Lo Yakovlev AIR-12 (in caratteri cirillici Яковлев АИР-12) fu un aereo da competizione monomotore monoplano ad ala bassa progettato dall'OKB 115 diretto da Aleksandr Sergeevič Jakovlev[N 1] e sviluppato in Unione Sovietica negli anni trenta.
Storia del progetto
Intorno alla metà degli anni trenta Jakovlev decise di avviare lo sviluppo di un nuovo modello ad alta autonomia destinato a conquistare alcuni primati sulla distanza per la categoria. Il progetto, al quale venne assegnato la designazione AIR-12, venne ottimizzato per facilitare il raggiungimento di tale scopo, riducendo il più possibile la massa complessiva e l'area frontale del velivolo. Il risultato fu un monomotore biposto caratterizzato dalla velatura monoplana posizionata bassa, dalla fusoliera a due abitacoli separati, entrambi chiusi da tettucci, il primo, destinato al passeggero/navigatore, posizionato sopra l'ala, il secondo, posizionato dopo il bordo di uscita alare, destinato al pilota. Se necessario l'abitacolo anteriore poteva essere attrezzato per incorporare un serbatoio di combustibile addizionale.[2] Il motore, un radiale Shvetsov M-11 a cinque cilindri raffreddato ad aria da 100 CV (73,5 kW), era posizionato all'apice anteriore della fusoliera solo parzialmente carenato ma con le testate che fuoruscivano dalla struttura.[1]
Per migliorare ulteriormente la penetrazione aerodinamica venne adottato un carrello d'atterraggio con gli elementi anteriori retraibili con movimento verso l'interno, integrato posteriormente da un pattino d'appoggio ammortizzato.[1]
Impiego operativo
Il 21 settembre successivo, durante i voli di prova, il pilota collaudatore Û.I.Piontkovskij riuscì a compiere un volo senza rifornimento sulla rotta Mosca - Kiev - Sebastopoli - Charkiv, di circa 2 000 km in 10 h e 45 min stabilendo un nuovo primato.[1]
Il 24 ottobre 1937 l'AIR-12, equipaggiato con un M-11E, versione più potente da 150 CV[1], ai comandi dell'equipaggio femminile composto dal pilota Valentina Stepanovna Grizodubova e dalla navigatrice Marina Michajlovna Raskova stabilì il record mondiale femminile di volo senza scalo percorrendo 1 445 km.[3]
Note
Annotazioni
- ^ La denominazione del "costruttore" risulta scritta in modo diverso da quella del "progettista" poiché nel secondo caso la traslitterazione del cognome è effettuata secondo il sistema "ISO 9", impiegato come standard convenzionale nelle pagine di Wikipedia in lingua italiana.
Fonti
Bibliografia
- (EN) Bill Gunston, The Osprey Encyclopedia of Russian Aircraft 1875-1995, London, Osprey, 1995, ISBN 0-7064-1287-7.
- (RU) Vadim Borisovič Šavrov, История конструкций самолетов в СССР 1938-1950 гг (Istoriâ konstrukcij samoletov v SSSR 1938-1950 gg), Издание 3-е, исправленное (Izdanie 3-e, ispravlennoe (3ª Ed. riveduta)), Moskva, М. Машиностроение (M. Mašinostroenie), 1994, ISBN 5-217-00477-0 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2011).
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