Viale Fulvio Testi è un'importante strada radiale di Milano che ha origine in piazzale Istria come proseguimento di viale Zara, per poi proseguire verso nord-est oltre i confini cittadini mantenendo lo stesso nome nei comuni di Sesto San Giovanni per un breve tratto e poi di Cinisello Balsamo, nel cui territorio continua poi verso Monza come viale Brianza. Il tratto di Sesto San Giovanni è anche quello che separa Cinisello Balsamo da Milano.
Il viale è stato realizzato negli anni venti e trenta del XX secolo come nuova strada per Monza in alternativa al viale Monza, in un'area precedentemente adibita perlopiù ad orti[1]. La sua realizzazione ha richiesto la copertura, a tratti, di un ampio segmento del fiume Seveso, a partire dagli anni dieci fino agli anni sessanta[2]. Il viale, con una larghezza di sessanta metri, si attesta come uno dei più ampi della città. È composto da due carreggiate principali al centro, da due controviali laterali e da due corsie tranviarie riservate inserite nei parterre alberati. Nel suo tratto cinisellese è formato da due carreggiate laterali divise da un ampio spazio alberato.[3]
al n. 223 l'istituto professionale "Piero Pirelli", costruito dal 1957 al 1958 su progetto di Roberto Menghi[5];
al n. 327 la sede cittadina della Chiesa di Scientology.[6]
all'angolo con via Ponale il quartiere Gescal Fulvio Testi, costruito dal 1971 al 1973 su progetto di Vico Magistretti[7].
Sul lato destro:
ai nn. 100-110 le case-torri per la cooperativa edilizia di Pratocentenaro, costruite dal 1972 al 1977 su progetto di Ezio Sgrelli[7];
ai nn. 280-282 un complesso di edifici per uffici, costruito dal 1983 al 1985 su progetto di Vittore Ceretti[8].
Trasporti
Nel 1913 la parte corrispondente al tratto iniziale del viale, fino a via Pulci, venne percorsa dalla Tranvia Milano-Cinisello[9]. Nei primi anni '30 le linee urbane hanno avuto capolinea prima in piazzale Istria, poi sono arrivati alla Pirelli[10](fino al 2010 era ancora esistente il cappio di ritorno all'altezza di via San Glicerio)[senza fonte] e tra il 1959 e il 1966 in via Bignami, all'altezza del confine del comune di Milano.[11][12].