti i Reggimenti combattenti)» — Roma, regio decreto 5 giugno 1920[7]
Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia (ora d'Italia)
«Pari alla sua fama millenaria, è espressione purissima delle alte virtù guerriere della stirpe, si prodigava eroica, generosa, tenace in tutte le battaglie, dando prezioso contributo di valore e di sangue alla vittoria. Guerra italo-etiopica, 3 ottobre 1935 - 5 maggio 1936» — Roma, regio decreto 27 gennaio 1937
«Con audacia indomabile si affermava su posizioni asprissime, a prezzo di un immane sacrificio di sangue. Con la sua virtù e la sua fede rinnovellò, nel durissimo travaglio, le sue forze, sì che, nell'ora dell'assalto, schiantò e travolse d'un solo impeto le formidabili difese nemiche. Si oppose con audace azione di retroguardia all'avanzata nemica dell'ottobre 1917 e diede largo tributo di sangue sul Piave, durante la prima resistenza su quel fronte e nella difesa del giugno 1918. Si distinse per slancio ed ardimento nella battaglia di Vittorio Veneto. Vermegliano, 19-21 luglio 1915; Monte Sei Busi, 28-29 luglio 1915; Quota 85 - Monfalcone, 6 agosto 1916
(al III battaglione ciclisti)» — Roma, regio decreto 31 ottobre 1920
«Superba unità di guerra, non paga del grande sangue versato e delle eroiche imprese compiute nel precedente cielo operativo, si prodigava ancora con suprema dedizione per il buon esito in numerosi combattimenti. Balzato per primo dalle posizioni tenacemente difese durante tutto l'inverno, prendeva d'assalto un importante centro ferroviario e creava la premessa per afferrare alla gola il nemico ripiegante, distruggerlo e conquistare una ricca zona mineraria. Lontana avanguardia delle truppe italiane in Russia con la 3ª Divisione Celere, slanciatosi con fulminea marcia dal Donez al Don, attaccava e conquistava con dura e sanguinosa lotta una munitissima testa di ponte, sconvolgendo il piano offensivo nemico. Travolto l'avversario in rovinosa fuga, ne frustrava i successivi suoi ritorni offensivi compiuti con forze sempre rinnovantisi. Chiamato all'arresto di masse nemiche transitate sulla destra del Don, le ricacciava con impetuoso attacco; quindi, inchiodato al terreno, costituiva insormontabile barriera ai reiterati, sanguinosi, ma vani assalti nemici, spezzandone l'impeto e facendo brillare di piena, fulgida luce, di fronte agli alleati ed allo stesso nemico, le virtù guerriere delle stirpe italica. Fronte Russo, Rassipnaja, Staz, Fatschewka, Iwanowka, Serafimowitsch, Broboski, Quota 244,4 Jagodnyi 11 luglio - 1º settembre 1942» — Roma, decreto del Capo provvisorio dello Stato, 31 dicembre 1947
«Compatta e gagliarda unità di guerra, salda amalgama di energie, di volontà intrepida e di temeraria arditezza fusa nell'abilità manovriera, in dieci mesi ardua campagna ha dato vivido risalto alle superbe tradizioni, onde sono onusti il suo ceppo ed il suo nome chiamato alla battaglia del Nipro dopo mille chilometri di rudi marce, imponeva all'avversario la invitta superiorità delle sue baionette, che con travolgente irruenze e lena inesausta, sgominando ripetutamente dense e rabbiose retroguardie nemiche, faceva balenare prime e vittoriose nel cuore del Donez. Riaffermata in rischiose azioni esplorative la bella audacia dei suoi battaglioni e distintosi pel contributo di valore nel soccorso a nostra colonna avviluppata, teneva ovunque in scacco l'avversario, strappandogli capisaldi muniti e preziosi punti di appoggio. Incaricato infine della tutela di un delicato settore difensivo, ancorché ridotto di numero ed esposto ai rigori di un inverno eccezionalmente ostile, reagiva con indomito coraggio e fede suprema all'urto di forze nemiche dieci volte superiori, arginando, con l'incontrollabile diga dei petti e degli animi, la furia che minacciava di stremarlo e portando i suoi piumetti ad affermarsi in una scia di sangue oltre le posizioni riconquistate. Fronte Russo. Nipro, Uljanowka, Maximaljanowka, Sofjewka, Stalino, Panteleimonowka, Rassipnaja, Michailowka, Stoshkowo, agosto 1941 - maggio 1942» — Roma, decreto del Presidente della Repubblica, 30 gennaio 1948
«Il giorno 23 a Borgo, la notte a Levico, si distinse per coraggio, sangue freddo e disciplina nell'attacco di quelle difficili posizioni, essendo in avanguardia al 28º Reggimento fanteria. Borgo, 25 luglio 1866
(al XXV battaglione)» — regio decreto 6 dicembre 1866
«Assaltava con impeto eroico una fortissima posizione carsica, aprendosi il varco nei reticolati a prezzo di purissimo sangue ed in concorso con altri reparti, ne manteneva l'occupazione in tre giorni di epica lotta, malgrado i violenti bombardamenti ed i ritorni offensivi del nemico. Carso - Quota 144, 14-15-16 settembre 1916
(al III battaglione ciclisti)» — Roma, regio decreto 29 ottobre 1922
«Raccolse gli uomini onde riassunse le gesta di tutte le fiamme cremisi nella Guerra di Liberazione: cinquantunesimo battaglione del I Raggruppamento motorizzato, che offerse l'eroico olocausto degli allievi ufficiali di complemento a Monte Lungo; XXIX e XXXIII battaglione e prima compagnia motociclisti del C.I.L. che strenuamente guarnirono monte Marrone e le Mainarde, che spiccarono su monte Mare con balzo leonino, che combatterono duramente a monte Granale di lesi, che incalzarono saettando il nemico ad Urbino e ad Urbania; battaglione "Goito" del Gruppo "Legnano", che immolò le avanguardie audacissime su Poggio Scanno prematuramente conquistato. Da Cassino a Bologna, sempre pari alle prestigiose tradizioni del Corpo, con impeto veemente e con generosa, alata baldanza. Campagna di Liberazione, 6 dicembre 1943 - 30 aprile 1945
(al battaglione "Goito")» — Roma, decreto del Capo provvisorio dello Stato, 24 luglio 1947
«Continuando in terra africana le tradizioni eroiche della Grande Guerra, nelle operazioni per la conquista del Tigrai, dava continua prova di alto sentimento del dovere e di dedizione alla Patria.
Con azione salda e brillante, con slancio entusiastico, con unanime valore conquistava le alture di Belesat, infrangendo l'accanita resistenza dell'agguerrito avversario e contribuendo validamente alla conclusione vittoriosa della battaglia dell'Endertà. Belesat, 15 febbraio 1937» — Roma, regio decreto 21 gennaio 1937
«Inquadrato nelle forze del contingente italiano impegnato in Somalia per le operazioni di soccorso e protezione alla popolazione, nonostante le oggettive difficoltà ambientali, si prodigava con totale dedizione ed elevata professionalità nella delicatissima e pericolosa missione. Operando in condizioni estreme di sicurezza, i suoi uomini hanno sempre confermato sia in attività di controllo del territorio, sia in azioni di rastrellamento per la ricerca d'armi sia in operazioni anti banditismo e/o scorte a convogli umanitari, elevate capacità operative, altissimo senso del dovere e coraggio non comune. Coinvolto in conflitti a fuoco, reagiva sempre con efficacia, dimostrando in ogni circostanza la capacità di discriminare e graduare le reazioni del proprio personale evitando così inutili spargimenti di sangue. La fierezza, l'orgoglio e la certezza di portare vitale soccorso umanitario a una popolazione disperata e la necessità di ridare ordine a un paese martoriato dalla guerra civile sono state le motivazioni che hanno contraddistinto l'operato.
Chiaro esempio di grande perizia ed estremo valore che hanno concorso a elevare e nobilitare il prestigio dell'Esercito Italiano. Somalia, 9 ottobre 1993 - 22 gennaio 1994» — Roma, decreto del Presidente della Repubblica 17 maggio 1985
«In occasione di una violenta alluvione si prodigava generosamente, con uomini e mezzi, in difficili ed estenuanti interventi di soccorso alle popolazioni colpite, contribuendo validamente a contenere e ridurre i disastrosi effetti della calamità. Provincia di Vercelli, 2 novembre - 20 dicembre 1968» — Roma, decreto del Presidente della Repubblica 1º dicembre 1970
«Offriva con uomini e mezzi efficace contributo alle iniziative dirette al contenimento dei disastrosi effetti di dilaganti acque alluvionali. Firenze e provincia, 12 novembre - 7 dicembre 1966
(al XXV battaglione)» — decreto del Ministro dell'Interno
Soldato Ottone Pecorari, Amba Arcidam (A.O.I.), 15 febbraio 1936.
Sergente Luigi Sbaiz – Zona di Poggio Scanno (Valle Idice), 20 aprile 1945.
Insegne e simboli
Il Reggimento indossa il fregio dei Bersaglieri in metallo di colore oro: bomba da granatiere con fiamma a sette lingue, cornetta da cacciatore e due carabine intrecciate. A differenza dei trofei delle altre armi, dove la fiamma sale dritta, quella del Bersagliere è inclinata, fuggente, quasi a rappresentare la corsa e l'assalto.
Le mostrine del Reggimento sono le fiamme a due punte di colore cremisi; alla base della mostrina si trova la stella argentata a 5 punte bordata di nero, simbolo delle forze armate italiane.
Festa del reggimento
La festa del reggimento come per tutti i reggimenti bersaglieri cade il 18 giugno, anniversario della costituzione della specialità (1836).
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English language nursery rhyme Lucy LocketNursery rhymePublished1842Songwriter(s)Unknown Lucy Locket is an English language nursery rhyme. It has a Roud Folk Song Index number of 19536.[1] Lyrics 18th century-style hanging pockets Common modern versions include: Lucy Locket lost her pocket, Kitty Fisher found it; Not a penny was there in it, Only ribbon round it. Another version: Lucy Locket lost her pocket, Kitty Fisher found it; Nothing in it, nothing in it, But a binder round it. T...
Scott Armstrong Joseph James, Jr. (izq.) como Scott Armstrong en 2011Nacimiento Marietta, Georgia, Estados Unidos4 de mayo de 1961 (63 años)Nombres artísticos Dixie Dy-no-miteScott JamesScott ArmstrongPeso 100.2 kg (220 lb)Estatura 1,85 m (6′ 1″)Nacionalidad Estados UnidosResidencia Gulf Breeze, Florida, Estados UnidosResidencia artística Pensacola, Florida, Estados UnidosEntrenador Bob ArmstrongEstadísticasDebut 1983[editar datos en Wikidata] Joseph Scott Jam...