Sul finire del XVI secolo prese servizio nella Compagnia Olandese delle Indie Orientali, imbarcandosi verso il sud-est asiatico. Nel 1605 una spedizione esplorativa lo portò a sbarcare sulla penisola di Capo York in Australia, di cui tracciò la mappa, credendo che si trattasse di una estensione verso sud della Nuova Guinea. Al suo ritorno chiamò il luogo Nuova Zelanda, nome che cadde in disuso, sostituito successivamente con quello di Australia.
Janszoon partì nuovamente dall'Olanda verso le Indie Orientali, per la terza volta, il 18 dicembre 1603, come capitano della Duyfken (o Duijfken, vale a dire Piccola colomba), una delle dodici navi della grande flotta di Steven van der Hagen.[4] Una volta nelle Indie, Janszoon fu spedito in ricognizione alla ricerca di nuovi sbocchi commerciali, in particolare nella grande terra di Nuova Guinea e altre terre meridionali e orientali.
Janszoon proseguì, disegnando la mappa delle coste australiane per circa 320 km, ritenendole un'estensione verso sud della Nuova Guinea. Trovando la zona paludosa e la gente inospitale (dieci dei suoi uomini vennero uccisi in varie spedizioni lungo la costa), una volta nei pressi di Capo Keerweer (vale a dire Dietrofront), a sud della Baia di Albatross, decise di ritornare, nel giugno del 1606, a Bantam. Ribattezzò la terra appena scoperta Nieu Zelandt in onore della provincia olandese della Zelanda: la denominazione non ebbe successo ma sarebbe stata riutilizzata in seguito da Abel Tasman per designare la Nuova Zelanda.
Janszoon tornò in Olanda ritenendo che la costa sud della Nuova Guinea fosse unita alla terra che lui aveva esplorato, tanto che le mappe olandesi riprodussero l'errore per molti anni.
Anche se sono state avanzate delle ipotesi che ritengono che, prima ancora, altri navigatori dalla Cina, Francia o Portogallo possano aver scoperto Australia, la Duyfken è stato il primo vascello europeo che in maniera documentata ha toccato il suolo australiano.
Janszoon riportò che il 31 luglio 1618 era sbarcato su un'isola a una latitudine di 22° sud, lunga 22 miglia, a circa 240 miglia sud-sudest dello Stretto della Sonda.[5] Il luogo viene generalmente identificato come la descrizione della penisola che va da Punta Cloates (22°43′S 113°40′E22°43′S, 113°40′E) a Capo Nord-Ovest (21°47′S 114°09′E21°47′S, 114°09′E) lungo la costa dell'Australia Occidentale, che Janszoon ritenne erroneamente fosse un'isola, non avendola circumnavigata.[6]
Vita politica
Janszoon lavorò nelle Indie Orientali Olandesi a più riprese: 1603–11, 1612–16, compreso il periodo in cui fu governatore di Forte Henricus in Solor (Indonesia)[7] e 1618–28, durante il quale fu ammiraglio della flotta olandese[8] e governatore di Banda (1623–27).[9]
Tornò a Batavia nel giugno del 1627 e subito dopo, in qualità di ammiraglio di una flotta di otto vascelli, si recò in India per una missione diplomatica.[11] Il 4 dicembre 1628, partì verso l'Olanda e, il 16 luglio 1629, riferì sullo stato delle Indie all'Aia.[11] Aveva probabilmente sessant'anni e voleva ritirarsi dopo una vita coronata da successo ma molto faticosa al servizio del suo paese.
Nulla si sa dei suoi ultimi giorni di vita: si ritiene che sia morto nel 1630.
Documenti
Il diario di bordo scritto durante il viaggio di Janszoon del 1606 è andato perduto.
La mappa delle coste australiane disegnata sulla Duyfken, che mostra il luogo del primo sbarco in Australia, ha avuto miglior sorte: essa era ancora disponibile ad Amsterdam quando, nel 1622, Hessel Gerritsz tracciò la Mappa del Pacifico e la piazzò su quella tracciata sulla Duyfken, ottenendo così la prima mappa dell'Australia.
Di quest'ultima, intorno al 1670, venne fatta una copia che andò a finire nella Biblioteca Imperiale di Vienna, dove rimase dimenticata per duecento anni.
La mappa fa parte dell'Atlas Maior di Van der Hem[12] (versione ampliata dell'atlante di Willem Blaeu con l'aggiunta di altre mappe e disegni da parte di Laurens Van der Hem), portato a Vienna nel 1730 dal principe Eugenio di Savoia.
Note
^Il cognome Janszoon significa figlio di Jan o figlio di Johannes: nei primi del '700 veniva già pronunciato Janse. I cognomi non sempre venivano utilizzati e i bambini venivano identificati con il nome del padre. In zone non fortemente abitate, gli avrebbero dato semplicemente il nome di Willem Jansz, da cui si evince che il padre doveva chiamarsi Johannes o Jan. Come capita in molti paesi, la genealogia e la ricerca storica olandesi risultano difficili proprio per questo motivo. Cfr.
(EN) Note regarding correct English usage when writing Dutch surnames, Project Gutenberg of Australia, 31 luglio 2005. URL consultato il 20 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2016).
^Copia archiviata, su cartography.geog.uu.nl. URL consultato il 25 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2007). L'atlante di Blaeu-Van der Hem