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Motivo: andrebbe quantomeno specificato nell'incipit il criterio utilizzato per dire cos'è una montagna e cosa no (es. anticima), e quali sono i criteri di inclusione di una montagna nel territorio regionale, almeno nei casi in cui il punto di massima altezza della regione
Vengono qui di seguito elencate le regioni italiane, a cui fa seguito la rispettiva vetta più alta, quindi l'eventuale massiccio di cui fa parte ed infine la relativa altezza.
Si tenga presente che la vetta più alta non sempre coincide con il punto più alto: infatti il punto più alto può essere il fianco di una montagna la cui sommità si trova non in territorio italiano.
Si osserva inoltre che non è del tutto chiaro quale sia la cima più alta dell'Italia. Infatti la storia della frontiera sul Monte Bianco è stata lunga e non ancora del tutto risolta. Sembra ormai prevalente il fatto di considerare il Monte Bianco transfrontaliero e di considerarlo come la vetta più alta dell'Italia[1].
Discorso complesso anche per la Lombardia dove la cima più alta è la Punta Perrucchetti 4020m (4017m sulla Carta Nazionale Svizzera, 4010m su L'Escursionista Editore) anche conosciuta come La Spedla (Massiccio del Bernina). L'errore nel non averla considerata in passato, nasceva dal fatto che non viene riportata nella lista primaria dei Quattromila[2]. Tuttavia è ufficialmente inserita in quella secondaria in questo modo certificando lo status di vera e propria cima/vetta e non mero punto della cresta o catena montuosa. Nell'elenco secondario infatti vengono inseriti solo quei rilievi che hanno comunque lo status di cima e non i punti quota di creste o contrafforti. Inoltre, viene evidenziata e identificata con nome proprio in tutta la cartografia sia italiana che svizzera (anche in Internet in OpenTopoMap), di nuovo segnando la differenza con un mero punto altimetrico di cresta. Alla luce di queste considerazioni pertanto, importanti per fare luce sulla questione, la Punta Perrucchetti differisce dal punto più alto che è sempre non denominato sulle mappe e non classificato come cima né primaria né secondaria.[3] Discorso identico per la sommità del Grenzgipfel sul Monte Rosa in Piemonte, qui con qualche lacuna in più sul lato cartografico.
La Punta Perrucchetti è alta 4020m. Non è considerata nella lista primaria dei 4000 delle Alpi ma è ufficialmente riportata in quella secondaria, pertanto in base a questa classificazione è a tutti gli effetti la vetta più alta della regione. È peraltro anche nota come 'cima italiana del Bernina'[14]
^Va ricordato che la lista dei Quattromila non è una classificazione orografica ma strettamente alpinistica. Nell'elenco primario infatti, figurano cime come il Grand Pilier d'Angle sul versante italiano del Monte Bianco che hanno prominenza nulla ma che sono state fatte rientrare in quanto sulle loro pareti si svolgono importanti itinerari alpinistici.
^Un esempio interessante per comprendere meglio la ratio può essere dato dall'analisi dettagliata del vicino sottogruppo del Piz Palü pure nel Massiccio del Bernina. La montagna presenta tre cime, la Principale alta 3901m, l'Orientale alta 3882m e quella Occidentale anche conosciuta come Piz Spinas alta 3823m. Di queste solo l'ultima è al confine con la Lombardia, le altre sono interamente in Svizzera. Eppure, il punto più alto della montagna lato lombardo non è costituito dal Piz Spinas (ovvero da una cima) ma dalla quota 3898m, segnata sulla Carta Nazionale Svizzera ma non nominata in quanto semplice punto altimetrico di una cresta. Se il Piz Palü fosse la cima principale del Massiccio del Bernina la vetta più alta della Lombardia sarebbe indiscutibilmente il Piz Spinas e non la quota 3898m. Quest'ultima rientrerebbe invece a tutti gli effetti nell'altro elenco riguardante i Punti più elevati delle regioni italiane.
^Per le fonti relative all'altezza della montagna fare riferimento alla voce di dettaglio
^ Sergio Grillo e Cinzia Pezzani, Cenni storico-ambientali, in Toscana in mountain bike, vol. 1, Ediciclo, 1991, p. 47. URL consultato il 20 agosto 2018.
^ Stefano Ardito, Monte Vettore, tetto dei Sibilini, in Cammini e sentieri nascosti d'Italia da percorrere almeno una volta nella vita, Newton Compton Editori, 2017. URL consultato il 20 agosto 2018.