Lo pseudonimo deriva dal vocabolo russo лимон (traslitterazione: limon, limone) ed è correlato a лимонка (limonka, espressione gergale per la bomba a mano, che compare sullo stemma del partito L'Altra Russia), e gli venne dato dagli amici artisti per il suo stile corrosivo, a tratti esplosivo.[1] La sua vita ha ispirato la biografia romanzata scritta da Emmanuel Carrère nel 2011, intitolata appunto Limonov. Ha fondato il quotidiano nazionalbolscevico Limonka.
Nasce a Dzeržinsk, una città industriale sul fiume Oka, vicino a Nižnij Novgorod (Gor'kij in epoca sovietica). Nei primi anni della sua vita, la sua famiglia si trasferisce a Charkiv, nella RSS Ucraina dove è cresciuto. Suo padre era un giovane ufficiale della NKVD. Passa un'adolescenza turbolenta nelle periferie di Charkiv, frequenta bande di strada restando coinvolto in piccoli reati che non gli costano il carcere grazie all'influenza di suo padre. In questo periodo Limonov cominciò a scrivere i primi versi e ad adottare il suo nom de plume nell'uso letterario.[2]
Limonov si trasferisce a Mosca nel 1967. Durante il periodo di Mosca svolge i più svariati lavori, ma entra in contatto con gli ambienti letterari della città e riesce a vendere i suoi primi volumi pubblicati a sue spese. Dopo aver raggiunto un certo grado di notorietà lui e la sua compagna Elena lasciano l'Unione Sovietica nel 1974 per stabilirsi a New York. Qui lavora per un giornale in lingua russa come correttore di bozze e occasionalmente intervista emigranti sovietici. A New York frequenta circoli punk e avant-garde, gruppi trotskisti e filo-cubani come Socialist Workers Party[3][4], conosce la musica di Lou Reed e comincia a scrivere il suo primo romanzo, Ėto ja — Ėdička, che uscirà nel 1979 col titolo di Ja, Ėdička ("Io, Ėdička", diminutivo russo di Ėduard), in inglese It's me, Eddie. In Italia verrà pubblicato nel 1985 col titolo Il poeta russo preferisce i grandi negri, poi anche in inglese sarà noto come The Russian Poet Prefers Big Blacks e in francese Le poète russe préfère les grands nègres, allusione alle esperienze omosessuali avute con giovani afroamericani, nel periodo in cui viveva come un senzatetto.[5]
Nel 1982 si separa dalla moglie e si trasferisce a Parigi con la modella, cantante e scrittrice Natalija Medvedeva, che sposa l'anno successivo. Qui collabora con vari giornali: da L'Humanité, organo ufficiale del Partito Comunista Francese, al nazionalista Le Choc du mois, ma in particolare con L'Idiot international ha alimentato la sua reputazione di "rosso-bruno" (fascio-comunista) o nazional-bolscevico (nazbol). Essendo apolide dal 1974, poiché privato della cittadinanza sovietica, poi restituita nel 1991 e diventata cittadinanza russa nel 1992, nonché residente in Francia da un certo numero di anni, nel 1987 ottenne la cittadinanza francese (revocata nel 2011).[6]
Alla caduta dell'URSS nel 1991, Limonov torna in Russia, dove si è soprattutto dedicato alla politica. Ha fondato un giornale chiamato Limonka e un partito politico, il Partito Nazional Bolscevico insieme al politologo Aleksandr Gel'evič Dugin, il quale però ne è successivamente uscito. Tra il 2001 e il 2003 sconta due anni di prigione con l'accusa di cospirazione.
La sua ultima moglie è stata nel 2006 l'attrice Ekaterina Volkova, da cui ha avuto due figli. Limonov ha avuto quattro mogli ed era dichiaratamente bisessuale e "libertino".[7]
Un video pornografico diffuso nel 2010 che mostra Limonov, Viktor Šenderovič, Aleksandr Potkin mentre hanno rapporti sessuali con una donna, è stato descritto da Šenderovič come una cosiddetta "trappola al miele" ordita dai servizi del governo russo contro Limonov per colpire l'opposizione a Putin.[8]
Limonov ha affermato di essere credente ma di non riconoscersi in nessuna organizzazione religiosa o chiesa.[9]
Negli anni 2000 è stato uno dei leader della coalizione di forze di opposizione de L'Altra Russia. Il 14 aprile 2007, Limonov è stato nuovamente arrestato dopo una manifestazione antigovernativa a Mosca e ancora il 31 gennaio 2009.
Tuttavia, ha sostenuto la politica estera di Putin a seguito dei disordini del 2014 in Ucraina.
Dopo una lunga malattia, è morto a Mosca il 17 marzo 2020, all'età di 77 anni.[10]
Il Partito Nazional Bolscevico (NBP) crede nella creazione di uno stato che comprenda tutta l'Europa e la Russia, così come l'Asia centrale, sotto il dominio russo (eurasiatismo). Anche se il gruppo non è mai riuscito ad ottenere lo status ufficiale di un partito politico, è stato molto attivo nelle proteste di vario genere contro il governo di Vladimir Putin; è stato messo fuorilegge e molti dei suoi militanti sono confluiti nel partito L'Altra Russia.
Inizialmente alleato del nazionalista Vladimir Žirinovskij, è stato anche nominato ministro della sicurezza di un governo ombra da lui creato nel 1992; tuttavia ben presto prese le distanze da esso, come spiega nel libro Limonov contro Žirinovskij.
Il suo giornale è stato oggetto di azioni legali, così come il suo partito, che è stato messo fuori legge nel 2007. Numerosi attivisti NBP sono stati arrestati e alcuni condannati a lunghe pene detentive in Russia e all'estero (ad esempio, a Riga, in seguito all'occupazione della Chiesa di San Pietro, nel novembre 2000).
Nell'aprile 2001 è stato arrestato con l'accusa di terrorismo, cospirazione contro l'ordine costituzionale e traffico di armi. Sulla base di un articolo su Limonka, il governo russo lo ha accusato di tramare una rivolta nell'esercito per invadere il Kazakistan. Detenuto dapprima nel carcere di Lefortovo, il tribunale di Saratov dopo un anno in attesa di giudizio, lo ha condannato a quattro anni di carcere per l'acquisto di armi, ma è stato assolto dalle altre accuse. Limonov ha scontato due anni di prigionia prima di essere rilasciato per buona condotta, durante i quali ha scritto diversi libri e perfezionato la conoscenza delle lingue straniere. In prigione ha sostenuto di aver avuto un'illuminazione spirituale[16] e di non essere stato tanto male, nonostante la diffusione delle droghe, delle malattie e il sovraffollamento[17]:
«Il carcere per me è stato come un monastero. A me è piaciuto starci, è un luogo in cui l'uomo si incontra con il caos ultraterreno. In carcere sono diventato più intelligente e saggio. C'erano persone che ogni giorno facevano un segno sul muro, contavano i giorni per uscire. Io ho avuto un altro approccio, e l'avrei avuto anche se mi avessero condannato a 15 anni, ne sarei uscito morto, ma non importa. Ho detto "adesso vivo qui", e mi sono messo a vivere, anche in carcere.[9]»
Diario di un fallito, oppure Un quaderno segreto [Дневник неудачника, или секретная тетрадь], Roma, Odradek, 2004 [1982], ISBN88-86973-55-1, SBNIT\ICCU\MIL\0636399.
^(DE) Nationalbolschewismus: Alfred Franke-Gricksch, Gregor Strasser, Querfront, Eduard Weniaminowitsch Limonow, Ernst Niekisch, Otto Strasser, General Books, 2011, ISBN9781159194703.
Partito Nazional Bolscevico, su nazbol.ru. URL consultato il 19 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2010).
Limonka, su nbp-info.com. URL consultato il 19 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2009).* Limonka, su limonka.nbp-info.com. URL consultato il 19 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2011).