Diplomatosi alla École normale supérieure di Parigi nel 1840[1] per circa dieci anni lavorò come professore di retorica in diversi collegi e licei, tra i quali il liceo di Algeri (1850). In questo periodo ebbe dunque occasione di viaggiare per l'Algeria per motivi di studio e di entrare in contatto con arabi, mauri e berberi. Nei suoi rapporti con loro coltivò un reciproco rispetto, pur senza rinunciare alle proprie convinzioni cattoliche.
(FR)
«Je me suis aperçu tout de suite que, bien qu'ennemis des chrétiens, les musulmans les estiment néanmoins profondément quand ils ne rougissent pas eux-mêmes de leur propre religion et qu'ils la pratiquent ouvertement. Ils n'ont, au contraire, que du mépris pour eux quand ils dissimulent, et, à plus forte raison, quand ils renient leurs croyances et leur foi.»
(IT)
«Mi sono accorto subito che, sebbene nemici dei cristiani, i musulmani li stimano comunque profondamente, quando essi stessi non arrossiscono della loro propria religione e la praticano apertamente. Al contrario non hanno per loro solo disprezzo quando la dissimulano e, a maggior ragione, quando rinnegano le loro credenze e la loro fede.»
Dopo questa prima missione in Grecia, viaggiò spesso in Oriente, dopo un breve passaggio nelle università di Lione e di Grenoble come professore di letteratura straniera. Nel 1878 entrò nell'institut catholique de Paris.
Opere
Compì numerose esplorazioni nelle isole greche, in Asia Minore, in Egitto, in Nubia, in Tunisia, in Siria, nel Libano e, soprattutto, in Palestina[3]. In alcuni casi, inizialmente, ebbe l'aiuto finanziario del duca di Luynes[4]. Le ricerche che gli furono affidate riguardavano principalmente la storia, la geografia e l'archeologia. Al ritorno di ciascuna di queste missioni, ne pubblicò i risultati in diversi scritti. Vinse un premio dell'Accademia francese delle scienze per la sua opera in 7 volumi La Terre Sainte: son histoire, ses souvenirs, ses sites, ses monuments.
Fu tollerante e insieme prudente e tentò di convincere la Francia che "in Oriente quasi tutte le questioni politiche divengono nello stesso tempo questioni religiose". Si racconta anche che al momento della conquista della Tunisia da parte della Francia, nel 1881, i comandanti della spedizione avessero portato con loro i testi di Guérin e avessero dichiarato di dovergli la presa di Kairouan.
Nelle sue opere si preoccupò di identificare siti archeologici e di ricostruirne la storia. Usò come fonti la Bibbia, miti greci e anche del Talmudebraico. Tenne conto anche degli scritti dei viaggiatori ebrei, come Beniamino di Tudela, o Isacco Chelo, e dei risultati di altri esploratori e studiosi contemporanei, come Edward Robinson e Titus Tobler.
Pubblicazioni
Voyage dans l'Île de Rhodes et description de cette Île, Paris 1856.
"Description des deux premières cataractes du Nil", in Bulletin de la société de géographie, décembre 1858
Voyage archéologique dans la Régence de Tunis, H. Plon, Paris 1862, 2 volumi.
Description géographique, historique et archéologique de la Palestine, Imprimerie Nationale, Paris 1868-1880, 3 parti in 7 volumi
La Terre Sainte, Paris 1881-1883 (2 volumi)
Jérusalem : son histoire, sa description, ses établissements religieux, Paris 1889.
^abNuma Broc, Dictionnaire illustré des explorateurs et grands voyageurs français du XIXe siècle, t. I Afrique, Éditions du CTHS, Paris 1988 (ISBN 2-7355-0158-2), p. 169.
^Fu in Palestina otto volte, negli anni 1852, 1854, 1863, 1870, 1875, 1882, 1884, 1888.
^Comunicazione della spedizione di Victor Guérin in Tunisia, a spese del duca di Luynes: M. Egger, in Comptes rendus des séances de l'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres 4,4, 1860, p.84 (testo on line).