Tòppolo in Belvedere[1][2], già Topolovaz[3][4] (in slovenoTopolovec, già Topolovac[3]) è una frazione di 53 abitanti del comune sloveno di Capodistria, situato in Istria settentrionale.
La località è situata a 34,4 km a sudest dal capoluogo comunale ed a 2,5 km dal confine croato, nell'alta valle del fiume Dragogna ed è inoltre costituita dagli agglomerati di Cernova (Žrnjovec) e Chervoi (Hrvoj).
Ad ovest dell'insediamento vi è la chiesa di San Geronimo o Girolamo (Sv. Jerolim), santo nativo della vicina Stridone, mentre presso Chervoi vi è la chiesetta dedicata a San Zenone (Sv. Zenon).
Nel 788Carlo Magno, re dei Franchi, occupò l'Istria inglobandola nel Regnum Italiae; nell'803 venne istituita la Marchia Austriae et Italiae che comprendeva il Friuli, la Carinzia, la Carniola e l'Istria. Nell'828 l'imperatore Ludovico divise la Marca Orientale in quattro contee: Verona, Friuli, Carniola e Istria (comprendente il Carso e parte della Carniola interna); in seguito al Trattato di Verdun, nell'843, le contee di Istria e Friuli (conglobate nella “Marca d'Aquileia”) entrarono a far parte del Regnum Italicum[5] poi assegnate (847) al marchese d'Istria e del Friuli Eberardo a cui successero prima il figlio Urnico e poi l'altro figlio Berengario.
Cessato il dominio franco con la deposizione di Carlo il Grosso, Berengario, divenuto re d'Italia, passò il marchesato aquileiese al suo vassallo Vilfredo che venne poi nell'895 da lui nominato marchese del Friuli e dell'Istria.
Nel 1209 il patriarca Volchero accampò dei diritti sulla regione istriana per l'infeudazione avvenuta nel 1077 e il duca Lodovico di Baviera (il quale fu nominato nel 1208 marchese d'Istria da Ottone IV) rinunciò al marchesato.
Dopo la pace di Treviso (1291, che affidava la fascia costiera occidentale istriana alla crescente potenza della Serenissima), Tòppolo faceva parte della Signoria di Momiano, in mano ai Duinati, fedeli vassalli del patriarca.
Nel 1374, la signoria di Momiano e i suoi possedimenti (e quindi anche Tòppolo) passarono ai duchi d'Austria, come signoria separata dalla Contea di Pisino, staccata con propria amministrazione sotto un capitano o provveditore e con un proprio urbario.
Il 1420 segnò la fine del potere temporale dei patriarchi. Tòppolo, e il resto della signoria di Momiano, rimase un'enclave austriaca in terra veneziana fino al 1508.
Entrata nei domini veneziani, fu poi infeudata nel 1585 ai Vergerio o Verzìer, quindi ai Del Bello; ritornato alla fine del XVI secolo ai Vergerio, questi la vendettero ai conti Grisoni[7].
Nel XVI e XVII secolo le campagne furono popolate da Croati provenienti dalle regioni interne della Dalmazia.
Col Trattato di Schönbrunn del 1809 entrò a far parte delle Province Illiriche per entrare poi in mano austriaca col Congresso di Vienna nel 1815 nel Regno d'Illiria; passò in seguito sotto il profilo amministrativo al Litorale austriaco nel 1849 come frazione del comune di Pòrtole[3] che comprendeva anche gli attigui insediamenti di Belvedere (Belvedur), Boschini (Koromači-Boškini), Mocenighi (Močunigi) dell'attuale comune di Capodistria e Cucibreg (Kućibreg), Semi (Dugo Brdo) e Scherlici (Škerlici) dell'attuale comune croato di Buie.
Fu soggetta alla Zona d'operazioni del Litorale adriatico (OZAK) tra il settembre 1943 e il maggio 1945. Fin dal giugno 1945, trovandosi ad est della Linea Morgan, entrò nella zona ad amministrazione jugoslava.
A seguito del Trattato di Parigi, nel 1947, buona parte dell'insediamento entrò a far parte della zona B del Territorio Libero di Trieste[2] (la linea di confine con la Jugoslavia passava poco ad est della strada che congiunge Cernova con Chervoi) fino al 1954 quando passò alla Jugoslavia; dal 1991 fa parte della Slovenia. Queste vicende sono descritte nel libro di Salvatore Egidio Di Grazia,"La valigia per Trieste" (Pazzini editore, 2010) contenente memorie personali e familiari e digressioni storiche
^S. Rutar, Završniška gospoščina na Krasu, in Izvestjia Muzejska društva za Kranisko, letnik V (1895), pp. 127 : si attesta la donazione da parte dell'imperatore Corrado II al patriarca di AquileiaPoppone di tutto il territorio carsico ("totam Carsiam") per aver respinto nel 1028 gli ungheresi che erano penetrati nella Carniola