Con la restaurazione del 1815, fu mantenuto nell'esercito del Regno di Sardegna. Durante gli eventi del 1821 espresse la sua lealtà al principe di Carignano, e ne condivise le aspirazioni patriottiche. Tuttavia, rimase fedele alla monarchia, adoperandosi per prevenire un'insurrezione nel suo reggimento di cavalleria e negoziando la clemenza per il suo superiore in seguito alla rivolta.
In questo incarico si trovò a bilanciare la necessità di rassicurare l'Austria sull'atteggiamento della Sardegna, mantenendo al contempo una posizione ferma contro ogni sopraffazione. La sua gestione fu talmente apprezzata[3] che declinò ogni proposta di trasferimento a sedi più vantaggiose. Particolarmente notevole fu la sua fermezza nella disputa sul sale nel 1843, resistendo alle pressioni di Metternich a difesa degli interessi sardi. Orientato verso una politica progressista, si ritrovò occasionalmente in disaccordo con il suo ministro.
Matrimonio e discendenza
Il 13 febbraio 1825, a Torino si sposa con Luisa Carlotta Pallavicino (*? †1842), figlia di Marco Adalberto Pallavicino (*1749 †1816), marchese delle Frabose, e di Maria Teresa Eva Polissena Orsini (*1746 †1778). La coppia ebbe quattro figli[4]:
Carlotta Gabriella (*1827 †1911). Sposata il 14 ottobre 1845 con Federico Giacinto Maria Alberico Calori Provana Balliani (*1814 †1890), conte di Vignale;
Nicomede Bianchi, Storia documentata della diplomazia europea in Italia dall'anno 1814 all'anno 1861, IV (1830-46), Torino, dall'Unione tipografico-editrice, 1867.
Mario Mori Ubaldini degli Alberti, La politica estera del Piemonte sotto Carlo Alberto secondo il carteggio diplomatico [...], Torino, Tipografia Degli Artigianelli, 1914.
Eugenio Passamonti
– Cesare Balbo e la rivoluzione del 1821 in Piemonte, Torino, Bocca, 1923.