A Baghdad fu direttore di un ospedale (māristān), diventando medico personale di quattro Califfiabbasidi. Compose un considerevole numero di monografie di medicina in arabo, su tematiche quali l'oftalmologia, gli stati febbrili, l'emicrania, la depressione, la dietetica, la lebbra, i test medici e gli aforismi medici.
Si dice che Ibn Māsawayh ricevesse regolarmente pazienti, discutendo dei vari problemi coi suoi allievi, tra cui Ḥunayn b. Isḥāq. Tradusse anche varie opere di medicina greca in siriaco. Il califfoabbasideal-Muʿtaṣim gli fece assegnare alcune scimmie perché potesse condurvi i suoi esperimenti di dissezione.
Molti scritti di anatomia e di altri argomenti medici gli furono attribuiti, in modo particolare il "Disturbo dell'occhio" (Daghal al-ʿayn), che è uno dei primi trattati sistematici di oftalmologia araba e gli Aforismi, la cui traduzione latina fu assai popolare nell'Europa occidentale durante il Medioevo.
J.-C. Vadet, «Ibn Māsawayh» in The Encyclopaedia of Islam, II edizione, 11 volumi + 1 Supplemento, Leida, E.J. Brill, 1960-2002) vol. 3, pp. 872–873
Manfred Ullmann, "Die Medizin im Islam", Handbuch der Orientalistik, Abteilung I, Ergänzungsband vi, Abschnitt 1, Leida, E.J. Brill, 1970, pp. 112–115
Fuat Sezgin, "Medizin-Pharmazie-Zoologie-Tierheilkunde bis ca 430 H.", Geschichte des Arabischen Schrifttums (GAS), Band 3, Leida, E.J. Brill, 1970, pp. 231–236.